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Gianluigi Lentini racconta la sua nuova vita

L'ex stella di Toro e Milan si è dato all'apicoltura.

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L’ex stella di Torino e Milan, Gianluigi Lentini, in una intervista a La Stampa ha raccontato la sua nuova vita da apicoltore. Dopo aver conosciuto Giovanni Murano, apicoltore originario anche lui di Carmagnola, l’ex calciatore ha fondato la Società Agricola Gigi Lentini s.s, con il marchio Mieli Lentini “La qualità dei campioni”.

“Conoscevo Giovanni, mi rifornivo da lui – ha spiegato Lentini -. Ed era sempre tutto buono. Così un giorno gli ho proposto di mettere in piedi una società, per dare una svolta commerciale al suo prodotto”.

“Nella vita mai dire mai. La nuova avventura mi affascina: il contatto con la natura, nuove esperienze”, sono le sue parole al quotidiano torinese. Sull’etichetta dei vasetti c’è la sua foto da giocatore: “Sì, abbiamo pensato potesse essere l’ideale. Quella è una vera foto, ma abbiamo scelto una maglia neutra per evitare campanilismi”.

Una professione in cui non si smette mai di imparare: “Prendo ancora lezioni, lavorare in questo ramo, oggi, è molto più complicato di tanti anni fa. Il cambiamento climatico, i pesticidi e altri fattori mettono a rischio la sopravvivenza delle api stesse. Le criticità ci sono anche qui, come nel calcio. Ma c’è meno stress”.

Il suo nome è, però, soprattutto legato al Torino. Lentini ricorda Gigi Radice, suo ex allenatore scomparso l’anno scorso: “Una persona seria, disponibile, spiritosa. Con lui si poteva parlare di tutto. Poi ero un ragazzino, per me era tutto fantastico. Il Toro di oggi? Una buona squadra, solo un po’ discontinua, ma può centrare l’Europa League”.

Appena smesso di giocare, Lentini non è voluto restare nel mondo del calcio: “Non ho mai amato tutto quello che era la vita lontano dal campo. La notorietà, le polemiche e tutto il resto. A me piaceva giocare a pallone: stop. Quando ho detto basta ero nauseato. Ora penso sia tardi per rientrare in quel mondo. Nessuno mi ha mai cercato, ma non è un problema”.

I rimpianti per l’esperienza al Milan: “In quell’epoca era impossibile dire di no ai rossoneri, rifarei tutto. Mi manca un Mondiale con la Nazionale, quello sì. Feci le qualificazioni per andare in America, poi c’è stato l’incidente d’auto”.

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