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Il Milan ripartirà da Tare: da Klose a Milinkovic Savic, le intuizioni di un d.s. senza pregiudizi

Il dirigente albanese è stato per anni tra i segreti della Lazio di Lotito per la sua abilità di puntare sia su giocatori emergenti che su campioni decisi a rilanciarsi

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic hanno deciso, la rinascita del Milan non potrà che ripartire da un d.s. con esperienza sul campo della serie A: in pole position ora c’è l’ex Lazio Igli Tare, dirigente senza pregiudizi che ha contribuito alla crescita della società di Claudio Lotito puntando sia su giocatori emergenti che su campioni in cerca di rilancio.

Milan, l’esperto Tare in pole position per il ruolo di d.s.

Nonostante mezzi tecnici di certo non eccelsi, Igli Tare è riuscito a costruirsi una più che dignitosa carriera da calciatore, totalizzando ben 184 presenze e 30 gol in serie A. L’albanese era un centravanti fisico, ma che sapeva usare la testa non solo per colpire il pallone: era abile nelle sponde per i compagni, ma anche furbo nel trovare spesso la posizione più consona per dare fastidio alla difesa avversaria. Da dirigente, Tare ha conservato quella intelligenza, trasformandosi in un d.s. abile e senza pregiudizi: nei suoi 14 anni dietro la scrivania alla Lazio non ha mai fatto differenza tra giovani da lanciare e campioni affermati in cerca di rilancio, contribuendo a costruire spesso con investimenti ridotti squadre molto competitive. E proprio questo aspetto pare aver convinto il Milan a puntare su di lui per la ricostruzione della prossima stagione.

Lazio, Tare e il fiuto per i campioni da rilanciare

Quando era d.s. della Lazio, Tare ha saputo adeguarsi al modus operandi del club di Claudio Lotito, storicamente poco incline a investire somme ingenti per i cartellini dei giocatori, ma disposto a competere sul piano degli ingaggi anche con club più forti economicamente. Tare ha quindi spesso costruito le sue squadre con giovani che costavano poco e campioni più anziani spesso ingaggiati a parametro zero.

A questo secondo gruppo appartiene, ad esempio, Miroslav Klose, ingaggiato nel 2011 dopo il suo addio al Bayern, quando aveva già 33 anni: Tare capì che il tedesco aveva ancora molto da dare e Klose ripagò la Lazio segnando 63 gol nelle successive 5 stagioni. E lo stesso avvenne al momento dell’addio del tedesco con Ciro Immobile: nel 2016 l’attaccante campano aveva solo 26 anni, ma i suoi giorni migliori parevano trascorsi. Non per Tare, che investe meno di 10 milioni per un attaccante che infrangerà record su record in biancoceleste.

Tare, i talenti scoperti e le plusvalenze

Tanti, però, sono anche i carneadi su cui Tare ha puntato prima degli altri, assicurando alla Lazio valori tecnici elevati e ricche plusvalenze. Da record quella di Keita Baldé, pescato nelle giovanili del Barcelllona per 300mila euro e rivenduto al Monaco per 30 milioni. Ma alla stessa categoria appartengono Felipe Anderson (comprato a 7,5 milioni e venduto a 38), Lucas Biglia (da 8,4 a 19,7 milioni), Joaquin Correa (da 17,8 a 33,3) o Sergej Milinkovic Savic, preso dal Genk a 12 milioni e che la Lazio rivenderà dopo 8 stagioni (69 gol e 50 assist) a 40 milioni all’Al-Hilal.

Anche se sul piano prettamente tecnico, il vero capolavoro di Tare può essere considerato Luis Alberto: arrivato dal Liverpool nell’estate del 2016 per 6 milioni come abulico esterno d’attacco, lo spagnolo s’è trasformato alla Lazio in uno dei “10” più creativi d’Europa, prima volare dopo 8 anni di militanza in Qatar all’Al-Duhail e dare alla Lazio un’ennesima plusvalenza (10 i milioni incassati da Lotito). Tra le altre intuizioni di Tare, infine, ricordiamo il venezuelano Felipe Caicedo, attaccante dai gol pesanti nei minuti finali, o giocatori costati poco e divenuti pilastri della Lazio come Senad Lulic o, oggi, Adam Marusic o Mattia Zaccagni.

Tare, che carattere: le liti con Lotito e Sarri

Certo la carriera di Tare alla Lazio non è stata tutta rose e fiori, anche l’albanese – come ogni dirigente della serie A – ha preso le sue cantonate: per tutte citiamo Vedan Muriqi, centravanti kosovaro che nel 2020 il dirigente pagò più di 20 milioni di euro al Fenerbahce.

Errori che, specie negli ultimi anni, hanno alimentato le tensioni con Lotito e gli allenatori biancocelesti: celebre la lite del 2023 con Maurizio Sarri, che definì “un miracolo” l’obiettivo della qualificazione Champions con la rosa costruita dal d.s. albanese. Tare rispose per le rime e Lotito fu costretto a un comunicato ufficiale per riportare l’ordine nel suo club. Una vicenda che racconta anche la grande personalità di Tare: un altro elemento di cui la dirigenza del Milan ha disperato bisogno.

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