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Golf, Tiger Woods e Nike si dicono addio dopo oltre 27 anni: un matrimonio che ha fatto felici tutti

Dal 1996 Woods e Nike hanno dato vita a uno dei sodalizi più vincenti nella storia delle sponsorizzazioni sportive, con guadagni per tutti a cifre esorbitanti.

Pubblicato:

Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Bisognerà farci l’occhio, perché vedere Tiger Woods senza l’iconico swoosh Nike comporterà necessariamente un periodo di adattamento. Del resto è un binomio che resisteva da quasi tre lustri: era il 1996 quando l’azienda di Phil Knight e il numero uno del golf mondiale decisero di far incrociare i rispettivi cammini, dando vita a una delle partnership più longeve che il mondo dello sport professionistico ricordi. Che ha saputo superare anche momenti di forte tempesta, ripensando agli scandali a luci rosse e a tanti problemi extra sportivi (vedi l’incidente a Los Angeles del 2021) che hanno contraddistinto la parabola di Woods, che a 48 anni compiuti da pochi giorni è ancora protagonista nei più importanti circuiti golfistici internazionali.

La fine di un’epoca irripetibile

L’annuncio della fine del rapporto tra Tiger e Nike è stata data attraverso i rispettivi canali social, con due modalità distinte ma che di fatto hanno detto la stessa identica cosa. “Oltre 27 anni fa – ha scritto Woodsho avuto la fortuna di iniziare una collaborazione con uno dei marchi più iconici al mondo. I giorni trascorsi insieme da allora sono ricchi di così tanti momenti straordinari che, se iniziassi a ricordarli uno ad uno, potrei stare qui all’infinito. La passione e la visione di Phil Knight hanno dato vita a questa partnership con Nike e Nike Golf. Voglio ringraziarlo personalmente e dire grazie anche a tutti i dipendenti Nike e agli incredibili atleti con cui ho avuto il piacere di lavorare in questi anni. La gente si chiede se ci sarà un altro capitolo. Sì, sicuramente ci sarà un altro capitolo”.

Da parte sua, l’azienda dell’Oregon ha speso parole intrise di riconoscenza: È stato un giro pazzesco, Tiger! Hai sfidato la concorrenza, gli stereotipi, le convenzioni, il modo di pensare della vecchia scuola. Hai sfidato l’intera istituzione del golf. Ci hai sfidato. E soprattutto te stesso. E per questa sfida siamo grati”.

I rinnovi multimilionari, la visione di Knight

Quello tra Woods e Nike, va detto, è stato anche e soprattutto un matrimonio che è convenuto ad entrambe le parti. Il giocatore ha raggiunto compensi per circa 500 milioni di dollari, sommando quelli stipulati negli anni tra rinnovi (l’ultimo a 200 milioni nel 2013) e incentivi premio previsti tra le clausole dei vari contratti firmati.

L’azienda a sua volta ha ricevuto da Tiger una popolarità e un seguito enormi, tanto da diventare una delle etichette di riferimento all’interno di uno sport che era considerato solo per pochi eletti, con marchi facilmente riconoscibili e apparentemente inattaccabili (vedi Fred Perry e Lacoste), sdoganando un altro tabù dopo aver letteralmente capovolto le gerarchie in tante altre discipline (si pensi al calcio, che fino agli anni ’90 era dominato da Adidas, oppure il tennis, sull’onda dei successi di Sampras e Agassi prima e soprattutto di Federer e Nadal poi). Woods è stato il grimaldello per issare la bandierina anche nel golf.

Woods, futuro da Federer? Anche TaylorMade in lizza

La scelta di concludere il rapporto è figlia anche di una precisa strategica di marketing portata avanti da Nike almeno da 7 anni a questa parte, da quando cioè ha cominciato a diminuire gli investimenti nel golf (e, anche se nessuno lo dirà mai apertamente, la parabola discendente imboccata da Woods nel secondo decennio del secolo ha contribuito parecchio al riguardo).

Dal 2016 l’azienda non produce più palline, scarpe e attrezzature, ma solo abbigliamento, e la sensazione è che a breve verrà meno anche quest’ultima parte. Tiger nel frattempo aveva già dovuto affidarsi ad altri marchi (bastoni TaylorMade, palline Bridgestone, scarpe Footjoy) e adesso lo farà anche per quel che riguarda l’outfit: TaylorMade è in pole per prendere il posto di Nike, ma anche gli svizzeri di On Running (società che ha tra i suoi azionisti Roger Federer) sarebbero stati accostati al vincitore di 15 tornei Major, l’ultimo datato 2019 ad Augusta (il famoso Masters, dove chi vince indossa una giacca verde).

Proprio in occasione di quella vittoria le azioni di Nike in borsa lievitarono del 5%, procurando a Knight almeno 250 milioni di dollari di aumento di patrimonio netto in una settimana. E chissà quanti altri soldi avrà fatto Nike grazie a quella favolosa intuizione del 1996, quando Woods divenne la nuova gallina dalle uova d’oro.

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