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INTERVISTA ESCLUSIVA a Pannofino: Cosa direi a Immobile, il mio fioretto e chi imiterei

Francesco Pannofino racconta la sua passione per la Lazio e cosa direbbe a Ciro Immobile, per dissuaderlo dall'eventuale partenza per l'Arabia

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Della sua fede per la Lazio si sa (quasi) tutto. Francesco Pannofino, noto attore e doppiatore, racconta in esclusiva per Virgilio sport la sua passione per i biancocelesti e il suo pensiero sul mercato: in particolare l’eventuale addio di Ciro Immobile verso l’Arabia Saudita. Le sue parole per il capitano della Lazio sono commoventi. In attesa dei sorteggi Champions, Pannofino prova a immaginare come potrà essere la prossima stagione. Gli piacerebbe anche imitare e doppiare un allenatore in Serie A, scopriamo quale e soprattutto perchè.

Sarri si è detto preoccupato che non arrivino i nuovi acquisti, lei è preoccupato o crede che la Lazio sia già a posto così?

“Dall‘addio di Milinkovic credo sia necessario dover rinforzare perchè la Lazio ha perso un suo punto di riferimento. Sarri sa bene che Lotito non brilla per la sua generosità, quindi non so che aspettarmi ma credo che ad oggi la squadra si sia comunque indebolita con la partenza dei forti, soprattutto in vista della Champions League che dovrà affrontare la prossima stagione.”

Immobile è stato per anni il punto di riferimento della Lazio. Le dispiacerebbe un eventuale suo addio in Arabia Saudita? Se potesse parlargli cosa gli direbbe per convincerlo a restare?

“Pare che anche Immobile possa andare via anche se credo che sia stato un grande campione e che possa dare ancora il suo contributo a 33 anni e dopo gli infortuni che ha avuto. Rispetto sempre le scelte professionali e lo capisco ma se potessi dirgli una cosa gli direi sicuramente grazie, ti voglio bene, mi hai fatto sognare e ora fai quello che vuoi della tua vita. Capisco che possano essere delle scelte professionali soprattutto perchè essendo quasi a fine carriera è plausibile che possa pensare di arricchirsi ulteriormente prima di chiudere. Io sono dell’ottica di una libertà massima che porti giovamento ad ogni professionista.”

Le piacerebbe l’ipotesi Zielinski al posto di Milinkovic Savic?

“Zielinski sarebbe un’ottima mossa per rimpiazzare Milinkovic a centrocampo, non so se però De Laurentiis lo mollerà così facilmente ma credo che possa essere il profilo ideale anche in vista del colpaccio che potrebbero fare sfruttando il fattore che il Napoli sia quasi costretto a venderlo adesso prima che gli scada il contratto nel 2024 e che lo perda a zero”.

In passato ha detto che in caso di vittoria della Lazio nel Derby con la Roma non avrebbe bevuto vino per 3 giorni; in caso di scudetto per la Lazio cosa si sente di fare?

“Non so come fate a ricordare questo ma posso dire che è stata una battuta goliardica. Anzi, vi dico: in caso di scudetto smetto di bere e anche di fumare. Doppio fioretto: per me e per la Lazio! Magari, dopo lo spettacolo una birra con amici… Non sono un ubriacone ma se dovesse accadere una cosa del genere rispetterò questa mia promessa anche se sarà difficile…!”

Se le dovessero chiedere di doppiare un calciatore o un allenatore, chi preferirebbe fare e soprattutto quale potrebbe essere il più difficile?

Se devo dire la verità mi piacerebbe imitare o doppiare Juric. Il mio carattere mi impone che se devo riuscire al meglio in una interpretazione devo imitare un tipo duro, con la mia faccia e la mia mascella la riuscita potrebbe essere buona. Juric mi intriga per il suo carattere, non preferisco i delicatini. Mi piace il temperamento di Juric. Di Sarri invece credo che sia un tecnico sopraffino e che sia un bene che adesso sia alla Lazio: è un grande allenatore ma è necessario che i giocatori gli diano retta, cosa che non è facile nel calcio. Quando qualcuno ti rema contro è difficile tenere tutto sotto controllo ma io sono con il mister e dalla sua parte”.

Cosa ha detto a suo figlio romanista quest’anno dopo entrambe le vittorie della Lazio nel derby? Nella sua casa il derby è molto sentito tra lei e suo figlio in coalizione con la mamma? Vedete la partita tutti insieme?

Mio figlio è un romanista tipico: molto accanito e sanguigno ma si diverte molto. A lui ho insegnato che il calcio è innanzitutto uno sport, non può esistere il concetto di anti e i valori nello sport sono al primo posto. Bisogna divertirsi con sfottò che devono terminare là: condanno i cori da stadio e mi dissocio da questi comportamenti che li trovo idioti ed esagerati. La partita la vediamo tutti insieme e quest’anno, verso di lui, ho avuto una pietà paterna dopo le sconfitte della Roma.”

Ci racconti anche un aneddoto di qualche derby visto allo stadio…

“Quando c’era ancora il programma televisivo su Rai2, Quelli che il calcio, fui invitato a seguire il derby con mio figlio allo stadio e venivamo ripresi tutto il tempo durante la partita per mostrare in diretta al pubblico le nostre reazioni al match. In quel caso vinse la Roma e mi presi tutti gli sfottò possibili dai romanisti al mio fianco, era pieno e veramente fui travolto. Anche Savino dallo studio rideva e si divertiva. Mi ricordo quel derby in modo particolare perchè fui sfottuto tantissimo ma non sono vendicativo… Quest’anno mi sono divertito ma non ho contraccambiato gli sfottò. Non sono un anti romanista e non sono contento quando la Roma perde.”

Come nasce la sua grande passione per la Lazio?

“In quel periodo avevo tredici anni e mi sono trasferito a Roma con la mia famiglia. Il mio compagno di banco faceva il “bibitaro” in tribuna Tevere e così cominciai ad andare con lui allo stadio, allettato sia dall’idea di guadagnare qualcosa, sia da quella di vedere la partita gratuitamente. Da lì, ebbe inizio la mia passione per la Lazio. Quell’anno arrivammo terzi mentre l’anno successivo, vincemmo lo scudetto. Da simpatizzante juventino, divenni tifoso biancoceleste ma non ho mai nascosto la mia fede calcistica”.

In attesa dei sorteggi Champions, che percorso potrà fare la Lazio in Europa?

Gli sportivi sperano sempre in qualcosa di positivo, la Champions va preparata e la Lazio deve intervenire sul calciomercato per poter essere competitiva in tutte e tre le competizioni che dovrà affrontare il prossimo anno. La Champions è un privilegio, i numeri la Lazio ce li ha per far bene e credo che possa anche superare il primo turno, attendiamo i sorteggi così avremo il quadro della situazione ancora più chiaro”.

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