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Il settore eSport è davvero aperto alle giocatrici femminili?

Per il momento non si è giunti a una vera e propria parità di genere, e tra i player le ragazze sono ancora delle 'intruse'.

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Il settore eSport è davvero aperto alle giocatrici femminili? Fonte: 123RF

Il videogame è da sempre, nell’immaginario comune, un’attività legata all’universo maschile. Da quando, però, gli sport elettronici sono diventati a tutti gli effetti delle discipline sportive, le cose sono cambiate? C’è davvero spazio per le giocatrici femminili o è forte ancora il binomio “videogiochi-mondo maschile”? Purtroppo non si è giunti, per il momento, a una vera e propria parità di genere, e tra i player le ragazze sono ancora viste come delle ‘intruse’.

Secondo il rapporto annuale dell’ESA, le giocatrici femminili si avvicinano principalmente a titoli come “The Sims” o “Candy Crusch” (70%), poche sono interessate a videogame sparatutto (tra il 2% e 7%). I migliori analisti si sono interrogati sulle ragioni che vedono una presenza inferiore da parte delle donne negli eSports: da un piano di marketing che forse non le coinvolge abbastanza (alcune logiche e strategie di gioco non sembrano rivolte a loro), al fenomeno della chinetosi (ovvero la sensazione di nausea che insorge in un soggetto dopo un certo numero di ore passate davanti a un videogioco).

Quando nel ’96 è nato il personaggio di Tomb Raider, si è generato “The Lara Phenomenon”: una sorta di emancipazione delle donne nell’universo del gaming. Ecco allora che osservando il titolo pubblicato da Eidos Interactive, soprattutto nelle versioni più recenti, è evidente l’intento di attrarre un maggior numero di giocatrici femminili. Si tratta di un personaggio molto più realistico, con un carattere ben delineato, una nuova Lara Croft: moderna, sicura di sé, determinata, ma fragile e sensibile al dolore e alla fatica.

Nel settore eSportivo le donne saranno anche in inferiorità numerica, ma questo non vuol dire che siano meno qualificate, anzi. Non a caso, durante la 23° edizione dei Giochi Olimpici invernali a  PyeongChang, ad aggiudicarsi il titolo mondiale e il montepremi di 150 mila dollari, è stata proprio una donna: Sasha “Scarlett” Hostyn, giocatrice canadese del Team Expert.

Così come è stato per gli sport tradizionali, anche gli eSports dovranno passare la fase del pregiudizio nei confronti delle giocatrici femminili. Paura che le donne risultino più brave?

HF4

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