In quest’estate segnata dal graduale ritorno a una cultura e una pratica dell’intrattenimento, nonostante Covid e le conseguenze anche nefaste di trombe d’aria e nubifragi dalla violenza inaudita, le vicende legate al Twiga hanno rischiato di oscurare la decisione – non smentita – da parte dell’imprenditore ed ex manager di F1, Flavio Briatore, di presentare una richiesta di danni.
Una richiesta pari a 12 milioni di risarcimento allo Stato per il Force Blue, la splendida imbarcazione che gli fu sequestrata anni addietro e al centro di un annoso iter giudiziario e di cronaca dall’esito paradossale.
- Briatore al centro delle polemiche per il Twiga
- Force Blue: l'assoluzione dopo l'asta
- La mossa della richiesta di risarcimento danni
- La vicenda Force Blue
Briatore al centro delle polemiche per il Twiga
Insomma, non è solo e solamente di Twiga e della sua terribile devastazione a Forte dei Marmi che è dovuto approfondire, quando si cita Briatore, al centro di questa nota vicenda anche processuale, conclusasi con una beffa assurda per chi – come lui – si è visto assegnare in un’asta la sua meravigliosa imbarcazione. Uno yacht finito all’amico ed ex socio, oggi a processo per questioni di natura fiscale, Bernie Ecclestone.
Partiamo da una domanda. Perché Briatore chiede questa somma così imponente, pari a 12 milioni? Al centro della richiesta, affidata ai suoi avvocati, c’è il Force Blue, lo yacht che gli era stato confiscato nel 2010 in circostanze eclatanti e che avevano fatto inorridire l’allora moglie Elisabetta Gregoraci.
Allora l’avevano spinta a sollevare un tema sulla modalità , in cui era avvenuta la confisca dall’epilogo alquanto triste e che è stato oggetto di cronaca.
Force Blue: l’assoluzione dopo l’asta
Lo yacht, ricordiamo, era stato poi venduto all’asta per 7 milioni di euro perché non era più sostenibile l’importo che sarebbe dovuto essere necessario per effettuare la manutenzione. Come confermato dallo stesso imprenditore e, soprattutto, dalla Cassazione, Briatore è stato poi assolto per quei reati, ma del suo Force Blue non vi è più traccia alcuna, se non tra le proprietà riconducibili oggi all’ex patron del circus della F1.
La richiesta di risarcimento che, ad oggi, Briatore avrebbe avanzato attraverso i suoi legali dunque come anticipa Il Fatto Quotidiano sarebbe dettata dalla constatazione che quanto gli è stato versato non è una cifra consona.
Briatore ha già incassato i proventi della vendita dal tribunale, ma adesso pretende altri 12 milioni di euro, cioè la differenza con il valore di mercato dello yacht (circa 20 milioni), stimato da una perizia del tribunale di Genova.
Una foto dell’epoca del Force Blue
La mossa della richiesta di risarcimento danni
In questi giorni i suoi rappresentanti depositeranno il ricorso: la loro tesi è che il tribunale avrebbe dovuto attendere il giudizio della Cassazione, prima di procedere all’asta alla quale si era opposto lo stesso Briatore e quindi lo Stato dovrebbe pagare altri 12 milioni di euro come atto di compensazione.
In caso di rigetto della richiesta, gli avvocati dell’imprenditore potrebbero valutare una causa civile di risarcimento danni contro lo Stato.
La vicenda Force Blue
Per quanti non rammentassero la vicenda del Force Blue, lo yacht fu sequestrato dalla Guardia di finanza nel maggio 2010 al largo della Spezia mentre a bordo c’erano Elisabetta Gregoraci, la ex moglie di Briatore, col figlioletto Nathan Falco, e una ventina di membri dell’equipaggio.
Secondo l’imputazione originaria, Briatore e gli altri avrebbero simulato una attività commerciale di noleggio che avrebbe consentito di utilizzare il Force Blue per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all’importazione per 3,6 milioni di euro.
Flavio Briatore e Elisabetta Gregoraci
Riassumendo, in primo grado il manager era stato condannato a un anno e 11 mesi; pena ridotta in appello a un anno e 6 mesi.
In Cassazione, come anticipato, la sentenza era stata annullata e dunque de facto Briatore non era stato riconosciuto colpevole, in ultimo grado, di quanto allora contestato anche se – nel mentre – la lussuosa imbarcazione è finita all’asta confluendo, beffa nelle beffe, tra le proprietà di Ecclestone.