Tra i protagonisti del Festival dello Sport che si sta svolgendo in questi giorni a Trento, oggi c’era anche l’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta, che ha detto la sua su tanti argomenti riguardanti il recente passato, il presente e il futuro della squadra nerazzurra. Si comincia dallo scudetto conquistato nello scorso campionato: “Una grande felicità, un risultato che non era inatteso perché abbiamo lavorato duramente per raggiungerlo. Non c’è stato un momento in cui abbiamo pensato che fosse fatta fino a quando non abbiamo avuto l’aritmetica, però la vittoria sulla Juventus dell’andata ci ha dato grande consapevolezza”.
Non manca però una piccola frecciata ad Antonio Conte, il tecnico protagonista di quel trionfo, subito dopo il quale ha lasciato i nerazzurri: “Quando non c’è più uniformità di vedute e condivisione, è giusto lasciarsi. Certo, è stata una decisione che un po’ ci ha spiazzati, ma siamo stati capaci di muoverci in fretta e convogliare le nostre energie su Inzaghi, che aveva le caratteristiche che ci convincevano. Simone può ricalcare il solco segnato da Antonio fino allo scudetto”.
Un’estate con tante complicazioni, a cominciare dal dramma di Christian Eriksen durante gli Europei (“La notizia migliore è che il ragazzo stia bene” per proseguire con le cessioni dolorosissime di Achraf Hakimi e Romelu Lukaku: “Il calciomercato insegna che non c’è nulla di scontato e devi essere pronto a reagire. Romelu non era certo nella lista delle possibili cessioni, ma quando è arrivato dicendo che voleva andarsene e la società che lo voleva si è presentata con un’offerta importante, abbiamo cambiato gli orizzonti del ragionamento. Poi la Roma è stata molto corretta nel mantenere la promessa con Dzeko di liberarlo con la lista gratuita e abbiamo colto l’opportunità”.
Inoltre, c’è il buco di 245 milioni di euro nelle casse societarie, ma Marotta rassicura i tifosi: “Il problema della sostenibilità dei costi coinvolge tutto il calcio e il Covid ha aggravato il problema. La famiglia Zhang ha speso 700 milioni per l’Inter, ma il modello complessivo deve essere rivisto. Adesso i conti sono in sicurezza e abbiamo raggiunto il risultato mantenendo la competitività. Significa che non ci saranno più cessioni di pezzi pregiati per fare cassa e che gli obiettivi dell’Inter restano invariati e guardano al top in Italia e in Europa. Quando ci sono difficoltà economiche, occorre lavorare con una visione e un progetto e uno spirito di comunità: l’Inter c’era, c’è e ci sarà sempre”.
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