Il caso Christian Horner non è per nulla chiuso, anzi all’orizzonte si preannunciano nuovi problemi per il team principal della Red Bull visto che proprio sul finire delle libere del Gp del Bahrain è arrivata una mail anonima a scompaginare la quiete in casa Red Bull. Una situazione che ora rischia di essere esplosiva visto che anche le altre squadre (McLaren e Mercedes in prima fila) domandano di fare chiarezza sull’indagine e sui risultati che hanno portato a un “nulla di fatto”.
- Caso Horner: l’email anonima ai giornalisti
- Horner: “Mi interessa cosa indossi sotto i vestiti”
- Screen e foto: la gola profonda all’interno di Red Bull?
- Horner: “Non commento speculazioni anonima”
- Wolff e Brown chiedono l’intervento della FIA
Caso Horner: l’email anonima ai giornalisti
La prima giornata di prove libere sul tracciato di Sakhir si stava concludendo. I giornalisti erano alle prese con tempi di qualifiche e con le prime sensazioni alla ripresa della stagione 2015 quando è scoppiato di nuovo il caso che riguarda Christian Horner. Poco prima della fine della sessione di libere infatti è stata inoltrata a 100 giornalisti una mail, con mittente anonimo, che secondo le prime fonti conterrebbe gli screen tra il team principal della Red Bull e la dipendente che sarebbe stata vittime delle presunte molestie.
Il contenuto di questa mail che non è stato reso noto potrebbe aggravare la posizione di Horner proprio il giorno dopo quella che sembrava la chiusura del caso e secondo le prime voci la “missiva” sarebbe arrivata anche al presidente della Fia, Mohammed Ben Sulayem e a Stefano Domenicali.
Horner: “Mi interessa cosa indossi sotto i vestiti”
E’ la Gazzetta dello Sport a svelare alcuni presunti messaggi contenuti nella mail anonima che è stata inviata oggi a 100 giornalisti. Secondo il quotidiano sportivo alcuni messaggi sarebbero davvero compromettenti. La collega chiede a Horner: “Cosa vuoi che indossi domani in aereo?”. Lui risponde: “Non mi importa. E’ più interessante cosa indossi sotti i vestiti”.
Stando a quanto scrive la Gazzetta le allusioni sessuali sarebbero frequenti e dopo un momento in cui la donna sembra stare al gioco, poi cambia idea. “Non capisco come sia possibile che uomini felicemente sposati si lascino andare a certi atteggiamenti”, scrive e Horner fa subito marcia indietro: “Non vorrei avessi pensato a un’aggressione sessuale, ti chiedo scusa”. Nei messaggi ci sarebbe anche una richiesta di Horner di cancellare tutte le conversazioni.
Screen e foto: la gola profonda all’interno di Red Bull?
La mail inviata ai giornalisti e ai piani alti del mondo della Formula 1 mette ancora una volta alle strette Horner che nel primo giorno di libere in Bahrain si era detto sereno sulla soluzione del caso. Nella email inviata ci sarebbe un allegato con estratti di conversazione tra il team principal della Red Bull e la dipendente che ha sporto denuncia; oltre che una serie di foto che sarebbero state inviate dallo stesso Horner. Ovviamente è già partita la caccia alla gola profonda con Sky che asserisce che l’attacco a Horner potrebbe arrivare proprio dalla Red Bull, in particolare da qualcuno che sarebbe scontento dall’esito dell’indagine.
Horner: “Non commento speculazioni anonima”
Il team principal della Red Bull, Christian Horner, ha immediatamente replicato dopo la fuga di notizie: “Non commenterò dichiarazioni anonime e ribadisco che ho sempre negato le accuse. Ho rispettato l’integrità dell’indagine indipendente e ho collaborato pienamente in ogni fase del percorso. E’ stata un’indagine approfondita ed equa condotta da un avvocato specializzato indipendente e si è conclusa, respingendo la denuncia presentata”.
Wolff e Brown chiedono l’intervento della FIA
A essere scontenti ci sono però anche i team principal delle squadre rivali. Toto Wolff della Mercedes e Zak Brown della McLaren nel corso di una conferenza stampa a Sakhir hanno palato di zone d’ombra all’interno della vicenda e hanno chiesto l’intervento da parte della FIA e da parte di Formula 1 (la società che organizza il Mondiale) in modo da portare trasparenza in quella che fino a questo momento è stata solamente un’indagine interna della Red Bull.