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Europei Volley, l'Italia chiude malissimo: 0-3 contro l'Olanda, addio bronzo

Una sconfitta senza attenuanti (25-23, 28-26, 25-20) nel giorno in cui riesplode la polemica attorno a Paola Egonu, che il commissario tecnico tiene in panchina per lunghi tratti del match

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L’Europeo dell’Italia di Davide Mazzanti s’è fermato sul finire del quarto set della semifinale contro la Turchia. Se qualcuno nutriva dubbi al riguardo, a spazzarli via c’ha pensato la finalina per il bronzo contro l’Olanda, che ha letteralmente fatto man bassa di una squadra ormai completamente svuotata nella testa, e forse pure nelle gambe.

Una sconfitta senza attenuanti (25-23, 28-26, 25-20) nel giorno in cui riesplode la polemica attorno a Paola Egonu, che il commissario tecnico tiene in panchina per lunghi tratti del match, inserendola soltanto nei momenti di maggiore difficoltà ma ottenendo in cambio poco o nulla.

Evidentemente la testa delle azzurre era già in vacanza, perché la rimonta subita ad opera della Turchia nella semifinale di venerdì ha pesato enormemente nell’animo di una squadra che si è dissolta di fronte ai primi ostacoli.

Si salva solo Pietrini

Mazzanti ha riproposto il solito sestetto ammirato nel corso della rassegna, con Orro alla regia e Antropova opposto, Sylla e Pietrini in banda, Danesi e Lubian al centro e Fersino libero. L’Olanda però ha mostrato da subito un atteggiamento più convinto e sparagnino, con Daalderop a dettare legge a muro (il totale di serata reciterà 12-6 per le olandesi) e un attacco capace di viaggiare su percentuali davvero alte.

L’Italia al solito ha mostrato qualche sbavatura in ricezione, pagando dazio però a tantissimi errori al servizio (8 nel solo primo set) e pure in attacco, con Antropova apparsa a sua volta un po’ fuori dal gioco.

Il terzo set è un supplizio

L’ingresso di Egonu però non porta risultati (anzi un’invasione e un muro subito lanciano le orange sul +4) e il finale di set è segnato, nonostante il risveglio (tardivo) di Sylla che prova a riportare a contatto le compagne.

Nel secondo set la partenza è buona, ispirata da Pietrini, ma un parziale di 7 punti consecutivi spedisce nuovamente in orbita un’Olanda che gioca sulle ali dell’entusiasmo, infierendo sulle lacune di un’Italia che sembra svagata e poco presente nella partita.

Il doppio cambio chiamato da Mazzanti (dentro Bosio e Egonu) stavolta non paga dividendi, ma per fortuna Antropova con due ace (sarebbero tre, ma c’è una svista arbitrale che pesa) riporta a contatto le azzurre, che trovano persino 4 palle set senza però riuscire a sfruttarne nemmeno una, mentre alle olandesi basta un muro su Sylla per chiudere i conti.

Il terzo set è oggettivamente un supplizio: Danesi con un paio di muri prova a scuotere le compagne, ma sul 14 pari l’Olanda trova il modo per scappare (+4) e non c’è modo di andarle a riprendere, anche perché l’Italia i ha la fiducia sotto i tacchi.

Le parole di Mazzanti

L’epilogo di Eurovolley è dunque amaro, con Davide Mazzanti che a fine match si mostra però lucido nel commentare tutto il lavoro fatto.

Non può essere l’esito di una partita a determinare il giudizio su quanto abbiamo fatto. Dopo il mondiale dell’anno scorso con la federazione ci siamo confrontati, perché sapevo di non avere più una squadra in mano. Per questo sono state prese delle decisioni che mi hanno portato a fare degli esperimenti in Nations League, e che poi si sono rivelati utili qui all’Europeo, cambiando alcune interpreti e guardando anche in prospettiva futura. Il rammarico lo lego alla sconfitta con la Turchia, gara nella quale abbiamo gestito male alcuni palloni che ci sono costati la vittoria. Questa con l’Olanda è stata una gara che per noi non è nemmeno cominciata, perché l’approccio è stato sbagliato e pur provando a cambiare le cose in corsa non siamo riusciti a dare una svolta.

Al riguardo, Mazzanti ha ribadito la piena convinzione che la gestione di Egonu sia stata giusta, almeno seguendo quella che era la linea concordata con la federazione.

In un percorso le cose possono anche cambiare, anche perché le risposte te le da il campo. Paola in questa manifestazione ha ricoperto un determinato ruolo e l’ha fatto bene, oggi però la soluzione in uscita dalla panchina non ha funzionato, anche perché non ha funzionato nemmeno il contorno. Dobbiamo fare tesoro degli errori commessi perché ora ci andiamo a giocare una qualificazione olimpica che non è scontata, ma che non può e non deve venir meno per nessuna ragione al mondo.

Testa al Preolimpico

L’Italia torna giù dal podio continentale a 6 anni di distanza dall’ultima volta (nel 2017 arrivarono quinte) e dopo il bronzo del 2019 e l’oro del 2021. Ora però, come spiegato bene da Mazzanti, c’è da inseguire la qualificazione a Parigi 2024: chissà se al preolimpico in programma dal 16 al 24 settembre in Polonia il gruppo sarà lo stesso (presumibilmente si), soprattutto con la conferma di Egonu come riserva di Antropova.

Di sicuro ci sarà da ritrovare la giusta concentrazione dopo che in sole 48 ore tutti i buoni propositi raccolti nel corso delle precedenti 7 gare (tutte vinte 3-0) sono andati a farsi benedire.

La formula del torneo prevede un girone all’italiana di 8 squadre, con gare di sola andata al termine delle quali le prime due classificate si qualificheranno per i giochi. Polonia e Stati Uniti sono le rivali più accreditate: Germania, Colombia, Thailandia, Slovenia e Corea del Sud le altre avversarie. Punteggi come nelle competizioni nazionali: tre punti per le vittorie per 3-0 o 3-1, due per quelle ottenute per 3-2, uno per le sconfitte per 2-3 e zero in caso di ko. per 1-3 o 0-3.

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