La Roma avrà una nuova guida tecnica la prossima stagione: out Fonseca e dentro Mourinho, un passaggio di testimone tutto in salsa portoghese che fa sognare i tifosi per i trascorsi vincenti dello ‘Special One’ in Italia e in Europa.
L’ormai ex allenatore ha rilasciato un’intervista ai microfoni di ‘Sky Sport’: nessun rimpianto per quanto fatto durante il suo biennio italiano.
“Sono sereno e tranquillo, penso di aver dato sempre tutto per la Roma. Ho anche creato un grande rapporto con la gente che ha lavorato con me, questo per me è importante. La prima stagione è stata molto positiva, sono entrati molti giocatori e un nuovo direttore sportivo. Petrachi è un grande professionista, mi ha appoggiato tanto”.
“Fino a marzo eravamo tra le prime quattro della classifica, poi abbiamo avuto dei problemi difficili da gestire, tra cui diversi infortuni. Non era affatto facile”.
Uno dei momenti di tensione dell’annata è stato rappresentato dai dissapori con Dzeko, privato della fascia da capitano: “I problemi ci sono in tutte le squadre, io e la società abbiamo tolto la fascia a Dzeko ma con lui abbiamo parlato e la situazione si è ricomposta. Non credo che tutto ciò sia stato un problema per la squadra”.
Fonseca può dire di lasciare in dote una squadra ben consapevole della propria forza e con una precisa identità di gioco: “Le scelte le ho fatte sempre per il bene della Roma. Lascio una squadra con una sua identità, che ha giocato un calcio offensivo e propositivo, con dei giovani promettenti per il futuro”.
Per Fonseca si è parlato anche di ipotesi Fiorentina, che alla fine ha virato su Gattuso: “La Fiorentina ha preso un grandissimo allenatore, non è importante parlare di questo. Italia o estero? Mi piace molto vivere qui da voi, lo stile è simile a quello portoghese. Ora mi godrò le vacanze con la mia famiglia”.
L’avvento della nuova proprietà ha sancito la separazione con la Roma, ma il momento più complicato è stato un altro: l’addio burrascoso di Petrachi: “Ho capito che non sarei rimasto alla Roma, con l’entrata della nuova società era facile capire che sarebbe potuto accadere. Dopo l’arrivo di Tiago Pinto abbiamo parlato molto in maniera diretta, per me è stato facile comprendere che il ciclo sarebbe finito. Il momento più difficile per me è stato l’addio di Gianluca (Petrachi, ndr), lì mi sono sentito solo, senza alcun appoggio”.
A Mourinho un grande in bocca al lupo per il futuro: “Io e Mourinho ci siamo scambiati solo un messaggio, è stato onesto con me. E’ un grande allenatore, gli auguro tanti successi con la Roma”.