“E’ una decisione che abbiamo subìto, non accettato. Adesso pensiamo ad arrivare a Milano, poi qualcuno pagherà per questo“. E’ letteralmente furibondo il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, per il susseguirsi degli eventi di questa mattina che hanno portato alla modifica in extremis del percorso della 19esima tappa della Corsa Rosa, a causa della protesta dei corridori.
Per Vegni, che ha sottolineato come non tutti i corridori fossero d’accordo con la protesta, si tratta di un colpo durissimo nei confronti della Corsa Rosa e del ciclismo in generale. “E’ stata una bruttissima figura – ha detto ai microfoni di Rai Sport -, che arriva dopo tutti i sacrifici fatti per portare la corsa fino a Milano”.
“Se la sarebbero volentieri evitata tutti gli appassionati che da un’ora o due erano sulla strada ad aspettare i corridori – ha aggiunto -. Proposta fatta ieri? Io ne sono venuto a conoscenza oggi. Ripeto, qualcuno pagherà”.
La contestazione è partita questa mattina all’appuntamento con il foglio firma. Una delegazione di ciclisti ha chiesto ed ottenuto un colloquio con il direttore Mauro Vegni, contestando la lunghezza della tappa dopo le fatiche di ieri (quattro salite tra le quali lo Stelvio), con un percorso da affrontare inoltre sotto la pioggia.
La direzione ha deciso così di tagliare, in deroga ai regolamenti, oltre 100 km, che le squadre hanno affrontato con un rapido trasferimento in pullman. I ciclisti hanno comunque svolto regolarmente le operazioni di partenza a Morbegno, ma dopo il via si sono diretti sui vari pullman dei team per essere trasferiti alla nuova partenza.
La tappa è partita alle 14.30 da Abbiategrasso, indicata dal percorso iniziale come zona rifornimento e quindi attrezzata per un’eventualità del genere. L’arrivo è invece previsto ad Asti, come da programma.