L’allarme arriva direttamente dalla California, anche se per qualcuno può apparire fin troppo esagerato: davvero Los Angeles starebbe pensando di chiedere al CIO di posticipare l’appuntamento olimpico del 2028? Sull’onda emotiva dei tragici incendi degli ultimi giorni, più d’uno s’è domandato infatti cosa potrebbe accadere se nell’estate del 2028 si dovessero verificare situazioni simili, quando però nella città degli angeli troverebbero posto atleti e delegazioni provenienti da ogni parte del mondo. Un rischio (forse) non troppo calcolato, che ha spinto qualcuno a insinuare il dubbio che davvero le olimpiadi si vedrebbero costrette a cercare ospitalità altrove.
- La situazione climatica e le prospettive "estive"
- Los Angeles ha una sfilza di grandi eventi nei prossimi anni
- "Il CIO farebbe bene a mettere in allerta Parigi"
La situazione climatica e le prospettive “estive”
Per ora non ci sono comunicazioni ufficiali al riguardo, anche perché ai giochi del 2028 mancano 42 mesi. Però alcuni esperti hanno già fatto notare che sarebbe bene cominciare a predisporre sin d’ora un piano d’intervento per scongiurare guai peggiori. Dopotutto le olimpiadi si disputeranno in piena estate, nel periodo cioè nel quale solitamente la California è maggiormente esposta agli incendi.
Anche se mai nella storia si era assistito a un evento incendiario di simili proporzioni, di gran lunga il peggiore tra quelli che si ricordano a memoria d’uomo. Una situazione figlia anche dei forti venti di Santa Ana, che soffiano proprio in questo periodo dell’anno e hanno permesso alle fiamme di propagarsi a macchia d’olio, trovando un terreno anche insolitamente arido e asciutto (la siccità è stata una costante negli ultimi mesi nell’area di Los Angeles).
Los Angeles ha una sfilza di grandi eventi nei prossimi anni
Qualcuno s’è portato avanti col lavoro, affermando che il CIO farebbe bene a contattare l’amministrazione di Parigi per sondare il terreno e chiedere la disponibilità ad organizzare nuovamente i giochi, qualora Los Angeles dovesse trovarsi impossibilitata a farlo.
Per il momento va specificato che nessuno degli 80 siti individuati per le gare è stato in qualche misura danneggiato dagli incendi. È rimasto miracolosamente illeso il complesso del golf di Palisades (Riviera Country Club), così come non si segnalano danni al campus di UCLA, che fungerà da villaggio olimpico (attualmente però l’università lo ha completamente fatto sfollare). Altri impianti sono ancora in via di ultimazione, ma nessuno di questi rientra nelle aree maggiormente esposte alla violenza delle fiamme.
Los Angeles peraltro vivrà da qui ai prossimi tre anni numerosi appuntamenti di rilevanza sportiva nazionale e non solo: alcune gare del Mondiale per Club FIFA dell’estate 2025, ben 8 del mondiale 2026, l’All Star Game NBA del 2026 e il Super Bowl 2027. “Sapere di avere così tanti appuntamenti importanti da poter organizzare da qui a breve scadenza ci deve dare la forza per cooperare e aumentare ogni sforzo possibile per favorire una pronta ripartenza”, ha spiega il Governatore dello Stato della California, Gavin Newsom. “Chiaramente adesso abbiamo altre questioni da dover risolvere, perché l’emergenza è sotto gli occhi di tutti. Però ripeto, cooperare è l’unico modo per riuscire ad accelerare il processo di ripresa delle normali attività”.
“Il CIO farebbe bene a mettere in allerta Parigi”
A paventare l’ipotesi che il CIO debba cominciare a guardarsi intorno è stato Mark Dyerson, docente dell’University of Pennsylvania. “Credo che a livello dirigenziale ci sia preoccupazione, unitamente alla consapevolezza che un piano B vada comunque preso in esame sin d’ora. Ma sono sicuro che il CIO saprà prendere la scelta più ragionevole e nell’interesse di tutti”.
Alcuni esperti di finanza hanno invece sottolineato la necessità di aumentare sensibilmente il budget a disposizione per i giochi, con il comitato organizzatore costretto a dover cercare nuovi fondi per coprire eventuali costi aggiuntivi dovuti a operazioni di bonifica e prevenzione sul territorio.
I meno ottimisti, memori di quanto accaduto nei giorni scorsi, ritengono che sarà fondamentale capire cosa potranno portare eventuali ulteriori scompensi a livello climatico nelle prossime stagioni calde, tenuto conto che un autunno-inverno così scarso a livello di precipitazioni non era mai stato registrato in tutta l’area. Insomma, a tre anni e mezzo dai giochi i dubbi sono all’ordine del giorno. Ma probabilmente è davvero troppo presto per far risuonare l’allarme.