La spettacolare stagione 2022 di Formula 1, oltre al mondiale messo in bacheca da un dominante Max Verstappen, ha portato con sé numerosi interrogativi, soprattutto legati alla sicurezza in pista delle monoposto di ultima generazione. Le gare, infatti, oltre a essere emozionanti e sempre vive nei sorpassi, hanno messo in archivio anche numerosi incidenti e contatti che nelle stagioni passate riuscivano a essere evitati, sebbene in ogni situazione i piloti siano usciti illesi, anche quelle più clamorose come quella occorsa al pilota cinese Guanyu Zhou.
Tutta colpa del tanto discusso effetto Venturi o c’è di più? Le nuove monoposto, pensate per rendere più spettacolare l’azione in pista, sono finite sotto la lente d’ingrandimento degli esperti che hanno constatato che uno dei rischi collaterali alle emozioni della gara può essere il DRS, il Drag Reduction System, e il suo impiego (a tratti ancora necessario se non addirittura abusato) in F1.
- DRS, cos'è e quando può essere utilizzato in Formula 1
- Verstappen-Leclerc, duello a Jeddah deciso dal DRS
- Red Bull, Horner: "Regola da rivedere". Andrew Green, Aston Martin: "graduale riduzione delle zone DRS in Formula 1"
- La dura critica di Vettel al DRS in F1
- Ross Brawn e il futuro della Formula 1 e del DRS
- Leclerc, invece, sul DRS in F1 si dice a favore
DRS, cos’è e quando può essere utilizzato in Formula 1
Introdotto nel campionato di Formula 1 nel 2011, il DRS o Drag Reduction System è un sistema implementato in tutte le monoposto per ridurre la resistenza aerodinamica delle vetture. Si tratta di un flap, un’ala montata sulla posteriore principale, che può essere mosso e aperto per aiutare i piloti a sorpassarsi gli uni con gli altri nel corso di qualifiche e gara.
Quando è aperto, il DRS permette ai piloti di sfruttare la massima velocità della propria vettura, non avendo alcuna resistenza aerodinamica. L’attivazione, che avviene grazie a un bottone sul volante, è consentita solo in determinati tratti della pista e a determinate condizioni di distacco cronometrico. Premesso che può essere utilizzato solo se il ritardo dal pilota che precede è pari o inferiore a un secondo al detection point (il punto dove viene aggiornato il distacco prima della zona DRS), non tutte le piste hanno lo stesso numero di aree DRS. Ad esempio, lo storico circuito di Silverstone, in Gran Bretagna, ha 2 punti DRS: uno posizionato sull’Hangar Straight (tra curva 14 e curva 15) e uno presso il Wellington Straight (rettilineo che conduce da curva 6 a curva7). Monza le presenta sul rettilineo principale dell’Autodromo e sull’allungo che porta dalla Lesmo 2 alla variante Ascari. Il sistema si disattiva automaticamente una volta che la vettura frena.
Ulteriormente a ciò, l’utilizzo del DRS soffre di particolari restrizioni in caso di gara bagnata. Dal 2012, infatti, è stato deciso che la Direzione Gara avrebbe mantenuto la facoltà di disattivare l’ala mobile se questa avesse causato ulteriori problemi di visibilità in pista, oltre a quelli portati naturalmente dalla pioggia. In ogni situazione, poi, il DRS viene disabilitato da remoto se ritenuto un pericolo per la sicurezza dei piloti in gara.
Verstappen-Leclerc, duello a Jeddah deciso dal DRS
Si tratta di un sistema che, sin dalla sua introduzione, ha fatto storcere il naso a molti, e in particolare a inizio stagione 2022. Come mai? Per cercare di capire meglio bisogna analizzare quanto accaduto a Jeddah, ma anche a Sakhir, tra Verstappen e Leclerc. In occasione dell’ultima gara in Arabia Saudita, un episodio ha particolarmente colpito gli uomini del Circus: pur di sfruttare l’attivazione del sistema, i due piloti hanno inchiodato sul detection point per evitare di passare primi e dare all’altro l’occasione di spalancare l’ala e soprassare l’avversario sul rettilineo principale del circuito.
“Mai vista una cosa del genere” hanno pensato in tanti, tra lo stupore e la paura. Lo stesso Max Verstappen, dopo la vittoria conquistata nel GP dell’Arabia saudita, ha ammesso che senza l’aiuto del DRS non sarebbe stato capace di sorpassare la Ferrari di Leclerc. “Sarebbe stato impossibile” ha detto l’olandese, aumentando così l’amaro in bocca ai tifosi della Rossa che sognavano la vittoria back-to-back del Cavallino Rampante e un gran record per la Ferrari.
