Ralf Schumacher non ha dubbi, la Ferrari sta pagando adesso a causa di alcune vicende del passato: “Per quanto riguarda il telaio e il motore, hanno fatto un buon lavoro. Stanno facendo bene lì. Si trattava più di fallimenti ed errori nei pit stop e nella strategia. E anche i piloti hanno commesso troppi errori. Vasseur ora deve lavorare su tutto questo. Questo richiederà tempo. Ma il problema resta la politica. Penso che stiano ancora soffrendo per la morte di Marchionne avvenuta nel 2018, che in Ferrari aveva proclamato una scuderia tutta italiana un credo”.
Su Mattia Binotto, Schumacher ha le idee chiare: “Un esempio: al predecessore di Vasseur, Mattia Binotto, uno che aveva lavorato in Ferrari fin da piccolo, anche con mio fratello, non mancava certo la competenza tecnica, ma la grinta. Sospetto che fosse troppo legato alla Ferrari per poter prendere le decisioni giuste, il che a volte può essere scomodo. Ma: non è la nazionalità che conta, ma la qualità. La grande forza nell’era del successo con mio fratello: c’era una competenza incredibile. Mio fratello, Jean Todt, Ross Brawn o Rory Byrne, anch’egli coinvolto nell’ottima macchina dell’anno scorso. Era importante che avessero tutta la libertà di cui avevano bisogno”.
Per Schumacher, l’estraneità di Vasseur su quanto accade all’interno di Maranello sarà un vantaggio: “Sì, è così che la vedo. Si è fatto da zero nel motorsport. E sembra avere grandi capacità sociali, trovando il giusto approccio per ottenere il massimo da ogni dipendente. Ma continuo a non pensare che saranno candidati al Mondiale. Anche se mi piacerebbe per la tensione”.