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Francesco Totti: la storia d’amore tra Roma e il suo “Pupone”

Francesco Totti rimarrà per sempre impresso nella memoria di tutti i tifosi della Roma: figlio della città e senza dubbio il migliore giocatore ad aver vestito la casacca giallorossa

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Quella tra Francesco Totti, la Roma e Roma non può essere definita in altri modi se non una storia d’amore. Una storia lunga, meravigliosa, ricca di sorrisi e di qualche lacrima, a volte anche tormentata ma di quelle destinate a rimanere per sempre scolpite nella storia. Non puoi parlare della Roma senza far riferimento almeno una volta a Francesco Totti, e difficilmente riuscirai a passeggiare per le strade della città eterne senza sentire la presenza del “Pupone”.

Le giovanili e poi la Roma

Francesco Totti nasce a Roma il 27 settembre del 1976 e muove i suoi passi nel mondo del calcio con la maglia della Fortitudo proprio nello stesso anno (il 1983) in cui la Roma conquista il secondo scudetto della sua storia. Poi arriva il passaggio alla Smit Trastevere ed infine nel 1986 il salto alla Lodigiani.

Totti comincia a far rumore e ad attirare l’interesse di club ambiziosi. Nel 1988 ci prova anche il Milan con Ariedo Braida che tenta senza successo a portarlo a Milano. Nel 1989 però la Lodigiani trova un accordo con la Lazio: sembra tutto fatto. Ma a casa del giocatore arriva il responsabile del settore giovanile della Roma che convince i genitori a scegliere i colori giallorossi. Come sempre accade quando di mezzo ci sono Lazio e Roma ne nasce una sorta di affare di stato. Con il presidente Viola costretto a risarcire la Lodigiani con il passaggio di due calciatori, Gianni Cavezzi e Stefano Placidi.

L’esordio di Totti in serie A: 26 marzo 1993

Di questo ragazzo con piedi educatissimi e l’istinto del gol nella capitale si parla per parecchio tempo. I successi con le giovanili della Roma sono lì a dimostrarlo prima il Torneo Internazionale di Sanremo a 15 anni, poi la vittoria dello scudetto con la maglia degli Allievi nel 1993. Ma il salto nel mondo dei grandi è affare decisamente diverso.

Ma il 26 marzo 1993 i tempi sembrano maturi o almeno così sembra pensarla Vujadin Boskov, in quel momento allenatore della prima squadra, lo manda in campo nella gara al Rigamonti di Brescia al posto di Rizzitelli. A Roma se ne parla già come di un potenziale campione ma nessuno si sarebbe mai aspettato quello che sarebbe successo.

L’importanza di Carlo Mazzone per il Pupone

In una recente intervista dedicata a Carletto Mazzone, è stato lo stesso Totti a rivelare come quella dell’allenatore sia stata una figura cardinale nella sua crescita non solo sul piano sportivo ma umano. Il tecnico romano lo prende sotto la sua ala protettiva, ne intuisce immediatamente il talento ma allo stesso tempo prova anche a difenderlo dalle aspettative altissime che una città come Roma può avere nei confronti di un giocatore.

Nel corso di tre anni sotto la guida di Mazzone e aiutato dall’idolo Giannini, Francesco ha la possibilità di maturare senza eccessive pressioni. La prima rete in serie A arriva i 4 settembre 1994 nella gara contro il Foggia, alla fine di quell’anno le presenze saranno 21 in campionato con 4 gol ed altre 3 segnature in Coppa Italia. Nella stagione successiva, Totti conquista il ruolo da titolare (con la maglia numero 20) anche se dal punto di vista realizzativo non è una stagione da sogno.

L’esplosione alla corte di Zeman

Il momento più complicato della prima parte di carriera di Totti coincide con l’arrivo in panchina dell’allenatore argentino Carlos Bianchi, con cui il suo rapporto non sarà mai perfetto e in quei primi mesi si vocifera anche di un possibile passaggio alla Sampdoria. L’avventura di Bianchi però dura pochi mesi con Totti che collezione 30 presenze e 5 gol.

La prima vera svolta arriva nelle stagioni successive, in panchina arriva un comandante dal pugno di ferro come Zdenek Zeman, uno di quelli conosciuti per non amare i giocatori di talento. Ma Francesco Totti, sotto la guida del boemo, raggiunge la completa maturazione aggiungendo al suo bagaglio tecnico anche un fisico che gli permette di fare a sportellate con i difensori avversari. La stagione della vera e propria consacrazione è quella 98-99, Totti si prende la fascia da capitano e chiude il campionato con un bottino di 16 gol.

Lo scudetto con la maglia della Roma: dal sogno alla realtà

Il talento c’è, i gol anche e a Roma si comincia a respirare il profumo di qualcosa di importante. È il momento in cui a provare a entrare stabilmente tra le grandi del calcio italiano ci sono anche le due squadre della capitale. Sulla panchina giallorossa arriva Fabio Capello, che ha già vinto con il Milan e il Real Madrid. Il tecnico friulano mette Totti al centro del progetto anche se la prima stagione si conclude solo con un sesto posto, anche per alcuni infortuni che condizionano il rendimento del capitano.

