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Giro d'Italia 2023, spunta il caso Evenepoel: le parole che fanno discutere

Il campione del mondo 2022 si è dichiarato pentito di aver scelto di partecipare alla Corsa Rosa a causa delle tante tappe di montagna inserite nel percorso

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La stagione ciclistica è appena iniziata, ma l’attesa per il Giro d’Italia 2023 è già altissima.

L’edizione numero 112 della Corsa Rosa sarà all’insegna delle novità, ma anche dei grandi ritorni a livello di percorso, dal momento che la tappa conclusiva sarà a Roma dopo quattro anni, all’indomani di un lungo trasferimento al termine della cronometro di Monte Santo di Lussari, terza e ultima prova contro il tempo di un’edizione che non vedeva così tanti chilometri riservati alle crono dal 2013.

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Una decisione, questa, con la quale gli organizzatori hanno forse fatto storcere il naso a più di un appassionato, sebbene non abbia determinato alcuna riduzione delle tappe di montagna, quelle che per tradizione coinvolgono maggiormente i tifosi, davanti alla televisione, ma soprattutto sulle strade. D’altra parte la svolta va in direzione di un Giro più internazionale, avendo convinto a partecipare alcuni big specialisti delle crono a partire da Primoz Roglic, che il prossimo 6 maggio da Fossacesia Marina inizierà il primo Giro d’Italia della propria carriera, con l’obiettivo tutt’altro che celato di indossare subito la prima maglia rosa al termine della cronometro di 18,4 km che si concluderà ad Ortona.

Non tutti i grandi della bicicletta sono però stati contenti di come è stato costruito il percorso del Giro d’Italia 2023 e tra questi c’è il più illustre di tutti, stando almeno al prestigio della maglia che indossa, ovvero il campione del mondo Remco Evenepoel, le cui parole rilasciate nel corso di un’intervista concessa a ‘L’Equipe’ hanno scatenato non poche polemiche.

Evenepoel fa arrabbiare gli amanti del Giro d’Italia: “Pentito di essermi iscritto”

Il prodigio belga, classe 2000, reduce da un 2022 epocale con i successi alla Liegi-Bastogne-Liegi, a San Sebastian e alla Vuelta, oltre che al Mondiale di Wollongong, è stato inevitabilmente insignito del Velo d’Or 2022, il Pallone d’Oro del ciclismo, premio assegnato annualmente proprio da ‘L’Equipe’ a fine anno solare. Intervistato a margine della consegna, Evenepoel si è dichiarato pentito della decisione di partecipare al prossimo Giro, proprio a causa dell’elevato chilometraggio in montagna: “Abbiamo deciso di andare al Giro quest’anno, ma quando ho visto che in fin dei conti alla Corsa Rosa ci sono più montagne che al Tour de France 2023 mi sono chiesto se avessi fatto la scelta giusta”.

Il belga ha poi anticipato di voler debuttare a breve al Tour de France: “Per il futuro a lungo termine, ovviamente mi piacerebbe affrontare il mio primo Tour nel 2024, ma la cosa dipenderà anche dal programma dei Giochi di Parigi 2024. Ci sto pensando già adesso, anche se manca ancora un sacco di tempo”.

Parole che di certo non hanno fatto piacere agli organizzatori e neppure ai tifosi italiani, pronti ad applaudire sulle strade del Giro un campione che sembra destinato a segnare un’epoca in virtù delle proprie qualità fisiche e tecniche, ma che, stando almeno a queste dichiarazioni, sembra ancora lontano dai più forti di ogni tempo, che non erano soliti scegliere con il bilancino le gare alle quali partecipare. Vero che oggi le stagioni sono molto più lunghe, ma certe corse dovrebbero essere fisse nel calendario dei grandi della bicicletta, non necessariamente con l’obiettivo di vincere, ma almeno per onorarle e dare spettacolo, in particolare se si indossa la maglia di campioni del mondo.

Sarà, forse, che Evenepoel lega all’Italia il ricordo più brutto, doloroso e spaventoso della sua fin qui giovane carriera, il terribile incidente subito al Giro di Lombardia 2020, costatogli quasi un anno di stop a causa della frattura del bacino e una contusione al polmone riscontrate dopo il volo nella scarpata al termine della discesa del Muro di Sormano: “Quella caduta a Il Lombardia mi ha fatto perdere quasi due anni – ha detto Evenepoel – Ma alla fine è stato un episodio che ha contribuito a farmi diventare una persona diversa. Da allora riesco a dare il giusto peso alle cose, sono meno stressato e accumulo meno frustrazione. Poi, tante cose sono cambiate dopo la vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi 2022: lì ho guadagnato tantissima fiducia in me stesso”.

Giro d’Italia 2023, la sfida di Filippo Ganna e i sogni di Caruso e Ciccone

Tornando al Giro d’Italia, tra i corridori che lotteranno per il successo finale ci saranno anche Geraint Thomas, vincitore del Tour nel 2018 e Damiano Caruso, che al momento sembra essere l’unico italiano in grado di ambire ad un posto tra i primi cinque. Del resto le difficoltà del movimento tricolore nell’individuare specialisti delle corse a tappe è nota, sebbene il 2023 sia iniziato benissimo per i colori azzurri grazie ai successi in serie nelle prime corse della stagione, dal Saudi Tour alla Vuelta Valenciana, dove si sono messi in luce Simone Consonni, Jonathan Milan e Giulio Ciccone.

Lo scalatore abruzzese, che nel 2023 disputerà Giro e Tour de France, è pronto per cercare di migliorare il miglior piazzamento della carriera nelal Corsa Rosa, il 16° posto del 2019 e a superare i dubbi sulla tenuta sulle tre settimane. Per i colori italiani, però, la grande attrazione del Giro sarà Filippo Ganna, pronto a lottare per la prima Rosa a Ortona in un anno che lo vedrà alle prese anche con la sfida Parigi-Roubaix.

Giro d'Italia 2023, spunta il caso Evenepoel: le parole che fanno discutere Fonte: Getty Images

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