Era atteso spettacolo al Giro d’Italia nella penultima tappa con l’ultimo arrivo in salita dell’Alpe di Motta. E le previsioni sono state rispettate.
Il gran protagonista però non è stato Simon Yates, che dopo essere apparso in gran forma a Sega di Ala e all’Alpe di Mera aveva dichiarato di voler attaccare Egan Bernal per strappare la maglia rosa al colombiano.
L’inglese non è scattato, così la copertina di giornata se l’è presa Damiano Caruso.
Il siciliano della Bahrain Victorious ha infatti vinto in solitaria, rafforzando il proprio secondo posto alle spalle di Bernal, alla vigilia della cronometro da Senago a Milano.
La corsa è letteralmente esplosa sull’ultima salita verso l’Alpe di Motta, ma la tattica della Bahrain è stata perfetta e quella di una squadra che ha sognato, magari anche per poco, di ribaltare la classifica generale anche per il primo posto.
Se infatti Caruso ha attaccato già nella discesa del Passo San Bernardino, tra i primi attaccanti della giornata, oltre a Jonathan Castroviejo e Romain Bardet, c’era anche Pello Bilbao, fido scudiero di Caruso.
Il capitano della Bahrain, tuttavia, divenuto tale in corso d’opera per il prematuro ritiro di Mikel Landa, è andato a riprendere i fuggitivi uno ad uno. L’ultimo ad arrendersi è stato Romain Bardet, quarto al traguardo dell’Alpe Motta dietro a Daniel Martinez, entrambi a 35″. Quinto Joao Almeida a 40″. Delude Aleksandr Vlasov, che ha accusato un distacco di 1’12”.
Bernal non si è scomposto, restando in marcatura di Yates insieme al fido Daniel Martinez. Il colombiano ha anzi concluso al secondo posto, a 23″ da Caruso e guadagnandone 28″ su Yates, solo sesto al traguardo a 51″ dadl vincitore.
Il capitano della Ineos Grenadiers, più forte a cronometro rispetto a Yates, ha ormai il Giro in pugno: in classifca generale, infatti, Bernal ha 1’59” su Caruso e 3’23” su Yates.
Nella classica intervista post-gara, Damiano Caruso si presenta felicissimo ai microfoni della RAI:
“Ho pensato a mille cose in quegli ultimi duecento metri: a tutte le fatiche di tre settimane, al lavoro dei miei compagni, del team e anche il mio. Oggi ho realizzato un altro sogno, penso di essere l’uomo più felice al mondo in questo momento. Per tutta la gara ho pensato a cosa avremmo potuto fare con tutta la squadra al completo . Pello Bilbao è stato incredibile, il 70% della mia vittoria è merito suo. Io mi reputo un ottimo professionista e un ottimo corridore, non sono mai stato definito un campione perché non ho mai vinto da campione. Ho vinto qualche gara minore e ottenuto tantissimi piazzamenti, anche un centinaio. Oggi però ho avuto la mia giornata da campione”.