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Giro d'Italia, 4a tappa: Van Uden brucia tutti ad Alberobello. Roglic rosicchia altri secondi con gli abbuoni. La Classifica

Giro d'Italia, 4a Tappa: una volata caotica premia il coraggio e l'intelligenza di Casper Van Uden. Roglic guadagna 2 secondi al Red Bull KM (ma che pasticcio UAE...)

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Nessuno sapeva chi fosse, da oggi faranno bene in tanti a tenerlo a mente: Casper Van Uden non è affatto un fantasma (come lascerebbe presupporre il nome), quanto piuttosto una solida certezza che sul traguardo di Alberobello ha saputo mettere nel sacco tutti i principali velocisti attesi allo sprint. C’è rimasto male pure Mads Pedersen, vestito di rosa da cima a fondo: il danese ha faticato a ritrovare le prime posizioni dopo aver perso qualche pedalata di troppo nel convulso finale, ma quando c’è stato da uscire allo scoperto non è stato in grado di rimontare. Van Uden così ha piazzato l’acuto che può cambiargli la carriera: festa grande per il Team Picnic PostNL, con le squadre olandesi che proseguono imperterrite nel loro dominio dopo le due vittorie targate Lidl Trek (a sorpresa manca all’appello la Visma).

Volata caotica, i big vanno ko. Ciccone, paura e sollievo

Lo sfarfallio di fine tappa, con i treni delle principali formazioni dei velocisti saltati all’unisono sull’altare di una rincorsa caotica per prendere la testa del gruppo, ha certamente fatto il gioco di Van Uden. Che ha battuto un cliente sempre scomodo con Olaf Kooij, che in una volata più consona alle sue caratteristiche ha dimostrato di poter dire abbondantemente la sua.

Pedersen ha chiuso quarto dietro a Maikel Zijlaard, poi a seguire Kanter, Groves, Bennett, Magnier, Turner e Moschetti, unico italiano di giornata in top ten. E a proposito di Italia: ha rischiato grosso Giulio Ciccone, finito a terra senza alcuna conseguenza a metà tappa (anche Pedersen coinvolto nella caduta che ha prodotto soprattutto conseguenze per Nickolas Zukowsky, costretto al ritiro), poi di nuovo finito nel mirino della malasorte a pochi chilometri dal traguardo, attardato da un problema meccanico che ha richiesto uno sforzo decisamente importante per rientrare sulla coda del gruppo prima della possibile neutralizzazione.

Alla fine, pericolo scampato: Ciccone rimane una pedina chiave per Pedersen (e oggi nelle battute conclusive è mancata) e anche per la classifica della Lidl Trek, puntando forte su una top ten.

Roglic non sbaglia nulla: 2 secondi guadagnati al Red Bull KM

Nel Giro dei big di classifica, a fare ancora una volta un passettino avanti è Primoz Roglic. Che rosicchia un paio di secondi a tutti i rivali grazie al terzo posto conquistato nel Red Bull KM, il nuovo traguardo volante (posto a 100 chilometri dall’arrivo) che assegna rispettivamente 6, 4 e 2 secondi ai primi tre che transitano, istituito allo scopo di ravvivare le prime fasi della corsa.

Una volata peraltro un po’ atipica: Munoz, che era in fuga, ha preso i 6 secondi, poi Del Toro ha provato a lanciare la volata ad Ayuso, che a causa di un piccolo problema meccanico non è riuscito a tenergli le ruote, finendo alle spalle di Roglic che così gliel’ha fatta sotto al naso. Ma non è soltanto questione del caso: lo sloveno è pimpante, attento e molto convinto dei propri mezzi. E l’ha dimostrato anche in una tappa (sulla carta) interlocutoria. I grandi giri si vincono anche così.

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