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F1, Michael Schumacher, l'aneddoto dell'ex pilota Karun Chandhok: "Che gesto, non era obbligato a farlo"

Arriva dall'ex pilota di F1, l'indiano Karun Chandhok un bel ricordo relativo a Michael Schumacher relativo ai tempi in cui Schumi fece il suo gran rientro con la Mercedes e lui esordiva con l'Hrt

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Ogni momento, ogni intervista, ogni trasmissione, è buona per ricordare Michael Schumacher. Anche se i ricordi, le vittorie, le gioie di un tempo hanno lasciato spazio allo sconforto pensando alla condizione di salute di Schumi da quel tragico incidente sulle piste di Meribel di un oramai lontanissimo e glaciale 29 dicembre 2013 che ha cambiato la sua vita, e quella dei suoi cari financo a lasciare un vuoto incolmabile in tutti i suoi tifosi, specie quelli ferraristi.

Non manca però occasione che qualcuno, specie tra chi l’ha conosciuto, ricordi un aneddoto legato alla carriera di Schumi, magari lontano dai riflettori del week end di gare. E’ stato così nel caso di Karun Chandhok, ex pilota di Formula 1 ed attuale opinionista per Sky Sport UK, che ha raccontato un suo particolare ricordo legato a Schumi

Chandhok: “Schumacher mi dette il benvenuto in F1 così”

In un’intervista rilasciata ad un sito di scommesse indiano, Chandhok, pilota indiano con 11 presenze nel Mondiale di F1 tra il 2010 e il 2011 al volante di una HRT, ha parlato proprio di come Michael Schumacher gli dette il benvenuto in Formula 1 in occasione del week end inaugurale del Mondiale 2010, al Gp del Baharain che segnava non solo l’esordio di Chandhok in F1 ma anche il grande rientro di Schumi con la Mercedes dopo il ritiro nel 2006 con la Ferrari

“In quel momento Schumacher era la stella più grande, più grande di Lewis Hamilton o Fernando Alonso, era la più grande stella dello sport e stava facendo il suo grande ritorno. Michael è stato il primo pilota a salutarmi e a dirmi ‘benvenuto in F1. Poi abbiamo trascorso cinque minuti a chiacchierare, lui mi ha chiesto di me, mi ha augurato buona fortuna. Non ero nessuno, non aveva bisogno di farlo e ho sempre apprezzato molto il fatto che si sia preso quei cinque minuti per farmi sentire il benvenuto in questo sport. Era un bravo ragazzo e un pilota fantastico”.

“Schumacher era il mio idolo in F1” confessa Chandhok

Il pilota indiano ha poi rivelato come Schumi fosse il suo punto di riferimento in Formula 1 sin da giovanissimo: “Era uno dei miei eroi – le parole di Chandhok – quando Alain Prost si ritirò nel 1993, diventai un tifoso di Michael. E anche se non approvo quello che ha fatto con Jacques Villeneuve e Damon Hill, apprezzerò sempre la sua incredibile genialità”.

Schumacher, un silenzio assordante da rispettare

Inutile girarci intorno. Su Schumacher non si sa nulla dal 2013, dal giorno dopo o quasi l’incidente, ci sono solo non notizie a parte i sempre più rari comunicati ufficiali della famiglia, le poche parole quasi sempre le stesse di Jean Todt (unico ad aver accesso a casa Schumi) e qualcuno, amici, conoscenti o sedicenti tali, di tanto in tanto in cerca di visibilità. Il resto è mero esercizio di scrittura come quello che state leggendo anche perchè parlare di Schumacher, come lo è anche per il compianto Senna, in un modo o nell’altro, riempie e scalda il cuore, come se fosse davvero qui con noi, ancora, anche lui, a ricordare con noi la sua straordinaria carriera.

Michael Schumacher, il dolore dignitoso di Corinna

Nessuna novità dunque nelle rivelazioni di Benoit che non ha fatto altro che ricordare una frase del figlio di Schumacher, Mick, ascrivibile al docufilm andato in onda su Netflix, in cui Schumi jr celebrando la sua avventura in Formula 1 aveva sottolineato malinconicamente, come sarebbe stato fantastico per lui condividere la sua esperienza nel circus con i consigli del padre.

Di comunicati, dichiarazioni, interventi se ne contano pochissimi, nel corso di questi dieci anni. La famiglia ha sempre diluito le proprie uscite pubbliche e fornito aggiornamenti molto ridotti, quasi solo attraverso qualche comunicato e il documentario di Netflix che ha riacceso i riflettori su Corinna e su Schumacher:

“Non ho mai dato la colpa a Dio per quello che è successo. Michael mi manca ogni giorno, manca a tutti. È ancora qui, è diverso ma ci dona tutta la sua forza”.

Fonte: ANSA

Schumacher e il rapporto con Jean Todt

Com’è noto sono in pochissimi ad avere il privilegio di poter fare visita a Schumacher, per tutelarne l’immagine pubblica minacciata in passato anche da un tentativo di estorsione diffusione non autorizzato di immagini che lo ritraggono oggi, com’è a quasi dieci anni dal terribile incidente che lo ne ha compromesso le sue attività e relazioni sociali.

Oltre alla famiglia, uno dei pochi ad avere informazioni e trascorrere del tempo con l’ex campione è Jean Todt che all’epoca della Ferrari aveva legato con lui creando un rapporto irripetibile. Nelle poche interviste rilasciate nel corso degli anni, Todt non ha mai affidato alle dichiarazioni descrizioni meticolose o morbose, nel rispetto della moglie e dei figli, Mick e Gina Maria.

Schumacher Todt Fonte: ANSA

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