Per entrare nella leggenda Totti deve aspettare ancora una stagione. La Roma costruisce una squadra da sogno con l’arrivo di Batistuta che con Totti e Montella va a formare un tridente stellare. E alla fine di quella stagione il 27 giugno del 2001, in un Olimpico gremito i giallorossi battono il Parma e si laureano campioni d’Italia. Nello stesso anno viene incluso anche nella lista dei candidati al pallone d’Oro concludendo al quinto posto. Nella stagione successiva arriva la vittoria nella Supercoppa Italiana.

La prima volta con Luciano Spalletti: un idillio

Quella di Francesco Totti è stata un’evoluzione incredibile e per certi versi rivoluzionaria anche dal punto di vista tecnico. Dal 2002 al 2005, la Roma vive delle stagioni al di sotto delle aspettative ma lentamente Francesco comincia a cambiare la sua posizione in campo, smarcandosi dalla definizione di fantasista classico indicato dal quel 10 sulle spalle, e diventando sempre di più un attaccante puro. Una svolta inusuale per il calcio dei primi anni 2000 ma che diventerà con il passare del tempo sempre più comune nel mondo del pallone.

I numeri accompagnano questa crescita e quando arriva il nuovo tecnico Luciano Spalletti, la trasformazione è completata con Totti che occupa sempre più di frequente il ruolo di prima punta. Nel 2007 per Totti arriva un traguardo incredibile con la conquista della Scarpa d’oro frutto dei suoi 32 gol stagionali. Arrivano anche i traguardi di squadra con la vittoria della prima Coppa Italia e della seconda Supercoppa Italiana. L’anno successivo arriva anche il secondo trionfo consecutivo in Coppa Italia.

Totti con la Coppa Italia Fonte:

Francesco Totti solleva al cielo la coppa Italia vinta nel 2008

Il miglior marcatore della storia della Roma

Nonostante qualche problema fisico che non gli permette di essere sempre in campo, Totti continua a essere una macchina da gol e il 19 aprile del 2009 raggiunge quota 175 gol diventando il miglior marcatore della storia della Roma ed entrando nella Top 10 del calcio italiano. Nel 2014 arriva un altro straordinario traguardo personale quando nella fase a gironi della Champions League va a segno all’età di 38 ani e 3 giorni diventando il giocatore più anziano a segnare nella competizione europea superando Ryan Giggs.

La seconda volta con Luciano Spalletti: la frattura

Gli ultimi anni della carriera di Francesco Totti non sono stati esattamente idilliaci. Il ritorno in panchina di Luciano Spalletti dà il vita a una frattura tra il giocatore ed il tecnico. Il toscano, infatti, non punta più sul numero 10, vuole costruire un nuovo progetto e concede a Totti solo scampoli di partita.

Una situazione che diventa esplosiva nella capitale con i tifosi che si schierano dalla parte del numero 10 generando un contesto che sembra diventare insostenibile. In questo clima il 28 maggio 2017 contro il Genoa arriva la sua 619esima presenza in serie A e anche la sua ultima partita con la maglia della Roma, in un ritiro che lui ha sempre considerato come “forzato”.

Totti dà l'addio alla Roma Fonte:

L’ultimo giorno della vita da calciatore di Francesco Totti: solo lacrime e riconoscenza all’Olimpico

L’azzurro nazionale è l’unico altro amore

Nonostante in carriera abbia sempre ricevuto il corteggiamento dei principali big europei, Francesco Totti non ha mai pensato di lasciare la sua Roma. L’unica altra maglia che ha indossato è stata quella della nazionale italiana a cominciare dalle giovanili. Un rapporto non sempre idilliaco come spesso avveniva per i numeri 10 azzurri che dovevano sgomitare un po’ per trovare spazio con la maglia dell’Italia ma che ha trovato il suo momento più alto con la vittoria nel Mondiale del 2006 con Totti che fu uno dei protagonisti di quella spedizione vittoriosa.

Totti con la maglia dell'Italia Fonte:

Francesco Totti in maglia azzurra: l’unico altro amore calcistico del Capitano giallorosso

Speravo de Morì prima: le verità del Capitano

Romano e romanista, con un accento piuttosto marcato e la voglia di divertirsi. La storia di Francesco Totti non può rimanere confinata nel rettangolo verde. Dal campo ha lanciato i suoi messaggi anche da amore quando indossò la maglia con la scritta “6 Unica” dedicata a Ilary Blasi che poi sarebbe diventata sua moglie (un matrimonio che diventerà anche oggetto di un’esclusiva Sky), ma da ricordare ci sono anche le partecipazioni come doppiatore nei Simpson e le comparsate nei Cesaroni e ne L’allenatore del Pallone.

Totti e la dedica a Ilary Fonte: Ansa

Una combo per l’esultanza di Francesco Totti con la maglia “6 unica” del 10 marzo 2002 e quella con la maglia “6 sempre unica” al termine del derby di oggi 13 marzo 2011

Negli ultimi anni la sua storia è stata raccontata nel documentario “Mi chiamo Francesco” del regista Alex Infascelli e nella controversa serie televisiva “Speravo de Morì prima”. Il titolo che richiama lo striscione apparso all’Olimpico nel corso della sua ultima partita con la maglia della Roma racconta alla perfezione cosa è stato Francesco Totti.

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