Il tempo non è niente, se non pura convenzione quando si tratta la materia umana, si tenta di osservare quel dolore che sta lì. E si tenta di ricostruire il resto che, per Cristiano Ronaldo e, soprattutto, Georgina Rodriguez annida nella famiglia l’insieme della forza e la sommatoria delle certezze, su cui poggia il loro rapporto.
- La perdita più dolorosa per Georgina Rodriguez e Cristiano Ronaldo
- Il ritorno di Georgina a Cannes 2022
- Un viaggio di 24 ore in Costa Azzurra
La perdita più dolorosa per Georgina Rodriguez e Cristiano Ronaldo
Solo qualche settimana fa, Cristiano e sua moglie Georgina annunciavano la perdita del loro gemellino, con una nota che ha saputo toccare la sensibilità di chiunque l’abbia letta.
“È il dolore più grande che due genitori possano provare”, aveva scritto Georgina sul suo profilo Instagram il 18 aprile scorso annunciando la perdita del suo bambino, non sopravvissuto al parto.
Il ritorno di Georgina a Cannes 2022
Ora è riapparsa a Cannes, splendente come solo lei sa essere per il red carpet di Elvis, il nuovo film di Baz Luhrmann che vanta anche la colonna sonora dei Maneskin; dal suo diario di viaggio, Georgina si è trattenuta in Francia poco più di 24 ore, ovvero il tempo necessario a prender parte a questa manifestazione attesa, glamour ma altrettanto rilevante nel quadro degli impegni della Rodriguez a livello filantropico e di immagine.
Un viaggio di 24 ore in Costa Azzurra
Sola sul tappeto rosso, la Rodriguez si è allontanata dalla piccola Bella Esmeralda, un mese appena, quanto le è stato possibile giusto in ottemperanza all’impegno assunto per questa prima: il viaggio sarebbe stato eccessivo per la piccolina e così ha ristretto a pochissime ore l’intervallo programmato.
“Merci Cannes”, ha salutato così su Instagram la splendida località balneare della Costa Azzurra che accoglie la kermesse cinematografica tra le più attese della stagione.
Una delicatezza consueta, per Georgina, che ha deciso di rispettare i suoi impegni, sfilare e mostrarsi in questo nuovo oggi che la vede in un fisico nuovo e con i consueti occhi caldi, velati di una malinconia inevitabile e che non ha voluto e dovuto celare, com’è giusto che sia. Perché ciascuno sceglie come e quando essere sé stesso, anche nel dolore.