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Ilicic racconta il calvario: "Immobile per due mesi"

L'attaccante sloveno dell'Atalanta è tornato dopo un'infezione che lo ha costretto ad un lungo ricovero.

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Ilicic racconta il calvario: "Immobile per due mesi" Fonte: 123RF

La Nazionale slovena sta vivendo uno dei momenti più difficili della propria storia, pur non essendo certo a corto di talenti. Si pensi a Jan Oblak, uno dei portieri più forti del mondo, titolare dell’Atletico Madrid e ambito da parecchi top club europei, successore tra i pali sloveni di Samir Handanovic, attorno alla cui assenza nell’ultima partita di Nations League si è però scatenata una dura polemica che ha portato all’esonero del ct Tomaz Kavcic. La Slovenia è a un passo dalla retrocessione in Serie D nella nuova competizione per nazionali varata dall’Uefa. Sono quindi lontanissimi i ruggenti anni ’90, quando a Maribor tremò anche l’Italia di Sacchi, prodromo della partecipazione della Nazionale alla fase finale dell’Europeo 2000 e poi del Mondiale 2002.

Chissà che a risollevare la situazione dei biancoverdi non possa essere Josip Ilicic, che in quanto a talento puro può sfidare chiunque. A mancare semmai al trequartista-seconda punta con un passato al Palermo e alla Fiorentina e ora in forza all’Atalanta è stata la continuità di rendimento, più che l’autostima. La tripletta segnata sul campo del Chievo ha però segnato un’autentica liberazione per Josip, non solo perché giunta nella prima partita da titolare giocata in stagione, ma perché si è trattato della definitiva chiusura di un incubo, quello vissuto in estate, quando Ilicic rimase vittima di un’infezione batterica ai linfonodi del collo che lo ha costretto a un lungo ricovero in ospedale.

Erano i giorni in cui l’Atalanta vedeva sfumare beffardamente la qualificazione alla fase a gironi di Europa League contro il Copenaghen. Ma i pensieri di Josip erano ben altri: “Ho sofferto molto, in quei giorni il calcio era l’ultimo dei miei pensieri, alla partita di Copenaghen non ho neppure pensato – ha rivelato l’attaccante a ‘La Gazzetta dello Sport’ – Ringrazio tutti quelli che mi hanno supportato, la famiglia, i compagni, la società e l’allenatore”.

Ilicic è stato sfiorato anche dall’ipotesi del ritiro: “Non era un infortunio come gli altri, serviva del tempo. Per due mesi non mi sono potuto muovere. Ripartire non è stato facile, non l’ho fatto da zero, ma da meno dieci. È servito tempo, ma confrontandomi con staff medico e allenatore sono tornato”.

Quello tornato subito a colpire, nel nuovo ruolo di prima punta con Gomez alle spalle, è quindi un Ilicic diverso: “Vivendo certe situazioni – ha concluso l’attaccante – Si impara a dare il giusto peso alle cose. Troppo spesso ci si arrabbia per delle stupidaggini. Questo è l’unico aspetto positivo che ho tratto dalla mia malattia”.

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