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Eurolega, l'Olimpia Milano naufraga col Barcellona e dice addio al play-in. Messina s'arrende: "Troppi errori"

Due giorni dopo il ko col Real, la sconfitta casalinga col Barcellona condanna per il terzo anno di fila l'EA7 a star fuori dal play-off. Mirotic non basta.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non è la sera dei miracoli, semmai quella della… resa: cambiando l’ordine delle lettere cambia anche il significato, ma la sostanza racconta di un’Olimpia Milano ormai che quasi entrambi piedi fuori dalla post season di Eurolega. Tanto che potrebbe non bastare vincere le ultime due gare contro Virtus Bologna e Baskonia per riuscire ad accaparrarsi un posto tra le prime 10: dopo la sconfitta col Real, quella col Barcellona segna un punto di non ritorno per l’EA7, che ha vanificato nelle ultime settimane la grande rimonta che nel cuore della regular season l’aveva spinta a una vorticosa risalita nelle zone nobili della classifica. Un’illusione spezzata dalla realtà delle cose, col Forum che stavolta non ha apprezzato nemmeno l’impegno.

Milano ha la spia della riserva rossa: il Barça non perdona

Che a ben vedere non è mancato, ma che ancora una volta s’è rivelato troppo limitato per correggere antichi e nuovi difetti. Il 98-88 col quale il Barça ha espugnato l’Unipol Forum somiglia a una sentenza: se domani Real, Paris ed Efes faranno il loro, vincendo le rispettive partite, allora il finale sarà già scritto con due giornate d’anticipo, ma anche qualora dovessero perdere la situazione non è che sarebbe poi tanto migliore.

Perché tra differenza canestri negli scontri diretti e incroci la qualificazione appare già compromessa: l’Olimpia non è riuscita a cogliere l’attimo quando ne ha avuto l’opportunità e oggettivamente i due ko. contro le spagnole nel doppio turno infrasettimanale hanno fatto il resto.

Olimpia apparsa stanca, svuotata e senza troppe energie, oltre che senza idee: i catalani prendono in mano la partita da subito (7-0 di parziale per cominciare) e non si voltano più, soffrendo un po’ soltanto nel primo quarto quando si ritrovano sotto anche di 5 punti, salvo poi riprendere il pallino del gioco e aumentare in modo considerevole il gap in corso d’opera. E il fatto che già prima di metà del quarto periodo gran parte degli spalti sono andati svuotandosi fa capire anche quanto sia forte la delusione del pubblico meneghino.

Mirotic predica nel deserto, Brizuela è immarcabile

Non è bastata nemmeno una prova a tratti monumentale del grande ex di serata, cioè Nikola Mirotic, per provare a rimettere in piedi una faccenda nata male, e finita peggio. La quasi doppia doppia del montenegrino (28 punti e 9 rimbalzi, ma 10 punti arrivano tutti dalla lunetta) non trova sostegno e solidarietà dai compagni, ad eccezione di uno Shields che si accende a intermittenza (18 punti) e di un Mannion che ogni tanto prova a illuminare il gioco (14 punti).

Deludono LeDay e Bolmaro, ma in generale manca gran parte del supporting cast di cui avrebbe avuto bisogno Messina per sperare di rimontare un Barça centrato su quelli che erano i propri obiettivi. Barça che ringrazia Brizuela, autore di una prova fuori dall’ordinario (27 punti con 5/8 sia in area che dall’arco), e il solito Punter, che a sua volta da tre ci vede benissimo e punisce i mancati accoppiamenti della difesa dell’EA7 nel momento in cui la partita pende tutta dalla parte dei blaugrana (cioè a inizio secondo quarto).

Da quel punto in poi la distanza resterà sempre intorno alla doppia cifra, con Brizuela che fa impazzire la difesa di Milano e il -20 a inizio quarto periodo che suona alla stregua di una sentenza. Tra i catalani bene anche Dame Sarr, il giovane lungo in orbita azzurra, con 13 punti a referto.

Messina senza alibi: “Prestazione scadente, giusto così”

“Tra stasera e la sfida di martedì scorso col Real abbiamo offerto due prestazioni scadenti, segnate da troppi, troppi e ancora troppi errori, chiosa Ettore Messina.

“Io sono l’allenatore e dovrò cercare di correggere questi errori, ma quando si gioca in modo così approssimativo su entrambi i lati del campo, si finisce inevitabilmente per perdere. Peccato, perché l’opportunità per completare l’opera cominciata nei mesi scorsi l’abbiamo avuta, ma non siamo riusciti a essere all’altezza del compito che la classifica ci ha assegnato. Problema fisico o mentale? Direi più una combinazione di entrambi”.

Parole che sanno di resa, ma che non entrano nemmeno troppo nel merito dei veri problemi palesati dall’Olimpia nelle due gare che avrebbero dovuto cambiare il corso della stagione europea, e che in un certo senso l’hanno fatto, ma dalla parte sbagliata.

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