Sarebbe bastato non complicarsi la vita irrimediabilmente nel terzo quarto, o forse semplicemente a questa Virtus servirebbe uno stregone per provare a riscrivere la storia della stagione europea. Che continua a fare acqua da tutte le parti: anche il Paris batte la Segafredo, anche se deve faticare e non poco nel finale per rintuzzare il ritorno delle Vu nere, che dopo essere scivolate a -14 a metà del quarto periodo sono risalite fino a due sole lunghezze di distanza, vanificando poi nel finale un paio di opportunità per pareggiare o addirittura mettere la freccia. Manna dal cielo per i parigini, che continuano a tenere il loro insospettabile ritmo da play-off (di fatto sono secondi alle spalle del Fenerbahce e non soffrono affatto di vertigini).
- Montagne russe: la quasi rimonta aumenta i rimpianti
- Mercato in ebollizione, società in fibrillazione
Montagne russe: la quasi rimonta aumenta i rimpianti
Con quella di stasera fanno 10 ko. su 12 gare per la Virtus, troppi per pensar che qualcosa non stia andando irrimediabilmente storto. E se le sconfitte arrivano anche in una serata nella quale il solo Clyburn segna 15 punti nel primo quarto (con vantaggio in doppia cifra presto dilapidato), allora si fa fatica a capire cosa possa tirar fuori Bologna dalle sabbie mobili in cui puntualmente si va a ficcare.
Paris è stato perfetto nel riemergere con pazienza, poi ancor più bravo a piazzare l’allungo col quale ha stroncato le velleità della formazione di Banchi, che nel finale ha trovato però la forza per reagire e mettere una pressione enorme sulle spalle dei transalpini, salvatisi per il rotto della cuffia. Qualche errore di troppo ai liberi (15/24, ma pesano enormemente i due sbagliati nei secondi finali da Diouf, che in totale ne ha mancati 4 su 6 tentativi) hanno finito per presentare un conto salatissimo, anche se la vittoria il Paris se l’è costruita a metà partita, quando ancora una volta Bologna ha finito per andare in crash nella costruzione del gioco d’attacco. TJ Shorts alla fine l’ha risolta da fuoriclasse, ma le pecche restano.
Mercato in ebollizione, società in fibrillazione
A questo punto viene da chiedersi cosa possa fare la dirigenza Segafredo per provare a invertire la rotta. Il mercato continua ad annidarsi nei pensieri del front office: Will Clyburn sarebbe in procinto di fare le valigie (un’altra prestazione da 25 punti e un’altra sconfitta: il morale non può essere a mille), Rayjon Tucker di sicuro ha già il piede fuori dalla porta, con Damien Jefferson del Pinar Karsiyaka come possibile sostituto. Senza dimenticare la corte che il Real Madrid continua a fare a Isaia Cordinier, che di questo passo potrebbe anche convincersi a lasciare Bologna, dato che le prospettive stagionali in campo continentale appaiono ormai tendenti al nero cosmico.
La società peraltro deve affrontare anche la “crisi” con il CEO Luca Baraldi, che potrebbe addirittura spostarsi sul calcio (la Roma sarebbe sulle sue tracce, dato che cerca da tempo un AD). Vincere a Parigi avrebbe aiutato a calmare le acque, che invece restano agitate. O visto che da quelle parti c’è la Senna, anche un po’ torbide.