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Mondiali Boxe, Imane Khelif attacca l’IBA e promette battaglia dopo l’esclusione: “Combatterò in tribunale”

La pugile tunisina campionessa olimpica ai Giochi di Parigi 2024 ha scelto di rompere il silenzio e promette battaglia alla Federazione Internazionale della Boxe

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Dopo l’esclusione dai Mondiali di Boxe condivisa con la taiwanese e oro olimpico Lin Yu-ting, la campionessa olimpica a Parigi 2024, Imane Khelif, va all’attacco promettendo battaglia in tribunale contro l’IBA per far rispettare i suoi diritti e “i principi della concorrenza leale”.

Imane esclusa dai Mondiali di Boxe

Incassata l’esclusione dai Mondiali di Boxe, Imane Khelif va al contrattacco e si dice pronta a una vera e propria battaglia (anche) legale per far rispettare il proprio diritto a prendere parte alle competizioni sul ring nella categoria che lo scorso agosto a Parigi l’ha incoronata campionessa olimpica.

Si tratta della seconda esclusione decisa dalla Federazione presieduta dal russo Umar Kremlev, che aveva motivato la scelta con un comunicato ufficiale in cui spiegava di voler “proteggere giustamente le pugili donne dalla concorrenza sleale” in vista della rassegna iridata in programma a Nis, in Serbia, dall’8 al 16 marzo.

Il messaggio social di Imane

Attraverso i propri profili social, la pugile algerina ha risposto e attaccato l’International Boxing Association: “Per otto anni ho lottato per i miei sogni. […] Mi sono guadagnata il mio posto e continuerò a fronteggiare le sfide che mi si pareranno dinnanzi. Per quattro anni ho scelto di soprassedere […]. Oggi, però, il silenzio non è più un’opzione. L’IBA […] è tornata a diffondere accuse false e offensive. E non sono questioni che riguardano solo me, ma i principi stessi della concorrenza leale nello sport”.

Khelif pronta a portare l’IBA in tribunale

“Il mio team – ha proseguito Imane Khelif – sta esaminando accuratamente la situazione e adottando tutte le necessarie misure legali per garantire che i miei diritti e i principi di leale concorrenza sportiva vengano rispettati. Chi ha compiuto queste azioni deve essere ritenuto responsabile. Perseguiremo tutte le vie legali disponibili per garantire che la giustizia prevalga”.

“Combatterò sul ring, combatterò nei tribunali e combatterò nel tribunale dell’opinione pubblica finché la verità non sarà innegabile”, conclude la campionessa olimpica, assolutamente intenzionata a non mollare di un centimetro su un argomento, mai come ora delicato e borderline, che nel giorno della firma del ordine esecutivo per vietare che atlete transgender possano gareggiare con le donne ha visto anche il neopresidente degli Stati Uniti, Donald Trump, tirare goffamente in causa il suo incontro di Parigi contro Angela Carini.

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