Se non era uno spareggio, poco ci mancava. E Milano l’ha perso, come da pronostico (verrebbe da dire), vedendo mettersi decisamente in salita la rincorsa a un posto play-in. Quello che sembrava praticamente già mezzo in tasca un paio di settimane fa, adesso ha le sembianze di un traguardo assai offuscato: il Real Madrid non sbaglia nella serata in cui era spalle al muro (proprio come l’Olimpia) e tira un bel sospiro di sollievo, perché quando mancano 3 sole gare di regular season la casa Blanca un posto tra le prime 10 sembrerebbe averlo ipotecato, mentre Milano rischia di averlo perso definitivamente.
- Falsa partenza: Tavares è l'uomo ovunque, nessuno lo ferma
- Mirotic, croce e delizia: è soltanto l'illusione della rimonta
Falsa partenza: Tavares è l’uomo ovunque, nessuno lo ferma
Serviranno altrettante vittorie contro Barcellona (tra due giorni al Forum: praticamente l’ultima spiaggia), Virtus Bologna e Baskonia per riuscire a far tornare i conti. Ma se la sconfitta contro il Paris aveva già aperto una bella crepa nelle ambizioni dell’EA7, quella contro il Real ha un peso specifico enorme, anche perché pone l’Olimpia in svantaggio anche nella differenza canestri nello scontro diretto con gli spagnoli.
Che alla Movistar Arena fanno quello che fino a qualche tempo fa gli riusciva benissimo: dominano dalla palla a due e poi gestiscono il vantaggio, con Messina costretto a fermare l’ondata blanca dopo appena 3’ di partita (12-3 con la difesa che chiude ogni spiffero). Milano si affida al solito Mirotic, che dalla lunetta supera quota 4.000 punti nella competizione, ma Tavares ne ha di più e nel pitturato domina come se non ci fosse un domani.
In un amen l’Olimpia si ritrova sotto di 15 lunghezze (24-9) e a -15 si ritroverà anche alla prima sirena, con la partita già indirizzata sui binari desiderati da Chus Mateo. Che ottiene dividendi anche da Musa nel corso di un secondo quarto dove Milano prova a rialzare la testa, ma senza riuscire realmente a riaprire la contesa, con gli 8 punti di Shields e i 7 di Caruso all’intervallo che poco possono contro i propositi di fuga del Real (54-41).
Mirotic, croce e delizia: è soltanto l’illusione della rimonta
Nel terzo quarto è falsa pure la partenza: Campazzo e Tavares confezionano subito un 4-0 di parziale che mette ancor più l’Olimpia spalle al muro, ma con un contro parziale di 8-0 la partita si riaccende (triple di LeDay e Causeur). Addirittura a metà quarto è un’altra tripla, stavolta segnata da Mirotic, a riportare a soli due possessi pieni di distanza il divario tra le due formazioni.
E dopo aver segnato su una clamorosa palla recuperata il -4, ecco che il montenegrino ha la chance per accorciare a -2, ma dalla lunetta incredibilmente fa 0/2. Errori che pesano tantissimo: Campazzo firma 6 punti con due giocate d’alta scuola e il Real scappa nuovamente. Poi ci pensa Hezonja a inferire sulla difesa milanese che non copre gli spazi (5 punti e nuova fuga, 78-63 alla penultima sirena). L’Olimpia prova a tornare sotto, ma la distanza è troppo ampia. E la post season decisamente più lontana.