Forse non tutti sanno che il nutrizionista di Lionel Messi è italiano. Precisamente di Venezia. È qui che, tra le gondole e i canali, il dottor Giuliano Poser esercita la sua professione. E probabilmente in Laguna avrà accolto proprio la ‘Pulce’ per assegnargli quella dieta che ormai nel mondo del calcio viene considerata miracolosa. E anzi qualcuno sostiene che il segreto del fenomeno del Barcellona sia proprio il regime alimentare imposto dal dottor Poser.
Perlomeno se ne è convinto un altro calciatore, argentino anche lui. Si tratta di Lautaro Acosta e nelle ultime ore, soprattutto in patria, il suo nome è balzato agli onori delle cronache perché l’altra notte, con il suo Lanús, ha conquistato la finale di Copa Libertadores 2017 eliminando il River Plate, in un derby albiceleste, con una rimonta incredibile. E in quella partita ha persino siglato un gol e un assist.
Dicevamo, il buon Acosta sostiene di aver trovato le sue condizioni fisiche e atletiche migliori di quanto lo siano mai state in carriera. Classe 1988, l’ala sinistra cresciuta proprio nel Lanús aveva anche assaporato il calcio europeo nel triennio 2008-2011, in Liga, al Siviglia, dove però ha totalizzato pochissime presenze. Ora, tornato al club granata, sta benone. E questo grazie proprio al dottor Poser: “La verità è che oggi abbiamo capito quanto sia importante prestare attenzione all’alimentazione in un calcio molto esigente sul piano fisico: i giocatori vanno a Venezia solo per visitare il nutrizionista di Messi”, ha dichiarato Acosta a Pasión Fútbol.
Ma in cosa consiste la celebre dieta? Non è dato sapersi con esattezza, ma di sicuro per Acosta sottoporsi a un regime alimentare del genere deve essere un bel sacrificio… “Questo tizio ti toglie cibo di tutti i tipi. Nel mio caso formaggio, carne, uova… insomma, la vita!”, ha confessato l’affamato argentino.
Il passaparola tra compatrioti si è ormai scatenato: “È stato Demichelis a consigliarmi di farmi visitare dal dottor Poser. Dopo il Mondiale è cambiato qualcosa: Messi ha avuto l’intuizione e l’umiltà di tentare qualcosa di differente nella sua vita professionale”, ha concluso Acosta.
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