Una serie di aneddoti curiosi, una successione di fatti e fatterelli significativi e relativi alla sfera personale e a grandi personaggi dello sport e dello spettacolo. C’è di tutto nell’intervista verità concessa da Guido Meda al Corriere della Sera, una sorta di diario aperto dal popolare telecronista Sky, voce – e forse pure volto – della MotoGP per una moltitudine di appassionati. Da Valentino Rossi ad Alberto Tomba, da Vasco al Sic: quanti retroscena clamorosi nel racconto del giornalista.
- Le fratture e il naufragio, le due disavventure di Guido Meda
- La flemma di Pantani, gli scarponi di Tomba e la festa con Vasco
- La moto prestata a Valentino Rossi e il vino del Dottore prima del GP
- Da Marquez a Simoncelli, i ricordi più amari e strazianti legati alla MotoGP
Le fratture e il naufragio, le due disavventure di Guido Meda
Due, tanto per cominciare, gli incidenti che per poco non sono risultati fatali a Meda. Nel 2003 per evitare una Toyota finì contro lo spartitraffico di viale Forlanini, a Milano. Rimediò dieci fratture, rischiò grosso. Dal Fatebenefratelli al Galeazzi, curato da un medico che si chiamava Berlusconi. “L’incidente mi tornò utile. Prima di tutto mi ha reso più forte e più unito alla mia famiglia. E poi entrai in empatia coi piloti, mi sono sentito uno di loro“. L’altro nel 2018, un naufragio in barca: “Ci sorprese una tempesta improvvisa. La barca affondò a 500 metri dalla costa del Giglio, ci ritrovammo sulla zattera in acqua con 30 nodi di vento e onde di tre metri. Per fortuna, da terra, un gruppetto di persone vide la scena e diede l’allarme”.
La flemma di Pantani, gli scarponi di Tomba e la festa con Vasco
Quindi i retroscena sui campioni. Da Pantani – “lo intervisto dopo l’incidente causato dal gatto nero a Cava de’ Tirreni. Lo avevano operato alla gamba, malconcissima…parlava di sé come di un’auto dal meccanico. Pensai. ‘Mazza questo che iena, non appena l’osso si rinsalda torna come prima’. Così fu” – a Tomba: “Il talento superava enormemente la preparazione. Si concentrava solo a pochi minuti dalla gara, prima cazzeggiava allegramente. Scavava una buca nella neve, ci metteva gli scarponi e copriva tutto perché la plastica, raffreddandosi, si stringeva intorno al piede, rendendolo più sensibile”. E una volta l’ha invitato al suo compleanno, sull’Appennino bolognese: finirono a cantare con Vasco Rossi, Max Biaggi e Biagio Antonacci.
La moto prestata a Valentino Rossi e il vino del Dottore prima del GP
Inevitabili le chicche su Valentino. Una sera gli ha prestato una moto: “Voglio provare la tua Brutale. Ho provato a farlo desistere. ‘Cosa è, non ti fidi?’. Come fai a dire a Valentino che non ti fidi di lui? Eravamo in via Feltre, sfrecciò via. Pensavo a quelli che se lo sarebbero trovato davanti. ‘Ma chi si crede di essere questo, Valentino Rossi?’. Sì ragazzi, è proprio lui”. Un’altra volta l’ha beccato a bere vino alle 2 prima di un GP nei primi Anni 2000: “Torno con i colleghi dal ristorante e incrocio un amico che mi indica il bosco. ‘Lì c’è una festa, ci sono anche i piloti’. Pensavo si riferisse alle vecchie glorie, vado, mi aprono la porta. Valentino era a capotavola con un bicchiere di rosso“. Il giorno dopo vinse.
Da Marquez a Simoncelli, i ricordi più amari e strazianti legati alla MotoGP
E ancora altri aneddoti curiosi. E amari. Come nel 2015, l’incidente proprio tra Marquez e Rossi: “Da diversi anni non ne parlo più. Se penso alla gente, al mio ruolo, al fatto che sono un padre di famiglia, dico che trascinarsi dietro i rancori non porta da nessuna parte. Mettiamola così: se c’è una persona legittimata ad avercela con Marquez è Valentino, ma per il resto è meglio andare avanti che restare indietro”. E come dimenticare il dolore per la scomparsa di Simoncelli: “Esco dalla cabina, mi incammino nel paddock. Ricordo un silenzio inquietante, mai sentito prima. Non parlava nessuno, qualcuno era seduto sotto le palme con la testa fra le mani. Daniel Pedrosa, con cui avevo un rapporto normale, si avvicina e mi abbraccia. Piangiamo insieme”.