Vittoria, esaltazione, un piccolo litigio con un tifoso e anche un velo di tristezza hanno dipinto il volto di Guardiola durante il match contro il Newcastle. In campo nessuna novità: tre punti, zero cambi e primo big match portato a casa. E a proposito di case, l’allenatore ne ha lasciata una a Brescia, dove ha incontrato il suo “secondo padre”, Mazzone, scomparso il 19 agosto 2023 all’età di 86 anni . Gli ha aperto la strada in Italia, lo ha preso per mano. Il tecnico del City non lo ha mai dimenticato, lo ha spesso ricordato, come ha fatto dopo la vittoria contro i Magpies. Lo spagnolo ha commosso tutti con un gesto genuino nel post partita, ricordando “Carletto” alla “Carletto”.
- Guardiola ricorda la corsa di Mazzone
- Guardiola: "Mazzone era un padre, il calcio perde una leggenda"
- Guardiola e il primo approccio con Mazzone
Guardiola ricorda la corsa di Mazzone
La corsa di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta è una scena generazionale. Uno spezzone di un film che si ripete. Una vecchia cassetta rispolverata per raccontare la sua grandezza. Guardiola lo ha ricordato così, indossando una maglietta che rappresenta proprio questo episodio: “Mi sono ricordato che Edoardo Piovani un anno fa mi ha mandato questa t-shirt. Ho pensato che questo fosse il giorno giusto per indossarla“.
Cosa era successo? Era il 30 settembre del 2001 e si giocava il derby contro la Dea, sentito e teso. Si poteva capire dal rumore dello stadio. Una marea di tifosi che hanno insultato Mazzone con cori offensivi. Sul 3 a 1 per gli avversari, Baggio accorcia le distanze ed ecco la frase storica: “Se famo er terzo vengo sotto ‘a curva!”. Il gol arriva, il resto è storia, indelebile, come sulla maglia di Pep.
Guardiola: “Mazzone era un padre, il calcio perde una leggenda”
“È un giorno molto triste per me e la mia famiglia” – spiega Pep nella sala stampa dell’Etihad Stadium, sempre con la maglietta bianca orgogliosamente addosso. “Mister Mazzone è stato il mio allenatore a Brescia e purtroppo è morto. Mando un grande abbraccio a tutta la la sua famiglia, a sua moglie e ai suoi figli e nipoti. Quando sono arrivato in Italia per me è stato un periodo duro. E lui è stato come un padre. Il calcio italiano ha perso una leggenda, una persona che ha avuto un impatto enorme su tutte le persone con cui è stato a contatto: non parlo solo dei giocatori che ha avuto o dei presidenti, ma di tutto il mondo del calcio”.
Guardiola e il primo approccio con Mazzone
Alla BoboTv Guardiola ha raccontato tanti episodi della sua vita, alcuni anche su Mazzone: “Nel corso di una cena in albergo a Coccaglio Mazzone mi dice: ‘Pep, io non ti volevo. Non so cosa fai qua’. Penso: ‘Arrivo dal Barcellona, cosa succede?’. Subito dopo mi dice: ‘Ho acquistato Giunti e ho dato fiducia a lui, ora invece devo pensare a cosa fare con voi due nello stesso ruolo. Penso però che tu sia molto forte, ti vorrò bene e ti farò giocare”.
Ritornando all’episodio della corsa, Guardiola ha avuto il privilegio di goderselo dalla tribuna, il Brescia lo aveva acquistato da poco, non poteva di certo giocare. Era affianco al direttore sportivo di allora, Gianluca Nani, e al presidente Gino Corioni. La reazione fu spontanea: “Questo è il mio allenatore? Ma è matto?“. Un pazzo buono che Pep ha amato e ora ricordato, con quella corsa che non finirà mai.