Red Bull, Horner: “Regola da rivedere”. Andrew Green, Aston Martin: “graduale riduzione delle zone DRS in Formula 1”
Sulla questione DRS è intervenuto anche Christian Horner, team principal della Red Bull, che ha chiesto l’analisi attenta della regola. “Il DRS è potentissimo, sembra il gioco del gatto con il topo. Nei prossimi anni forse si dovrebbe ripensare a come viene rilevato il DRS, perché bisogna evitare di trovarsi in situazioni simili” ha detto il dirigente della scuderia austriaca.
Insomma, una regola da rivedere per garantire sì lo spettacolo, ma in tutta sicurezza. Spetterà come sempre alla FIA decidere sul da farsi, ma quanto visto a Jeddah nell’ultimo appuntamento della F1 è stato davvero al limite del pericolo e le prossime tappe del mondiale, tra Monza e Baku che hanno rettilinei velocissimi, saranno decisive.
Sulle possibile modifiche al regolamento da parte della FIA ha parlato anche Andrew Green, direttore tecnico del team Aston Martin di Formula 1. L’ingegnere britannico ha affermato che il sempre maggiore uso dell’effetto suolo, legati ai canali Venturi, da parte delle monoposto, genera sempre meno “aria sporca” nei confronti della vettura che insegue, rendendo di fatto inutile il DRS, introdotto proprio per compensare questo problema aerodinamico che rendeva impossibili i sorpassi. Per Green, le zone DRS andranno via via a ridursi sempre più, fino a probabilmente scomparire del tutto nel corso dei prossimi anni, riportando i sorpassi in mano all’abilità dei singoli piloti e non più esclusivamente a un ausilio meccanico.
La dura critica di Vettel al DRS in F1
Il pilota tedesco, quattro volte campione del mondo, ha criticato aspramente l’introduzione dell’ala mobile. Costretto a saltare le prime due gare del campionato 2022 per la positività al Covid-19, tra cui proprio quella “incriminata” di Jeddah, ha potuto godere di un punto di vista privilegiato sulla questione e si è espresso con grande durezza nei confronti del DRS, definendolo ormai l’unico modo per i piloti per eseguire un sorpasso. “In origine il DRS era stato introdotto come assistenza per facilitare i sorpassi, mentre oggi è l’unico strumento che consente di completare la manovra. Penso che adesso sia più facile seguire chi ti precede, ma c’è anche un minor effetto scia e probabilmente ci affidiamo al DRS più che in passato”, ha commentato Seb, che ha poi lanciato una “sfida” ai piani alti della Formula 1: “sarebbe interessante togliere l’ala mobile e vedere come si svolgerebbe una gara, se si può superare più agevolmente rispetto agli scorsi anni”.
Ross Brawn e il futuro della Formula 1 e del DRS
In merito a questa spinosa questione, ha detto la sua anche uno dei “pezzi grossi” del Circus della Formula 1, Ross Brawn. Storico ingegnere automobilistico, nell’ambiente dagli anni ’70 e con alle spalle svariati mondiali vinti con Benetton, Ferrari, la sua scuderia omonima e con Mercedes, dal 2017 è direttore generale e responsabile sportivo del progetto Formula 1. Per Brawn, il DRS prima o poi verrà cestinato: “Mi piacerebbe pensare che potremo raggiungere una fase in cui il DRS non diventi un fattore critico”, ha commentato. L’ingegnere è poi chiaro sulla direzione che vuol prendere lo sviluppo delle monoposto: “Il sorpasso deve rappresentare il culmine di una grande battaglia, ma per avere una bella lotta in pista è fondamentale avere auto che possono seguirsi e gomme che non degradano”.
Leclerc, invece, sul DRS in F1 si dice a favore
Il pilota monegasco, reduce da una stagione con più lati scuri che chiari, a precisa domanda sull’impiego del DRS si è definito favorevole. “Penso che il DRS debba rimanere per ora, altrimenti le gare sarebbero molto noiose”, ha commentato. “mi piace molto. Fa parte della strategia di ogni pilota in termini di difesa e sorpasso, e per ora fa parte delle gare”. Idee chiare, quel del ferrarista, che per il momento non ritiene ancora sufficientemente matura la Formula 1 per abbandonare a cuore leggero la famigerata ala mobile, sebbene siano stato fatti notevoli passi in avanti per “semplificare” e aumentare i sorpassi in gara.