Fabio Aru ha annunciato il suo ritiro: la Vuelta di Spagna, che parte sabato da Burgos, sarà l’ultima corsa della sua carriera da ciclista professionista. Il corridore sardo lo ha reso noto con un comunicato ufficiale, pubblicato sul sito della sua squadra, Qhubeka NextHash.
Il Cavaliere dei Quattro Mori è in crisi di risultati dal 2017, ma negli ultimi mesi aveva dato incoraggianti segnali di ripresa al Sibiu Tour in Romania e alla Vuelta a Burgos. Ma Aru, vincitore della Vuelta di Spagna nel 2015, ha optato comunque per il ritiro: “Arrivare a questa decisione non è stato facile, ma è qualcosa a cui ho pensato molto e ne discusso con la mia famiglia per qualche tempo. Ho corso in bici per 16 anni e per più di un decennio sono stato professionista, ma è giunto il momento di dare priorità ad altre cose nella mia vita, in particolare alla mia famiglia”, si legge nella nota.
“Durante la mia carriera, come può dire qualsiasi ciclista, si trascorre un tempo molto rilevante lontano da casa e per me questo è ora il momento giusto per cambiare e stare con i miei cari. Ho avuto la fortuna di cogliere risultati al massimo livello e di festeggiare grandi vittorie con i miei compagni di squadra”.
“Spero di essere stato in grado di portare in alto i veri valori della sportività nel corso della mia carriera e di aver reso orgogliose le persone che hanno creduto in me“.
Aru fa poi riferimento agli ultimi progressi: “Dopo alcuni anni difficili, nel 2021 sono riuscito a correre di nuovo ad un livello di cui sapevo di essere capace, sorridendo sulla mia bicicletta. Questa è una vittoria già di per sé, e di questo sarò sempre grato al team voglio correre al meglio delle mie capacità con i miei compagni di squadra del Team Qhubeka NextHash. Ed è giusto che il mio viaggio finisca qui in Spagna, un Paese e una gara dei quali avrò sempre ricordi straordinari”.
Quindi i ringraziamenti: “Voglio esprimere un profondo senso di gratitudine a tutti i miei ex compagni di squadra e agli staff delle mie ex squadre – Astana e Emirati Arabi Uniti – che mi hanno seguito per tutta la mia carriera. Abbiamo condiviso alcuni momenti incredibili di cui sarò per sempre loro grato. Infine, voglio rendere un omaggio speciale al Team Qhubeka NextHash. All’interno della nostra organizzazione parliamo dello spirito di Ubuntu – lo sono perché lo siamo – e questo senso di unione, in un momento in cui il mondo ne ha così tanto bisogno, è stato sorprendente. Devo ammettere che quando sono entrato a far parte del team ero consapevole che fosse speciale, diverso, ma non avevo un’idea reale di come sarebbe stato veramente. Questa squadra senza dubbio è unica non solo nel ciclismo ma in tutto lo sport, sono incredibilmente orgoglioso di correre qui e onorato di concludere la mia carriera da professionista con loro”.