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Giro d'Italia, il borsino degli italiani: Tiberi e Ciccone per il podio, Mozzato per le volate, Piganzoli per stupire

Il Giro degli italiani vivrà soprattutto di ciò che sapranno fare Tiberi e Ciccone. Senza Ganna e Milan, occhi puntati su Mozzato e Vendrame, ma anche su tanti giovani

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non chiudiamo un Giro d’Italia sul gradino più alto del podio dal 2016, da quando cioè Vincenzo Nibali concluse in maglia rosa il suo secondo Giro dopo quello vinto nel 2013. In generale manchiamo dal podio da quattro anni, da quando Damiano Caruso (quest’anno all’ultima recita sulle strade di casa) insidiò finché poté Egan Bernal, chiudendo al secondo posto. Ma quest’anno magari le cose potrebbero cambiare, perché l’Italia un paio di carte da giocare per la classifica generale le ha. E a ben vedere, anche per andare a caccia di altre maglie o vittorie di tappa.

Tiberi vuol alzare l’asticella: il podio è alla portata?

Sobbarcare Antonio Tiberi di troppe aspettative sarebbe certamente un errore. Eppure a 24 anni, nel ciclismo moderno, non si è più tanto “giovani”. E Tiberi sa che l’opportunità che si presenterà davanti ai suoi occhi è di quelle da non farsi sfuggire. Intanto perché il pronostico per la maglia rosa quest’anno appare un po’ più aperto: lo scorso anno c’era Pogacar, quest’anno ci sono Ayuso e Roglic, il primo altro enfant prodige in cerca di consacrazione, il secondo veterano ma appunto non più così “giovane” come lo sono buona parte dei rivali.

Insomma, il quinto posto dello scorso anno deve rappresentare un punto di partenza per Tiberi, la cui marcia d’avvicinamento al Giro in verità è stata un po’ contrastata (al Tour of the Alps s’è ritirato per via di un virus intestinale). Di fatto non corre da due mesi, cioè dalla Tirreno-Adriatico, dove ha chiuso secondo alle spalle di Ayuso (ma era ancora presto). Un vantaggio però potrebbe averlo: mai come quest’anno il Giro si deciderà nell’ultima settimana, e avrà tempo per affinare la gamba senza troppe pressioni addosso. Un podio sarebbe comunque tanta roba: se non ora, quando?

Ciccone vuole questa “benedetta” top ten

Giulio Ciccone al Giro ha detto di volersi divertire e regalare spettacolo. L’amicizia con Jannik Sinner, suo compaesano a Monte Carlo, gli ha permesso di aumentare qualche followers sui social, ma lo ha messo anche un po’ più sotto la lente.

Intanto il podio alla Liegi dietro a Pogacar è sembrato un bel segnale: difficile dire se l’abruzzese potrà competere per il podio, perché a cronometro resta un po’ indietro nelle gerarchie, ma di sicuro non avrà molto da perdere e potrebbe anche tentare di far saltare il banco nell’ultima settimana.

A 30 anni si può e si deve pensare in grande: la prima top 10 in un grande giro, soltanto sfiorata la scorsa estate al Tour (la perse appunto nella cronometro dell’ultima tappa), sembra più che mai alla portata. Per qualcosa in più, vedere per credere.

Senza Milan e Ganna, occhio ai giovani: Piganzoli per stupire

Al Giro quest’anno non partecipano Jonathan Milan e Filippo Ganna, entrambi “dirottati” dalle rispettive squadre verso il Tour de France. Mancheranno due pezzi da novanta: Milan è ormai uno dei sprinter più veloci al mondo, Ganna a cronometro avrebbe fatto sfracelli, puntando a indossare anche la maglia rosa (e su un percorso non così selettivo, magari si sarebbe anche potuto spingere oltre).

In totale saranno 48 gli italiani al via: per gli sprint la carta migliore risponde al nome di Luca Mozzato, già secondo lo scorso anno al Fiandre dietro a van der Poel (quando vinse una volata ristretta). Veterani come Diego Ulissi e Davide Formolo potrebbero dire la loro in qualche tappa un po’ più mossa, così come Andrea Vendrame, che quest’anno s’è imposto anche in una volata di gruppo (assai bagnata) in una tappa della Tirreno-Adriatico.

Potrebbe godere di qualche giornata di liberà anche Gianni Moscon, che sarà al servizio di Roglic. Poi però ci saranno anche tanti giovani: Giulio Pellizzari, Filippo Zana e Lorenzo Fortunato in salita proveranno a dire la loro, Edoardo Affini e Mattia Cattaneo a cronometro se la giocheranno con i migliori. Christian Scaroni e Mirco Maestri cercheranno a loro volta a rendersi protagonisti dopo una discreta primavera, mentre Davide Piganzoli è atteso a una conferma dopo aver sfiorato la top ten all’esordio lo scorso anno.

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