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Europei Volley pagelle Italia-Polonia 0-3: Leon MVP, Huber è l'incubo di Balaso

Gli Azzurri girano male, Lavia prova a tenerci a galla ma non basta. L’equilibrio è pressoché totale fino a che non va al servizio Leon, autentico mattatore del match. Huber e Kochanowski ottimi coprotagonisti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Italvolley medaglia d’argento, la Polonia si consacra campione d’Europa a Roma con un netto 3-0. Davanti al presidente Sergio Mattarella, grande appassionato di pallavolo, gli 11.300 spettatori che hanno riempito il catino della capitale (ma tra questi c’erano anche tanti polacchi) a lungo hanno sperato in un colpo di coda che non è mai arrivato.

Nel primo set c’ha pensato Huber a mandare in tilt la ricezione azzurra: parziale di 4-0 in apertura e da lì è stato tutto un affannarsi per provare a tornare a contatto, senza però mai dare l’impressione di poterlo fare per davvero.

L’equilibrio è totale, poi ci pensa Leon

Qualche segnale di risveglio arriva solo in chiusura di set, quando dal 22-14 per la Polonia si arriva a chiudere sul 25-20.

La scossa sperata, però, tarda a venire: nel secondo set l’equilibrio è pressoché totale fino a che non va al servizio Leon, che con due ace e altre due battute ficcanti scava il +4 che i polacchi conservano per chiudere sul 25-21 il secondo set.

Eloquente il dato della ricezione: 56% Polonia, 15% Italia. Impossibile uscirne vivi.

RIVIVI IL LIVE DI ITALIA-POLONIA 0-3: AZZURRI D’ARGENTO

I dettagli decisivi

Non è un caso che nel terzo lo spartito cambia sin dai primi scambi: in difesa adesso l’Italia tiene e per Giannelli c’è più scelta nelle opzioni con le quali servire i compagni. Lavia parte forte e i compagni lo seguono: soprattutto è Michieletto a entrare con entrambi i piedi in partita, costringendo Grbic a fermare l’incontro.

Huber e Kochanowski però fanno le veci di Leon al servizio e a quota 15 la parità è ristabilita. Persino il nastro aiuta i polacchi, che trovano sul 18-17 il primo vantaggio nel set.

Sulla linea dei 9 metri la sentenza è scritta

E quando Leon torna sulla linea dei 9 metri, la sentenza (purtroppo) è già scritta: altro ace per scappare sul +2, cui risponde Lavia con un altro attacco monumentale. Ma è un errore di Romanò dopo uno scambio prolungato a rispedire avanti i polacchi.

A quel punto non resta che pregare:

Anche Papa Wojtyla tifa Italia

recita uno striscione, ma agli déi della pallavolo poco importa. Un anno fa a Katowice la festa era tutta azzurra, stavolta biancorossa. Tra un anno a Parigi, chissà…

Le pagelle dell’Italia

  • GIANNELLI 5,5. Serata difficile per il capitano, che nei primi due set deve arrabattarsi come può, dato che i palloni che arrivano dalla ricezione non sono certo belli come quelli che tirano su i polacchi. Meglio nel terzo, quando mostra i soliti saggi di bravura, ma stavolta non basta.
  • ROMANÒ 5. In certi momenti della partita è quello che si prende carico di trascinare l’attacco, e i polacchi faticano a prendergli le misure. Peccato che spesso e volentieri si dimostri poco preciso: qualche errore di troppo quando la palla più scotta (vedi il punto del 23-21 nel terzo set) e l’Europeo scappa via.
  • MICHIELETTO 5,5. Non è stato il suo Europeo, almeno non bello come quello di due anni fa quando da perfetto sconosciuto (o quasi) si ritrovò a trascinare la nazionale a suon di attacchi e servizi pungenti. Anche stasera si accende a intermittenza: nel terzo set illude il pubblico romano alzando le percentuali (chiude col 56%), ma il proposito dura troppo poco.
  • LAVIA 6,5. Davvero l’ultimo ad arrendersi, quello che sia al servizio che soprattutto in attacco in qualche modo tiene a galla gli azzurri anche nei momenti più bui. Giannelli lo cerca più di ogni altro compagno (20 attacchi, 55% complessivo con 13 punti a referto) e lui prova a fare quello che è nelle sue possibilità.
  • RUSSO 5,5. Lodevole il recupero a tempo di record, anche se non è il solito Russo, quello che nelle prime 6 partite di EuroVolley ha dettato legge sotto rete. Due punti, nessun muro e la sensazione che la sorte gli abbia tirato un brutto scherzo, a lui come all’Italia.
  • GALASSI 6. Non potendo contare sul miglior Russo è costretto a fare gli straordinari, e tutto sommato se la cava come meglio può. Soprattutto nel terzo set è tra quelli che più di tutti si prodigano per provare a rimettere in piedi la baracca, e anche al servizio non disdegna. Ha poco da rimproverarsi.
  • BALASO 4,5. Sognerà per tutte le prossime notti le battute di Huber e Leon, che puntualmente lo vanno a cercare e puntualmente lo costringono agli straordinari per provare a rimettere la palla in campo. Grbic lo ha studiato bene: praticamente una battuta su due dei polacchi gli finisce addosso. Fabio stavolta ne esce con le ossa rotte, pagando dazio alla serata di grazia dei polacchi dai 9 metri.
  • SBERTOLI 6. Con un bel turno di servizio in chiusura di primo set prova a rianimare un’Italia già al gancio. Poi la magia non si ripete, ma non è che possa sempre fare miracoli.
  • SCANFERLA sv. De Giorgi lo butta nella mischia per provare ad arginare l’ondata polacca e far rifiatare Balaso. Pochi scambi, senza dover nemmeno fare chissà cosa.
  • RINALDI sv. Entra sul 23-22 per i polacchi nel terzo set cercando di forzare al servizio, ma la palla resta sul nastro.
  • DE GIORGI 5,5. I meriti della Polonia sono innegabili, e Fefè capisce che contro un avversario che si mostra superiore c’è poco da fare. Non era mai capitato all’Italia di inseguire tanto a lungo, ma si sapeva che se le percentuali al servizio dei polacchi si sarebbero rivelate altissime (come è stato) sarebbe stata dura uscirne vive. Russo acciaccato e qualche giovane in panca non ancora pronto lo condannano a una resa impietosa nella forma, ma con più di un alibi nella sostanza. Tutto materiale di cui tener conto sulla strada che porta a Parigi.

