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Eurolega, è sempre la solita storia: Milano continua a vincere, Bologna cede nel finale (senza Ivanovic in panchina)

L'Olimpia batte anche l'Asvel e continua a salire, la Virtus si perde nel finale contro la Stella Rossa: Dusko Ivanovic osserva la gara dagli spalti. E domenica ad Assago c'è Milano-Bologna

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

È sempre la solita storia: vince Milano e perde Bologna, un ritornello che l’Italia del basket ha imparato a menadito e che una volta di più ribadisce i valori di forza italiani in campo continentale. La vittoria dell’Olimpia sull’Asvel per 92-84 è più sofferta del previsto (va da sé che di partite facile in Eurolega non ce ne sono, però…), mentre la sconfitta della Virtus contro la Stella Rossa per 94-87 somiglia a tante altre battute d’arresto che hanno fatto la storia di una stagione piuttosto disgraziata. E tra meno di 48 ore, ironia della sorte, Milano e Bologna si ritroveranno l’una di fronte all’altra. Giusto per ricordare a se stesse da che parte il vento deve soffiare.

Ivanovic non è in panchina, ma osserva il solito finale

La serata della Segafredo Arena doveva essere quella del debutto di Dusko Ivanovic sulla panchina della Virtus, ma è rimasta tale solo sulla carta. Il tecnico montenegrino, benché presente nell’arena, non è potuto scendere a bordo campo per via del regolamento della competizione, che imponeva che entro le 18 di mercoledì dovesse essere ufficializzata la sua posizione a livello contrattuale (era comunque stato messo tutto in preventivo). In panca c’è Nenad Jakovljevic che assiste all’ennesima gara tutta in salita di Bologna, anche se inizialmente la sensazione è quella di un equilibrio destinato a rompersi solo di fronte a un parziale di un certo tenore. Ad esempio quello che piazza la Stella Rossa con Mitrovic a metà del secondo quarto, portando i suoi avanti in doppia cifra.

I serbi giocano più sciolti, la Segafredo è sempre impiccata, perché costretta perennemente a rincorrere. La svolta però arriva a metà del terzo quarto, quando gli ospiti faticano a trovare la via del canestro e il parziale che conta lo trova la Virtus, che scappa anche sul +7. Il pubblico diventa un fattore, cresce la sensazione che si possa finalmente sbloccare qualcosa in questa annata maledetta, anche perché Shengelia porta a spasso difensori come se piovesse (25 di serata, contro i 26 di Canaan) e il punteggio arriva anche a recitare +10 Bologna dopo un layup di Pajola, con 6’ da giocare.

Ma da quel momento in poi però la musica cambia nuovamente: la Stella Rossa ritrova ritmo grazie a Mitrovic e Kalinic che a suon di canestri (anche difficili) ribaltano l’inerzia della sfida, che torna saldamente nelle mani dei serbi. Le energie sono quelle che sono e la Virtus si consegna di nuovo, come tante volte le è successo nei finali di partita: Ivanovic ne avrà di lavoro da fare.

Milano non si ferma più: quinta vittoria di fila

Messina invece col lavoro s’è portato avanti da un pezzo e la quinta vittoria consecutiva dell’EA7 Exchange in campo europeo rafforza convinzioni, certezze e propositi di grandeur. Stavolta contro l’Asvel c’è voluta un’Olimpia un po’ più “operaia”: il canestro decisivo l’ha messo dentro il solito Nico Mannion, ormai tiratore scelto e pedina chiave nei possessi che contano, a riprova della bontà di un’operazione che a un mese di distanza da quando è stata perfezionata comincia a pagare seriamente dividendi.

In una serata dove Mirotic è meno dominante del solito (17 punti, ma con 5/11 dal campo), ci pensano il solito LeDay (8/8 dalla lunetta, una sentenza) e il sempre più convincente Causeur (5 rimbalzi e tante cose buone fatte nel momento che conta) a spedire definitivamente in orbita Milano, che adesso comincia seriamente a far paura al resto del continente. L’Asvel si ferma ai 24 di Maledon, altro giocatore rivelazione di questa parte di stagione, ma è giusto incensare l’Olimpia, che dopo un avvio horror ha decisamente cambiato passo.

Barcellona, Panathinaikos e Bayern, gli ultimi tre avversari della fase d’andata, diranno se davvero l’asticella può essere alzata definitivamente o se si tratta solo di una meravigliosa fase di transitoria. Prima però c’è la sfida con la Virtus di domenica (ore 18,15 ad Assago), vissuta con umori decisamente opposti.

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