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Esclusi perché baravano: 12 pro-player banditi da PUBG Esport

12 pro-player di PUBG sono stati bannati per aver utilizzato programmi hacker capaci di individuare gli avversari sulla mappa durante gli incontri

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È appena arrivata la notizia che 12 gamer professionisti di PUBG sono stati squalificati per aver barato durante uno dei maggiori tornei europei del survival di Bluehole. I pro-player in questione sono stati pizzicati dalle autorità di vigilanza del noto MMO in quanto utilizzavano stabilmente un programma non autorizzato durante tutte le sessioni di gioco, anche al di fuori delle competizioni.

La cheat utilizzata è una app particolare conosciuta come “radar hack”, che permette di individuare gli avversari sulla mappa di gioco. Un trucco che riesce a fornire un enorme vantaggio rispetto agli altri giocatori, data la natura di Battle Royale di PUBG. Inoltre, secondo quanto rilevato dagli esperti di informatica, l’utilizzo di questo programma sembra essere piuttosto complesso da individuare in quanto utilizza delle VPN e diverse applicativi di supporto.

Per 10 dei 12 giocatori coinvolti ci sarà un ban dai due ai tre anni, mentre per gli altri due ci saranno sanzioni minori dovute al fatto che non sono stati protagonisti diretti dell’inganno, ma erano semplicemente a conoscenza del fatto che i loro compagni di squadra utilizzassero programmi proibiti. Altre conseguenze ricadono anche sui team di appartenenza, che in certi casi perdono il posto conquistato nelle diverse competizioni.

Imbrogliare in una competizione professionale – ha fatto sapere PUBG Esports annunciando tolleranza zero e nuove penalità per chi aggira le regole – è uno dei comportamenti meno sportivi che un pro player possa porre in atto”. Per tutelarsi, inoltre, la compagnia ha reso noto che sta pensando di rendere obbligatorio un check up degli account di tutti i giocatori.

HF4

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