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F1, Massa e il crashgate, parla l'avvocato di Felipe: "Puntiamo ad avere il Mondiale 2008" e spiega la strategia

Felipe Massa non riesce a dimenticare il Mondiale 2008 vinto da Hamilton per un punto, uno dei suoi avvocati Bernardo Viana, spiega le ragioni di ottimismo dell'azione legale per avere quel titolo mentre Felipe chiama la Ferrari ma viene allontanato dalla F1

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Non arretra di un passo Felipe Massa. Anche davanti all’ostracismo della Formula 1. “Ospite indesiderato”, così è stato dichiarato l’ex pilota brasiliano da Liberty Media e dalla FIA all’ultimo Gran Premio di Monza. Non gradita la sua presenza a Monza. Lui che per anni ha guidato la Ferrari, delfino di Michael Schumacher prima, alfiere di Kimi Raikkonen nella conquista del titolo 2007 e infine quasi campione l’anno successivo.

Proprio quel Mondiale di F1, del 2008, è oramai al centro di un’aspra diatriba legale che Massa ha intrapreso per avere, a detta sua, giustizia su quello che di poco chiaro successe quell’anno. Il riferimento è al crashgate, quell’incidente di Nelsinho Piquet a Singapore per far vincere Alonso.

Scandalo che a conti fatti costò l’alloro a Felipe. Che finì per perdere il campionato del mondo vinto da Hamilton a Interlagos con il sorpasso all’ultima curva su Timo Glock, grande beffa per il pilota brasiliano della Ferrari che per qualche secondo, dopo aver tagliato il traguardo primo, aveva assaporato l’essere campione del mondo.

A spiegare le ragioni della battaglia legale di Massa ci ha pensato uno degli avvocati del team legale messo su dal brasiliano, Bernardo Viana, che rappresenta Massa, ha dichiarato: “L’obiettivo è portare a casa il trofeo. Non si tratta di risarcimento finanziario”.

Crashgate, parla l’avvocato di Massa: “Puntiamo al titolo”

In un’intervista a Motorsport.com, un avvocato dello studio legale che rappresenta Massa ha spiegato perché il brasiliano ha preso seriamente in considerazione l’idea di questa azione e del perché crede che abbia buone chance di contestare il titolo del 2008 in tribunale.

L’avvocato Bernando Viana ha spiegato che a differenza di quanto si credesse, cioè la ricerca da parte dell’ex pilota Ferrari di un risarcimento economico, in realtà il caso è tutto incentrato sulla conquista del titolo, vinto poi all’ultima gara da Hamilton per un solo punto:

L’obiettivo è portare a casa il trofeo. Non è finanziario. Per arrivarci verranno prese diverse azioni con obiettivi diversi, alcuni per ottenere informazioni e altre per ottenere dichiarazioni. Vogliamo che tutto quello che è successo nel 2008 e successivamente sull’accaduto, venga alla luce. Siamo abbastanza fiduciosi delle prove che abbiamo, fatte salve quelle aggiuntive che stiamo cercando, e fatto salvo tutto ciò che verrà alla luce. Comprendiamo che ci sono molte più informazioni che non sono state rese pubbliche”.

Fonte: ANSA

L’avvocato di Massa spiega la strategia: “Abbiamo ragione noi”

L’avvocato Viana ha rivelato che è stato formato un ampio gruppo di esperti per affrontare il procedimento, dopo aver inizialmente appurato che ci fossero gli estremi per Massa per intraprendere questa forte azione legale e torna sul crashgate a Singapore:

“La soluzione migliore sarebbe stata l’annullamento della gara (Singapore, ndr), come ha ammesso Bernie Ecclestone, e che lui, Max Mosley e Charlie Whiting (rispettivamente patron della F1, presidente FIA e direttore di gara, ndr) hanno sempre capito che fosse così. Era il modo corretto di affrontare i regolamenti. E anche qualora avessero voluto annullare parzialmente la gara, valida fino al 14esimo giro [quando Piquet è andato a muro volutamente, ndr], lo stesso Felipe sarebbe stato campione. Con l’attribuzione del 50% dei punti, Massa quel giorno venne ‘derubato’ di 10 punti ma ricordiamo che perse il campionato per uno. Quindi i conti sono molto chiari”.

Massa “ospite sgradito” a Monza, chiama la Ferrari

Insomma, Felipe Massa sente suo quel titolo e lo conta come tale. Anche se al momento la sua mossa ha prodotto solamente un isolamento del brasiliano da quello che era ed è ancora il suo mondo, la F1. A Monza infatti il brasiliano, ex pilota della Ferrari, era assente. Non si è visto da nessuna parte. Per di più è stato rimosso dal circuito uno striscione del Ferrari Club di Caprino Bergamasco che recitava: “Felipe Massa campione del mondo 2008”.

Massa però va dritto per la sua strada e in una recente dichiarazione ha chiesto “supporto” alla Ferrari: “Ho la certezza che quel campionato è mio ed è il 16° mondiale piloti della Ferrari. Non capisco perché non si possa farlo, pur avendo prove evidenti, solo perché sono passati uno, due o 15 anni. Al momento non ho ancora avuto nessun tipo di supporto dalla Ferrari, ma mi aspetto che arrivi presto. Sono ottimista, lotterò per la giustizia fino alla fine”.

Il silenzio della Ferrari sul crashgate, Vasseur: “Niente da dire”

In tutto questo la Ferrari che quel mondiale lo ha perso al pari di Massa non ha mai fatto o detto nulla a riguardo, evidentemente anche perchè con le mani legate dal Patto della Concordia e dagli enormi interessi sui sottili equilibri nel circus, basti pensare che l’allora team principal della rossa era Stefano Domenicali, oggi Ceo di Liberty Media.

Restano le parole, di qualche settimana del team principal attuale della Ferrari, Fredric Vasseur che in un’intervista a Roberto Chinchero, di fatti, se n’è lavato le mani:

“Non voglio fare alcun commento su questo argomento, ho un buon rapporto con tutte le parti coinvolte. È una vicenda complessa, le circostanze sono abbastanza eccezionali. Posso dire che personalmente non sono un grande fan delle revisioni, anche se si tratta di cambiare i risultati 15 minuti dopo la gara”.

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