Il campionato parallelo si gioca non su un campo di calcio bensì nelle aule di tribunale. E’ il torneo delle carte bollate, dei giudici, degli avvocati e chi più ne ha ne metta. L’inchiesta Juventus va avanti, sul fronte sportivo e in ambito civile. Così come sono all’ordine del giorno i colpi di scena. A giocare un ruolo determinante sono inevitabilmente i social che si sono uniti ai media classici per vivisezionare passato, presente e futuro dei protagonisti, a cominciare dai giudici che hanno a che fare col caso Juve. Da qui un clima davvero teso che sta portando e potrebbe portare a decisioni dettate dalla tensione.
- Inchiesta Juve, il tribunale dei social vs la giustizia sportiva
- Penalizzazione Juve: da Chinè a Santoriello, social scatenati
- Inchiesta Prisma-Juve, anche Torsello nel polverone
- Ricorso Juve: i giudici stanno pensando di lasciare, ecco perchè
Inchiesta Juve, il tribunale dei social vs la giustizia sportiva
La definizione arriva dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina che ha parlato apertamente di “tribunale dei social”. Una sorta di mannaia che si abbatte su tutti i personaggi pubblici, e non solo, appena acquistano un attimo di visibilità anche involontaria. E’ così anche per alcuni dei protagonisti del caso Juventus, dalle plusvalenze alla manovra stipendi. Dalla penalizzazione dei 15 punti inflitta al club bianconero si è scatenata una sorta di caccia all’uomo, anzi al giudice che non ha risparmiato nessuno.
Penalizzazione Juve: da Chinè a Santoriello, social scatenati
Ne sa qualcosa il procuratore Figc, Chinè, così come i giudici del Collegio di Garanzia Cesaro e Maffezzoli ma anche Sandulli, vicepresidente della II sezione del Collegio, che si è autosospeso dopo un’intervista di troppo. Ma soprattutto il pm Santoriello (uno dei firmatari dell’inchiesta Prisma), il cui video in cui in un incontro pubblico risalente al 2019, ammetteva di essere “tifosissimo del Napoli e odio la Juventus! Detto ciò: da tifoso per me è importante il Napoli, da pubblico ministero invece… sono antijuventino! Cioè contro i ladrocini in campo!» è diventato virale causandogli non pochi problemi e costringendolo anche lui a fare un passo indietro.
Inchiesta Prisma-Juve, anche Torsello nel polverone
L’ultima “toga” a finire nel ciclone dello shit storm social è Mario Luigi Torsello, il magistrato dal curriculum immacolato (Consigliere di Stato dal 1989 e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica), presidente della Corte d’Appello della Federcalcio che ha inflitto (all’unanimità) il -15 alla Juve. Come riporta il Corriere dello Sport Torsello è stato aspramente criticato per un suo intervento all’Università del Salento in cui parlando di diritto sportivo, pur premettendo “Forse deluderò qualcuno ma non tratterò minimamente e ovviamente della questione delle plusvalenze” ha finito indirettamente per esprimere un’opinione sull’operato della giustizia sportiva, in generale, ma estendibile al caso della Juve.
“non risulta autonomamente come fattispecie di illecito disciplinare […] È compito degli Organi di giustizia considerare meno stringenti le regole formali rispetto ad aspetti sostanziali”
Ricorso Juve: i giudici stanno pensando di lasciare, ecco perchè
L’analisi dello scenario e del clima pesante prospettata dal Corriere dello Sport, parla di giudici stanchi di questa eccessiva attenzione del loro operato, del loro vissuto e la deriva social che ne consegue, con anche qualche minaccia più seria qua e là, fino anche ad augurarsi la morte. Per questo motivo il quotidiano diretto da Ivan Zazzaroni arriva a ipotizzare la possibilità da parte dei giudici di fare un passo indietro, visto che gli incarichi sono di natura volontaristica e in molti casi non prevedono retribuzione. E allora chi sarà poi a giudicare la Juventus?