Mai una volta che ci possa godere un week end di F1 senza polemiche, spy story e veleno distribuito a ettolitri. Nemmeno il tempo di incassare un’assoluzione per il suo presidente Ben Sulayem e illudersi di respirare un po’ di clima di pace “apparente” in casa Red Bull dopo il polverone del caso Horner, che la Formula 1 deve fare nuovamente i conti con una storia poco chiara, di spionaggio, denuncia e ora controdenuncia. Quella che ha sporto contro la FIA Susie Wolff, ex pilota, moglie di Toto Wolff ma soprattutto personaggio in vista della stessa governance del circus.
Susie vuole giustizia dalla FIA che lo scorso dicembre decise di avviare un’indagine interna su un presunto conflitto di interessi che ha visto coinvolto il marito Toto Wolff team principal della Mercedes e lei stessa accusata di fare da talpa in FIA visto il suo ruolo di responsabile del progetto F1 Academy dedicato alle donne nel circus. E dopo la Wolff anche Lewis Hamilton ha alzato la voce.
- Caso Wolff, recap: cosa è successo, le accuse su Toto e Susie
- Susie Wolff all'attacco della FIA: "Denuncio, manca trasparenza"
- F1, Hamilton supporta Susie Wolff: parole al veleno contro la FIA
- F1 contro FIA: il passo indietro e gli attacchi dei coniugi Wolff
Caso Wolff, recap: cosa è successo, le accuse su Toto e Susie
Tutto è cominciato lo scorso dicembre. Alla faccia della sosta invernale, dell’avvicinarsi del Natale e dei buoni propositi… Al centro dello scandalo, quella che sembrava poter essere una sorta di nuova Spy Story in F1 c’era la coppia più famosa del circus, formata da Toto e Susie Wolff, Stoddart da nubile. Lui è il team principal della Mercedes, lei è la moglie, ex pilota che ha sfiorato la F1 partecipando a una sessione di prove libere con la Williams, divenuta anch’ella manager di successo nell’automobilismo.
Susie Wolff nell’ultimo anno è diventata direttrice generale della F1 Academy, la serie dedicata alle donne propedeutica un domani al grande salto nel circus che è partita di pari passo col mondiale di F1. Sotto accusa il possibile conflitto di interessi della famiglia Wolff potendo Susie venire a conoscenza con la sua carica in seno alla FIA di alcune informazioni di grande rilievo sul mondo della F1 magari a favore del marito team principal in Mercedes.
La Federazione Internazionale dell’Automobile appunto lo scorso dicembre ha annunciato l’avvio di un’indagine per possibile conflitto d’interessi con tanto di comunicato in cui però non vi era nessun riferimento esplicito e preciso a fatti e/o persone. Ma soprattutto senza avvisare i diretti interessati.
Susie Wolff all’attacco della FIA: “Denuncio, manca trasparenza”
E veniamo finalmente ai giorni nostri. Notizia di queste ultime ore la decisione di Susie Wolff, di presentare denuncia contro la stessa Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) proprio contro quell’indagine aperta contro di lei lo scorso dicembre anche se poi prontamente ritirata. La moglie di Toto Wolff ha confermato tutti tramite un post social:
“Posso confermare che lo scorso 4 marzo ho presentato personalmente una denuncia penale presso la corte francese in relazione alla dichiarazione fatta su di me dalla Fia lo scorso dicembre. Non c’è stata ancora trasparenza e non sono state chiarite responsabilità in relazione alla condotta della Fia e del suo personale in questa vicenda. Ritengo importante farsi valere, denunciando i comportamenti scorretti e assicurandosi che le persone vengano chiamate a risponderne. Sebbene alcuni possano pensare che il silenzio li assolva dalle responsabilità, non è così”.
F1, Hamilton supporta Susie Wolff: parole al veleno contro la FIA
Oggi come ieri, a prendere la difese di Susie Wolff, attaccando, la FIA ci ha pensato anche Lewis Hamilton che a margine del media day alla viglia del week end del Gran Premio d’Australia ha rincarato parlando ancora una volta di “maschilismo” nel mondo della F1 e schierandosi pure lui la lotta nuovamente per la parità di genere:
“E’ ancora uno sport dominato dagli uomini e viviamo in un’epoca in cui il messaggio è che se presenti un reclamo, sarai licenziato”
F1 contro FIA: il passo indietro e gli attacchi dei coniugi Wolff
All’epoca dei fatti, lo scorso dicembre, i team di F1 compatti riuniti nella FOM presero subito le distanze dalla FIA a difesa di Susie e Toto Wolff. Attaccata da più fronti ci fu la marcia indietro della FIA che nel giro di poche ore chiuse rapidamente la questione dicendo, ancora senza fare nomi, di non aver ravvisato nessuna irregolarità del codice di condotta. Ma la cosa era troppo grande per finire così come una tempesta in un bicchiere d’acqua.
Duro, durissimo era stato il commento di Susie Wolff che aveva anticipato che sarebbe andata in fondo alla questione: “Per due giorni sono state fatte insinuazioni sulla mia integrità in pubblico, attraverso riunioni dietro le quinte. Ma nessuno della FIA mi ha parlato direttamente. Ho ricevuto abusi online sul mio lavoro e sulla mia famiglia. Non mi lascerò intimidire e intendo procedere fino a quando non avrò scoperto chi ha istigato questa campagna e ingannato i media. Quello che è successo questa settimana semplicemente non va bene. Come sport, dobbiamo chiedere, e meritiamo, di meglio. Potrei essere stato un danno collaterale in un attacco fallito contro qualcun altro, o l’obiettivo di un tentativo fallito di screditarmi personalmente, ma ho lavorato troppo duramente per vedere la mia reputazione messa in discussione da un comunicato stampa infondato”.
Detto, fatto dunque. Per la FIA e la F1 un altro duro colpo poche ore dopo l’assoluzione del presidente Mohammed Ben Sulayem da parte del comitato etico in seguito a una doppia inchiesta e il grande vaso di Pandora scoperchiato dal caso Horner. E dire che in Australia ci sarebbe un Gran Premio da correre…