La rivoluzione in casa Ferrari è realtà. Attraverso un comunicato ufficiale, infatti, la scuderia di Maranello ha ufficializzato le dimissioni di Mattia Binotto, team principal del team di Maranello dal 2019.
- Ferrari, l'addio di Binotto è ufficiale: inizia una nuova era
- Ferrari, il percorso di Mattia Binotto tra luci ed ombre
- Binotto saluta la Ferrari: "Decisione sofferta, si chiude un percorso con grandi soddisfazioni"
Ferrari, l’addio di Binotto è ufficiale: inizia una nuova era
“Desidero ringraziare Mattia per i suoi numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati in Ferrari – le parole dell’amministratore delegato Benedetto Vigna nel comunicato emesso dalla Ferrari che segna la svolta – e in particolare per la sua guida che ha portato il team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione. Grazie a questo, siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fan in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport. Tutti noi della Scuderia e nella più vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia tutto il meglio per il futuro”.
Ora si apre quindi ufficialmente la nuova era, con tanti punti interrogativi: si punterà su un altro team principal, con Frederic Vasseur attualmente all’Alfa Romeo con principale favorito, o verrà stravolto l’organigramma della gestione tecnica, con il possibile ritorno della figura del direttore tecnico? Per il vertice della Ferrari, che risponde al numero uno di Exor John Elkann, sono ore convulse dopo il ribaltone vissuto in casa Juventus, con le dimissioni in blocco del Consiglio di amministrazione, ma il futuro a Maranello non può attendere in vista della programmazione della prossima stagione.
Ferrari, il percorso di Mattia Binotto tra luci ed ombre
Nativo di Losanna, ma cresciuto a Reggio Emilia, Binotto, classe ’69, era approdato in Ferrari nel 1995 come ingegnere motorista della squadra test, ruolo nel quale ha vissuto l’epopea dei trionfi di Michael Schumacher sotto la guida di Jean Todt. Nel 2019 la promozione a team principal: sotto la sua guida la Ferrari ha ottenuto il secondo posto nel Mondiale piloti 2022 con Charles Leclerc e in quello costruttori dello stesso anno. La stagione 2022 ha segnato il ritorno della Ferrari ad alti livelli di competitività dopo le annate 2020 e 2021, molto negative. Sotto la gestione di Binotto sono arrivate tre vittorie nel 2019 (due con Leclerc e una Vettel) e quattro nell’annata appena conclusa, tre con il monegasco e una con Carlos Sainz.
A gettare ombre sul triennio di Binotto a capo della gestione sportiva c’è però proprio il deludente rendimento del 2020 e del 2021, il giallo delle presunte irregolarità nel motore del 2019, che avrebbe portato ad un accordo in realtà mai rivelato con la FIA (e alla base dei successivi due anni da dimenticare), oltre che i tanti errori commessi nel Mondiale 2022 a livello di strategia e gestione complessiva.
Binotto saluta la Ferrari: “Decisione sofferta, si chiude un percorso con grandi soddisfazioni”
Subito dopo la notizia delle dimissioni lo stesso Binotto ha preso la parola per ringraziare il team per i quasi 30 anni insieme, ma anche per rivendicare il proprio operato: “Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un’azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
“Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni”.