Non certo esaltante, per usare un eufemismo, l’avvio stagionale della Ferrari ha nel rendimento fatto di più bassi che alti di Lewis Hamilton una delle sue maggiori pecche. Alti che, poi, a conti fatti si riducono esclusivamente all’assolo nella Sprint di Shanghai, con il sette volte campione del Mondo che sta faticando a imporsi e a trovare la giusta intensa alla guida delle Rossa.
Un’intesa che dall’abitacolo della SF-25 si propaga fino al box e, in particolare, al rapporto tra l’inglese e il suo ingegnere di pista, Riccardo Adami. Sull’argomento ha detto la sua – bacchettando Hamilton –, anche Luca Baldisserri, ex ingegnere di pista di Michael Schumacher. Uno che nel box Ferrari ha trascorso qualcosa come 26 anni, non proprio l’ultimo arrivato.
Baldisserri non crede ad Hamilton
Arrivano lapidari, e suonano come un ulteriore campanello d’allarme alla vigilia del weekend del GP dell’Arabia Saudita, i giudizi di Luca Baldisserri sul deludente avvio di stagione della Ferrari e di Lewis Hamilton, che anche in Bahrain, nonostante un arrivo a ridosso del podio delle due Rosse, non ha fatto nulla per nascondere la propria delusione. L’ex ingegnere di pista dell’altro sette volte campione del Monde, Michael Schumacher, non ha usato mezze misure nel suo intervento su formulacritica.it.
“Sono tutte scuse”, ha tagliato corto Baldisserri in merito alle lamentele di Lewis sulla questione del sistema frenante. “A queste cose non credo. Hamilton sa che la macchina è quello che è ed è consapevole che Leclerc riesce a spingerla più al limite di quanto riesca a fare lui. Si è sentito additato, come accade in questi casi, e ha tirato fuori queste argomentazioni per giustificarsi”.
Problemi di comunicazione
Per l’ex tecnico della Ferrari, l’inglese avrebbe colpe nel rapporto con Riccardo Adami, suo ingegnere di pista: “Credo che Hamilton e Adami non siano ancora riusciti a lavorare in simbiosi e questo può pesare sulle prestazioni. Per Riccardo è un bel peso e non sarà facile. D’altronde, nemmeno con Peter ‘Bono’ Bonnington in Mercedes è riuscito a creare un rapporto. Lewis parla a monosillabi, o fa domande. Adami fatica, dai team radio sembra che uno dica una cosa e l’altro ne capisca un’altra”.
“Ma lo ha detto anche Toto Wolff di recente, che la comunicazione tra Antonelli e ‘Bono’ è già avanti anni luce rispetto a quella avuta con Hamilton in dodici anni di collaborazione. Kimi racconta le sue sensazioni e quello di cui ha bisogno, questo è importante per l’ingegnere di pista”, ha proseguito Baldisserri.
L’errore della Ferrari con Lewis
Poi, il consiglio ad Hamilton e alla Scuderia di Maranello: “Lewis deve sforzarsi per creare un rapporto, che è fondamentale. Se cala la fiducia tra pilota e ingegnere di pista crolla tutto. Occorre dare il giusto tempo ad Adami, poi vedremo che cosa succederà, perché Hamilton di certo non lo mandano via. Se salta qualcuno, salta l’ingegnere”.
Infine, tracciando un parallelismo con l’approdo di Schumacher in Ferrari, Baldisserri conclude: “Quando arriva in scuderia un pilota di questo calibro, il nuovo team deve capire che cosa avesse a disposizione nel precedente team. Quando arrivò Michael in Ferrari gli chiedemmo quale fosse il suo stile di guida e il suo concetto di auto. Credo che con Lewis non lo abbiano fatto. E se alla quarta gara dice di non essersi ancora adattato viene da chiedersi che cosa abbiano fatto fino a ora…”.