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Giro dell'Emilia, Pogacar si regala la prima vittoria in maglia iridata con l'ennesimo assolo da lontano

Non c'è modo di arginare la sete di vittorie di Tadej Pogacar: a Bologna, al debutto in maglia iridata, saluta tutti ai -37 dall'arrivo e trionfa in cima al San Luca.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Da uno sloveno all’altro: il San Luca ormai è un protettorato della Slovenia, abituata solitamente a dominare con Primoz Roglic, tre volte vincitore negli ultimi 5 anni, che pure quest’anno ha lasciato il testimone a colui che è sembra ombra di dubbio il più grande ciclista di questa decade. E che ha pensato bene di inaugurare la sua (prima?) stagione in maglia iridata facendo quello che più gli viene bene. Perché Tadej Pogacar sa solo vincere, e nell’edizione numero 107 del Giro dell’Emilia lo ha ribadito a gran voce.

Primo San Luca, solito assolo: Pogi non ha rivali

Quando ha attaccato a 37 chilometri dall’arrivo, nel momento in cui il gruppo affrontava la prima delle cinque ascese al San Luca, tutti hanno capito che si stava materializzando l’ennesimo assolo da fuoriclasse. Ha provato a tenergli le ruote Matteo Jorgenson, ma dopo poche centinaia di metri (forse decine) ha desistito dal volergli restare a ruota. Pogi ha un altro motore, come ha dimostrato a più riprese nel corso della stagione (gli 80 chilometri di fuga alle Strade Bianche di marzo o l’allungo ai -100 dal traguardo nel mondiale di Zurigo non sono stati certo episodi isolati), e il finale è stato presto detto.

Col gruppo rassegnato a giocarsi la seconda piazza, quella peraltro occupata nelle ultime due edizioni proprio dal capitano della UAE Team Emirates, perché Tadej s’è concesso la “solita cronometro” grazie alla quale è andato a tagliare per primo lo striscione del traguardo.

Evenepoel ha scherzato col fuoco (e si è bruciato)

E dire che per stessa ammissione di Pogacar questa non sembrava la giornata giusta per mandare agli atti un’altra fuga vincente. Un po’ per le condizioni meteo al limite, con l’Emilia bagnata da una pioggia fastidiosa sin dalle prime ore di corsa.

Evenepoel, l’altro grande favorito della corsa emiliana, ha provato ad anticipare il rivale ai piedi della prima ascesa al San Luca, ma è stato letteralmente rimbalzato nella pancia del gruppo senza riuscire mai a togliersi di dosso il neo campione del mondo dalla propria ruota (s’è ritirato ai -20 dall’arrivo). Anche Roglic è rimasto guardingo, poi però quando 500 metri dopo Pogacar ha affondato il colpo nessuno gli ha risposto, tolto Jorgenson che pure s’è soltanto illuso di potergli tenere testa.

La corsa fino a quel momento aveva vissuto su una fuga di cinque corridori (Thomas, Gonzalez, Ganzabal, Martinelli e Muniz) arrivata a contare oltre 4’ di vantaggio, ripresa però quando all’arrivo mancavano una cinquantina di chilometri scarsi. Lo sloveno ha preso subito un minuto di vantaggio e sostanzialmente non ha dovuto far altro che gestirlo negli ultimi 35 chilometri, andando a raddoppiare il distacco sul gruppo. Come se fosse tutto pacificamente normale, che forse lo è pensando al talento sconfinato di cui si ritrova a disporre.

Ancora due corse in Italia per fare la storia

Con il trionfo bolognese, Pogacar ha conquistato la 24esima vittoria stagionale su 55 giorni di corsa, (siamo oltre il 43% di percentuale di successi: in mezzo ci sono anche gli arrivi in volata delle corse a tappe…) portandosi a casa una bella mortadella (chissà quando la mangerà…). E ha ancora altre due cartucce da sparare: la Tre Valli Varesine martedì, poi Il Lombardia sabato (dove vince da tre anni).

La piazza d’onore se l’è presa Tom Pidcock, che allo sprint in una volata ristretta ha regolato Davide Piganzoli (bravissimo a tenere le ruote dei migliori “degli umani”) e Michael Woods.

L’Italia può consolarsi al pensiero che almeno la gara femminile ha sorriso a Elisa Longo Borghini, splendida medaglia di bronzo a Zurigo, bravissima a domare il San Luca in mezzo alla nebbia.

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