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Hall of Fame del calcio italiano: tutti i premi, le confessioni di Spalletti e Donnarumma

Il ct della Nazionale ricorda la trionfale esperienza di Napoli, mentre il portiere si è soffermato sulla recente accoglienza in Milan-Pg: non è stato facile, in campo ne risenti

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Si è tenuta a Coverciano la cerimonia di consegna delle onorificenze per la Hall of Fame del calcio italiano. L’evento, trasmesso in diretta sui canali Rai, ha visto presenti il presidente della Figc Gabriele Gravina, il capo delegazione dell’Italia Gigi Buffon, la giocatrice di Juventus e Nazionale italiana Cristiana Girelli, gli ex giocatori Alessandro Altobelli e Gianfranco Zola. Si è poi unito al gruppo il ct Luciano Spalletti.

Gravina e la solidarietà alle popolazioni alluvionate

Il tema della serata è stato quello della “vittoria”. In primis, ha preso la parola il presidente Gravina: “La vera vittoria è capire che chi si prende cura del calcio, su tutto il territorio, deve avere anche la capacità di creare i presupposti rispettando la memoria e cercando di tramandare i valori cruciali alle future generazioni. Questo credo sia il valore della Hall of Fame del calcio italiano: quelli che già sono presenti, sono eroi del mondo del calcio, che riconosciamo senza distinzione alcuna. La Hall of fame è un riconoscimento che parla, col cuore, ai tifosi. Inoltre, questa mattina il mondo del calcio si è unito alla gente di Prato per testimoniare la vicinanza a tutti quelli che hanno subito danni e lutti dopo l’alluvione in Toscana”.

Hall of Fame, Buffon si “candida”

Non potevano mancare le parole di Gigi Buffon, che non fa ancora parte della Hall of Fame: “Il mio nome? Molti mi ritengono ancora in attività, magari qualcuno pensa che io voglia il sesto Mondiale…È la più grande gratificazione che si possa ricevere, significa entrare nei ricordi di una Nazione, significa entrare nel Gotha degli immortali. Io non ho un rimpianto, ho finito la mia carriera da persona molto felice e soddisfatta per quello che ho ottenuto e condiviso con i miei compagni, soprattutto con i dirigenti e le società. Ho sempre messo davanti i risultati di squadra rispetto all’individualismo. L’unico contributo che posso dare è il sentore che percepisco e mi trasmettono loro, quindi grande serenità e sicurezza. Vedo la loro applicazione e caratura tecnica e poi un ulteriore elemento di convinzione lo ritrovo nell’allenatore che abbiamo, lui e il suo staff fanno sì che possiamo essere più certi di quello che andremo ad affrontare, avremo più cartucce nei momenti giusti”.

L’aneddoto di Spillo Altobelli su Bearzot

Primo premio ad Alessandro Altobelli, campione del Mondo nel 1982: il suo cimelio è la maglia del gol in Italia-Malta 5-0, in cui lui fece doppietta a Bergamo, e l’Italia si qualificò per gli Europei. «Il Mondiale dell’82? Fu particolare, speciale, iniziato malissimo, critiche. Ma non avevano fatto il conto con un grande allenatore, Bearzot era l’uomo in più. Non correvamo all’inizio, la risposta è che Bearzot aveva preparato le otto partite, quindi iniziammo come un ritiro precampionato, eravamo imballati e soffrimmo all’inizio. Ma dalla quarta partita non abbiamo più avuto rivali”.

Zola ricorda l’esperienza di Napoli

Secondo premio a Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter che vinse lo Scudetto dei record nel 1989, premiato nella categoria dirigenti del calcio. Terzo premio a Cristiana Girelli, attaccante di Juventus e Nazionale italiana, quattro gol ai Mondiali: come cimelio ha regalato la maglia indossata negli ottavi di finale di Francia 2019. Come giocatore italiano, il premio è andato a Gianfranco Zola, che in primis ha ricordato lo Scudetto vinto a Napoli ai tempi di Maradona: “Io ho “partecipato” a uno Scudetto, ma Napoli è un posto speciale. Vincere lì ti gratifica molto, il calcio che il Napoli ha mostrato l’anno scorso è stato bellissimo, sono stati bravi”. Il suo cimelio, maglia del Chelsea con il numero 25: “È un’esperienza che mi ha segnato tanto, è stata molto importante per me”.

Premi speciali a Sconcerti e Mihajlovic

Premio speciale a Mario Sconcerti, scomparso nel dicembre 2022. Premio consegnato alla figlia Marina. Il premio fair play intitolato a Davide Astori è stato assegnato a Luca Martelli, giovane arbitro che vide il padre sentirsi male mentre arbitrava una partita in Seconda categoria toscana. Grazie al defibrillatore, riuscì a salvare la vita al padre Alessandro. Un Premio alla memoria è andato ad Ernő Egri Erbstein, direttore tecnico del Grande Torino: calciatore e allenatore di calcio ungherese, scomparso nella tragedia di Superga. Il premio è stato consegnato alla figlia Susanna Egri. Secondo premio alla memoria è stato consegnato a Sinisa Mihajlovic, in presenza della moglie Arianna: “Ha lasciato un vuoto enorme e noi della famiglia ed al mondo del calcio italiano in generale. Aveva un temperamento forte, amava moltissimo il suo lavoro, come ha dimostrato anche negli ultimi mesi di vita. Amava la famiglia e il lavoro”. Due i cimeli consegnati: la maglia degli allenamenti del Bologna e una da gioco donata dal Bologna con tutte le firme dei calciatori, dopo Lazio-Bologna.

Spalletti ricorda lo Scudetto di Napoli

Presente anche il ct dell’Italia, Luciano Spalletti, che a proposito di vittorie ha parlato dello Scudetto vinto a Napoli. “La base sono i giocatori, la loro qualità: io nel Napoli ho avuto dei calciatori fantastici che mi hanno dato tutta la loro disponibilità per riuscire a creare un corpo unico, una squadra che tutti i giorni lavorava con grande serietà eseguendo le mie richieste. Poi in quell’ambiente è più facile creare sensazioni particolari: una roba che viene dal cuore perché la vivono in quella maniera. Ogni volta che incontri un napoletano è un arricchimento di quella bellezza che è il calcio. Napoli rimette a posto le cose quando si sbagliano: ti fanno apparire sempre tutto fatto bene. Il Napoli di oggi? MI dispiace, sono legato a questi calciatori, so quanta passione ci mettono per far bene la loro professione. In Nazionale dobbiamo creare un gruppo come quello”.

Milan, la confessione di Donnarumma

Presente in platea anche il portiere del Psg e della Nazionale italiana, Gigio Donnarumma, che è tornato sulla sfida al Milan di Champions League nel quale è stato contestato dai suoi ex tifosi rossoneri. “Contestazione a San Siro? Non è stato facile a ottobre 2021 e non lo è stato ora. In campo cerchi di non farti distrarre da niente, di dare tutto quello che hai per la squadra ma sicuramente dopo la partita ne risenti, scarichi le emozioni. In campo, però, su questo sono cresciuto molto”.

Spalletti-Totti, finalmente l’incontro: le parole del ct azzurro

Hall of Fame del calcio italiano: tutti i premi, le confessioni di Spalletti e Donnarumma Fonte: Getty

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