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F1, GP di Monaco: le caratteristiche del circuito di Montecarlo

Domenica tornerà a disputarsi dopo un anno di assenza uno degli appuntamenti più classici del Mondiale di Formula 1.

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Per il campionato del mondo di Formula 1 è arrivata l’ora di uno degli appuntamenti più classici: il Gran Premio di Monaco sul circuito di Montecarlo. Una gara che è senza dubbio la più glamour del Circus, che è arrivata alla sua 78a edizione, la 67a valida per il Mondiale piloti, e che torna finalmente in calendario dopo che l’anno scorso non si è potuta disputare a causa dell’emergenza Covid-19. Il più vittorioso con sei successi è Ayrton Senna, primo nel 1987, 1989, 1990, 1991, 1992 e 1993, il brasiliano detiene anche il maggior numero di pole position, cinque. Il weekend inizierà con le prove libere, che però, come da tradizione, non si disputeranno il venerdì bensì il giovedì.

Il circuito del Principato, attualmente lungo 3337 metri, è cambiato numerose volte nel corso degli anni, specialmente lungo la seconda metà del percorso. La linea del traguardo è sistemata quasi alla fine di un rettilineo che piega leggermente verso destra, la prima staccata è una delle più violente: si passa da 280 a 110 km/h per imboccare la curva a destra di Ste. Devote, che prende il nome dalla chiesa ubicata a poca distanza dalla curva stessa. Si prosegue a tutta velocità sulla salita del Beau Rivage, con doppia piega sinistra-destra-sinistra-destra, quindi altra staccata per affrontare a 150 km/h la curva a sinistra di Massenet e poi, a 130 km/h, la curva a destra del Casino.

Qui comincia la vertiginosa discesa verso la curva Mirabeau, che si percorre verso destra a circa 70 km/h. Piccola curva a sinistra, brevissimo allungo e poi si arriva al celeberrimo tornante del Grand Hotel, la curva più lenta del Mondiale, verso sinistra e a meno di 50 km/h, che ha cambiato varie denominazioni: Vecchia Stazione, Fairmont, Loews. La doppia curva a destra del Portier immette sul lungomare e poi si imbocca a tutta velocità il tunnel, ora molto più lungo di quanto non fosse fino a cinquant’anni fa, che ovviamente si percorre in pieno anche se è in piega verso destra.

Poco dopo l’uscita arriva la frenata più violenta, da 307 a 90 km/h, per affrontare la chicane del porto, le cui caratteristiche sono state modificate più volte nel tempo e che attualmente è una lenta combinazione sinistra-destra-sinistra. Si sfreccia poi fino ad arrivare alla curva del Tabaccaio, verso sinistra a 150 km/h. Da qui in poi c’è l’ultimo tratto, che fino a 50 anni fa era completamente diverso: dal Tabaccaio infatti si procedeva in piega verso sinistra lungo la costa fino ad arrivare all’ultimo, strettissimo tornantino, quello del Gasometro, usciti dal quale ci si immetteva infatti sul rettilineo d’arrivo.

Dai primi anni settanta si affronta invece, dopo il Tabaccaio, la rapida doppia esse delle Piscine, la prima è una sinistra-destra più veloce della seconda che è una destra-sinistra. Una semicurva a sinistra immette poi sul tornante della Rascasse, dal nome dell’hotel che è sorto negli anni settanta e che ha inevitabilmente comportato la modifica al tracciato storico. Poco dopo questa lentissima curva a destra, l’ultima insidia è un’altra curva a destra, completamente cieca, dedicata ad Anthony Noghes, colui che fece nascere nel 1929 il Gran Premio di Monaco, dopo la quale ci si invola verso il traguardo pronti per un altro giro.

F1, GP di Monaco: le caratteristiche del circuito di Montecarlo F1: GP di Spagna, le foto Fonte: Getty Images

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