Le pagelle della Polonia

  • JANUSZ 6,5. Il palleggiatore polacco vive una serata tutto sommato tranquilla, perché la maggior parte dei palloni che gli gravitano attorno sono piuttosto facili da smistare. Un ace suggella la sua bella (e comoda) serata.
  • LEON 9. Un anno fa a Katowice non c’era, e adesso molti hanno capito quanto quell’assenza abbia pesato. La verità è che un Leon così devastante non lo si ricordava da anni (chiedere a Perugia, che attende un segnale da almeno 3 stagioni…): 13 punti e 3 ace, ma con almeno altre 4-5 battute che hanno prodotto punti pesantissimi. E in ricezione (l’anello debole) tiene al 50%. È giustamente eletto MVP di serata: dopo 14 anni (grazie a un naturalizzato cubano) i polacchi hanno di che esser contenti ed esultare.
  • KACZMAREZ 7,5. In doppia cifra nonostante non faccia male come altri compagni dalla linea dei 9 metri. È un bel fare per uno che alla vigilia veniva considerato un possibile anello debole, e invece s’è dimostrato solido e ispirato.
  • SLIWKA 8: Janusz lo premia offrendogli il pallone che manda sulle mani del muro, e che diventa la cartolina da consegnare alla storia, cioè il punto che vale l’Europeo. Prima però Sliwka ci mette tanto cuore e attenzione ai dettagli: attacca “solo” 14 palloni, ma ne mette giù 7. Più un ace e un muro.
  • HUBER 8,5. In Italia quel nome viene identificato con quello del poliziotto della TV Svizzera. Huber però è polacco, vive una serata di vena clamorosa e al servizio non fa male, bensì malissimo alla ricezione italiana. Con 5 ace e altre battute malandrine che fanno vedere i sorci verdi alla difesa azzurra. Azzecca la gara della vita: bravo lui.
  • KOCHANOWSKI 7. Partita di grande sostanza e qualità, dove si concentra soprattutto su come passare in attacco. Dalle sue mani passano diversi punti pesanti che consentono a Grbic di poter andar via spedito, specialmente nei primi due set.
  • ZATORSKI 7,5. La partita dei liberi la vince a mani basse, con quel 59% in ricezione che fa capire che di palloni ne ha salvati, e pure tanti. Dà tranquillità ai compagni e a quel punto per le bocche da fuoco polacche tutto diventa più semplice.
  • SEMENIUK 6,5. Chiamato in causa sul finale di secondo set, mette giù un pallone pesante perché utile per rispedire indietro gli azzurri. Fa quello che deve fare.
  • FORNAL 6. Anche lui dentro nel finale di secondo set, quando partecipa al momento di resistenza che consegna alla Polonia il parziale.
  • GRBIC 8. Trova dividendi al servizio, che poi è anche il motivo per il quale un anno fa aveva pagato dazio. Stavolta funziona tutto: Huber e Leon costringono l’Italia a giocare di rimessa e lui la azzanna, memore anche della lezione di Katowice. La sensazione è che contro questa Polonia, almeno stasera, non ci fosse nulla da fare. E chissà che tra un anno non sia tempo di giocare la “bella” a Parigi…

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