La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sentenziato in favore dell’ex calciatore Lassana Diarra nella causa da lui intentata contro la Fifa e riguardanti le norme che sanzionano il calciatore nel caso rescinda il proprio contratto con un club. La sentenza potrebbe cambiare il volto del calciomercato e del calcio.
- Caso Diarra, la Corte di Giustizia Ue contro la Fifa
- Caso Diarra: la rottura con la Lokomotiv Mosca
- Il caso Diarra davanti alla Corte Ue
- Caso Diarra: le conseguenze della sentenza della Corte Ue
Caso Diarra, la Corte di Giustizia Ue contro la Fifa
Dopo la sentenza in favore della Superlega contro la Uefa, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea potrebbe aver inferto un altro colpo ferale all’attuale sistema del calcio internazionale con il verdetto emesso oggi nel caso che vedeva Lassana Diarra opposto alla Fifa.
La materia del dibattere era la norma del Regolamento Fifa su Status e Trasferimento dei Calciatori secondo cui un giocatore che rescinde il proprio contratto prima della scadenza senza giusta causa è tenuto a pagare un risarcimento al club e che, se firma per un’altra società, quest’ultima è ritenuta responsabile in solido del pagamento. Oggi la Corte dell’Ue ha ritenuto la norma potenzialmente in conflitto con la legislazione europea relativa alla concorrenza e alla libertà di movimento dei lavoratori.
Caso Diarra: la rottura con la Lokomotiv Mosca
Il caso nacque nel 2014. L’anno prima, l’ex calciatore di Real Madrid e Chelsea Lassana Diarra aveva sottoscritto un contratto di 4 anni con la Lokomotiv Mosca. Dopo una sola stagione, però, Diarra rescisse unilateralmente il contratto, accusando la Lokomotiv di tagli salariali non concordati. In risposta, il club russo citò Diarra davanti alla camera di risoluzione delle controversie della Fifa per ottenere un risarcimento, come previsto dalla norma su citata.
Nel 2015 la Fifa si pronunciò in favore della Lokomotiv, imponendo a Diarra di pagare un risarcimento di 10 milioni di euro: all’epoca il giocatore stava per firmare col club belga dello Charleroi, che interruppe la trattativa perché, secondo le norme Fifa, tesserando Diarra sarebbe stato responsabile in solido del pagamento del risarcimento alla Lokomotiv.
Il caso Diarra davanti alla Corte Ue
Persa l’occasione con lo Charleroi, Diarra decise di citare la Fifa in un tribunale belga che, con una questione pregiudiziale, rimandò la questione davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Secondo i legali di Diarra, infatti, la norma della Fifa avrebbe violato gli articoli 45 e 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue, ovvero quelli riguardanti la libera circolazione dei lavoratori e il divieto di comporre cartelli sul piano imprenditoriale.
Caso Diarra: le conseguenze della sentenza della Corte Ue
Oggi Diarra non gioca più – si è ritirato nel 2019 – ma la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata in suo favore, affermando che le norme Fifa sui trasferimenti dei giocatori possono entrare in conflitto con la legislazione europea. La sentenza non è definitiva, il caso tornerà ora davanti al tribunale belga al quale Diarra si era rivolto in un primo momento: di fatto, però, può creare un precedente che potrebbe rivoluzionare il mondo del calcio e in particolare il calciomercato.
Se i risarcimenti ai club dovessero essere dichiarati illegittimi dalla corte belga si creerebbe un precedente assai pericoloso per l’attuale impalcatura del mondo del calcio: ogni giocatore potrebbe lasciare in qualunque momento il club che lo tiene sotto contratto, senza alcun indennizzo per quest’ultimo. Una vera e propria mazzata per le società sportive: i cartellini dei giocatori perderebbero ogni valore, con conseguenze terrificanti per il già precario equilibrio finanziario del sistema calcio internazionale.