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Volley Femminile, Valentina Diouf torna alla UYBA. "Avevo detto basta con l'Italia, ma Busto è casa..."

Valentina Diouf torna a giocare in Italia: ha risposto alla chiamata della UYBA, dove torna per la terza volta. "Solo per amore di Busto. Verrò a dare una mano, ma sono cambiata"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non c’è due senza tre: Valentina Diouf a Busto Arsizio ha lasciato un pezzo di cuore, ma a quanto pare pure un lavoro da portare a termine. Altrimenti non avrebbe scelto di accasarsi per la terza volta in carriera alla UYBA, che ha annunciato il ritorno della giocatrice nata da papà senegalese e mamma italiana il 10 gennaio 1993, che per un periodo piuttosto lungo della storia della pallavolo azzurra è stata il faro del movimento, prima che arrivasse sul palcoscenico la generazione di Egonu, Sylla e compagnia cantante.

Solo per UYBA: “Vengo per dare una mano, ma con entusiasmo”

Valentina non s’è mai fatta problemi nel girare in lungo e in largo per il globo, ma alla fine ha deciso di tornare in quella che considera a ragione la sua casa. Le precedenti esperienze nel 2014-15 e nel biennio 2016-2018 hanno rafforzato un legame che nel tempo s’è mantenuto saldo e duraturo, pronto adesso a entrare in una nuova dimensione. Tanto da averla convinta persino a ritornare a giocare nel campionato italiano, dopo che lei aveva sostanzialmente fatto capire di non ne volerne sapere più nulla.

“Vero, avevo detto che non avrei mai più giocato in Italia, ma la UYBA è unica e se la UYBA chiama non si può non rispondere alla chiamata. Il presidente Giuseppe Pirola ha dimostrato di volermi a tutti i costi e io ho capito che se fossi tornata a giocare in A1 è solo a Busto Arsizio”.

A 32 anni, Diouf proverà a trascinare un collettivo giovane e di prospettiva, rimasto “orfano” un anno e mezzo fa di Julio Velasco ma deciso a continuare nel proprio percorso. “Avrò un ruolo diverso rispetto al passato, dato che Josephine Obossa è l’opposto titolare e merita grande fiducia e pieno sostegno. Verrò a dare una mano: ho l’esperienza per essere d’aiuto a tutto il gruppo, e se e quando verrò chiamata in causa farò in modo di farmi trovare pronta”.

La rottura con l’Italia e quel giro del mondo che l’ha cambiata

Valentina è una sorta di globetrotter della pallavolo italiana. Una alla quale la sorte ha affidato un ruolo di guida (anche a livello d’immagine) del movimento negli anni in cui il volley femminile ha fatto maggiore fatica a imporsi. E il lieto fine nel suo percorso non c’è stato, almeno con la nazionale: la mancata convocazione da parte di Marco Bonitta dal gruppo che prese parte ai giochi olimpici di Rio 2016 è stata la frattura che non s’è più sanata e che l’ha portata a decidere anche di trasferirsi all’estero (ha giocato in Brasile, Corea del Sud, Polonia, Francia e Indonesia), salvo una parentesi a Perugia nel 2021-22 che pure s’è chiusa con un addio anticipato (e piuttosto polemico).

“All’estero ho maturato esperienze molto positive sia a livello umano che come giocatrice. Essermi confrontata con culture differenti mi ha aiutato a crescere: ora voglio godermi una pallavolo più “zen”, in modo più pacato e tranquillo, evitando di far prevalere il mio lato più istintivo”.

Diouf nel campionato delle migliori: “Per provare a vincere”

Diouf arriverà in una UYBA che prosegue nel solco del rinnovamento, ma che rispetto al passato recente ha fatto capire di voler alzare l’asticella. I ritorni di Alessia Gennari e Valeria Battista, uniti a quelli di Valentina, potranno offrire a Enrico Barbolini (tecnico che Diouf ha già avuto come vice allenatore a Modena una decina d’anni fa) valide alternative per alzare l’asticella.

“Torno con grande entusiasmo e con l’obiettivo di provare a vincere tutto quello che si potrà vincere, perché non mi piace giocare solo per partecipare”. A 32 anni, l’opposto nata a Milano avrà modo di confrontarsi con le giocatrici più forti al mondo, anche nel suo ruolo: Haak, Egonu e Antropova (oltre ad Akimova e Tolok) rappresentano il meglio che c’è in circolazione, con la sola eccezione di Boskovic che gioca in Turchia, e pertanto la sfida che attente Diouf è di quelle che portano stimoli in quantità industriale sin dal primo momento.

Un capitolo importante di una carriera che potrebbe ancora regalare tanti spunti d’interesse: Valentina non ha paura delle sfide, ma la sua terza avventura a Busto sarà differente da tutte le altre. Anche per riannodare quel filo con l’Italia che s’è spezzato tanti anni fa, ma che non s’è mai spezzato del tutto.

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