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Infortuni e formazione: la Juve di Allegri vince, ma è ancora un rebus

Il 3-2 in rimonta contro lo Spezia non cancella i dubbi sul pessimo inizio di stagione dei bianconeri: alcune scelte del tecnico livornese non convincono e c'è da risolvere l'enigma Cuadrado.

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Da Reggio Emilia a La Spezia i chilometri in linea d’aria sono poco più di un centinaio. Ma la distanza tra la sconfitta-svolta della stagione che la Juventus subì nell’ottobre 2015 sul campo del Sassuolo e la vittoria di quasi sei anni dopo al “Picco” della città ligure è molto più sensibile, almeno se il tentativo è quello di avvicinare i due tentativi di riscossa dei bianconeri, oggi come allora protagonisti di una partenza da incubo in campionato.

Dopo aver visto le streghe sotto per 2-1 all’inizio del secondo tempo, a La Spezia la Juventus si è aggrappata all’orgoglio e al carattere dei propri campioni, mettendo all’angolo la squadra di Thiago Motta e riuscendo a centrare la prima vittoria della stagione.

È ancora presto per guardare la classifica, come ha ammonito al termine della gara un sorridente Max Allegri. Magari lo si potrà fare tra una decina di giorni, dopo le partite contro Sampdoria e Torino. Proprio il derby vinto in extremis grazie a un gol di Juan Cuadrado in quel 2015 fu la partita dalla quale la Juventus fece partire un’incredibile risalita fatta di 26 risultati utili di fila e 15 vittorie consecutive che piegarono la resistenza del Napoli di Maurizio Sarri.

Adesso però la situazione è diversa, come diversa è la concorrenza e diverso è il quadro della rosa della Juventus, più vecchia in più di qualche leader e meno qualitativa.

Max Allegri deve inoltre fare i conti con più di un problema da risolvere, tra infortuni e scelte tecnico-tattiche. Il 3-2 di La Spezia non cancella infatti alcuni dubbi riguardanti la formazione iniziale scesa in campo contro la formazione di Thiago Motta. I tifosi della Juventus hanno infatti accolto con stupore le esclusioni iniziali di Manuel Locatelli e Juan Cuadrado: il primo, entrato all’inizio della ripresa al posto di un ancora deludente Rodrigo Bentancur, ha cambiato faccia al centrocampo bianconero, non solo per il decisivo salvataggio sulla linea su Antiste che ha evitato il 3-1 dello Spezia che avrebbe con ogni probabilità chiuso la partita.

Il colombiano in panchina è addirittura rimasto per tutta la durata dell’incontro, pur rappresentando ormai da un paio di stagioni il giocatore dal rendimento più continuo della rosa. Alla base della scelta di Allegri, oltre che il turnover in vista dei prossimi impegni ravvicinati, c’è la difficoltà nel far coesistere Cuadrado e Federico Chiesa.

Il tecnico livornese non vede infatti il colombiano come terzino, a differenza di Sarri e Pirlo, e ritiene al momento troppo sbilanciato un 4-4-2 con Cuadrado e Chiesa esterni alti, opzione peraltro che obbligherebbe a rinunciare a Rabiot nel ruolo di esterno sinistro, sebbene il francese sia stato oggetto delle critiche di Allegri al termine della gara contro lo Spezia.

Quanto allo spostamento di Chiesa in attacco, ventilato dallo stesso Allegri nelle scorse settimane, questo passerebbe, data l’ovvia intoccabilità di Dybala, dall’esclusione della figura del centravanti tra Morata e Kean. Non praticabile, almeno al momento. Insomma, è ancora una Juve da lavori in corso e senza una fisionomia ben precisa, a differenza delle altre grandi che, vedi Milan, vincono anche quando applicano il turnover.

Peraltro in vista della sfida di Champions League contro il Chelsea potrebbe mancare proprio Chiesa, uscito contro lo Spezia per un indurimento al flessore, lo stesso infortunio subito al rientro dalla Nazionale. Rischio ricaduta quindi per il campione d’Europa, che sarà lasciato a riposo contro la Sampdoria per tentare un recupero per Chelsea e derby. L’ora di Cuadrado potrebbe quindi scattare…

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