La nuova-“vecchia” coppia-gol, Lautaro-Dzeko, titolari a suon di reti e prestazioni da incorniciare ai danni di Romelu Lukaku, la rivincita dopo le pesanti sconfitte subite negli ultimi due derby di campionato, costate lo scudetto 2022 e forse uno spicchio di quello 2023, e un buon numero di primati, riguardanti la Supercoppa Italiana e non solo.
Sono questi solo alcuni dei motivi per i quali i tifosi dell’Inter, squadra e società potranno ricordare a lungo la notte di Riyad, dove i nerazzurri hanno trionfato per 3-0 sul Milan nella finale di Supercoppa.
- Simone Inzaghi-Supercoppa Italiana, binomio vincente: l'Inter nella storia con il proprio allenatore
- Inzaghi e la frecciata polemica dopo la notte del trionfo in Supercoppa
- La rivincita di Bastoni e Calhanoglu: "Aspettavamo questo momento"
Simone Inzaghi-Supercoppa Italiana, binomio vincente: l’Inter nella storia con il proprio allenatore
Grazie alla rotonda affermazione in Arabia Saudita l’Inter ha infatti agganciato il Milan a quota sette Supercoppe in bacheca, non male pensando che 18 anni fa il confronto era impari (5-1 per il Diavolo), ma non è banale neppure il rilievo statistico secondo il quale i nerazzurri hanno superato per la prima volta i cugini in una finale, dopo i ko nella Coppa Italia 1977 e nella Supercoppa 2011.
Si aggiunga a tutto questo il marchio di fabbrica che Simone Inzaghi è ormai riuscito a imprimere sul trofeo con il quarto successo in altrettante finali disputate da allenatore, due con l’Inter e due con la Lazio, raggiungendo Fabio Capello e Marcello Lippi al primo posto assoluto dell’albo d’oro della competizione ed ecco spiegato perché la notte di Riyad potrebbe anche permettere all’Inter di tornare a sognare la difficile rimonta al Napoli, lontano 10 punti, ma fresco di eliminazione dalla Coppa Italia.
Inzaghi e la frecciata polemica dopo la notte del trionfo in Supercoppa
I nerazzurri sono invece in corsa per tutti gli obiettivi, come orgogliosamente rivendicato dallo stesso Inzaghi al termine della partita ai microfoni di Sport Mediaset: “Quella di stasera è stata una partita perfetta, siamo sempre stati lucidi e compatti, abbiamo fatto una gara di corsa e aggressività. Abbiamo raggiunto i primi due obiettivi stagionali, quello di oggi è il secondo dopo gli ottavi di Champions League e siamo ancora in corsa su tutti i fronti. È una gioia vedere i ragazzi giocare così, abbiamo giocato come si deve fare in una finale. Siamo abituati ad avere serate così, ma stasera c’era qualcosa in più perché giocavano un derby in una finale e l’Inter aveva perso nelle altre due occasioni”.
Poi c’è spazio anche per un ringraziamento a distanza per chi ha reso possibile il successo in Supercoppa, ovvero i giocatori determinanti lo scorso anno per vincere la Coppa Italia e non più in rosa, come Ivan Perisic: “Ringrazio tutti i giocatori, specie quelli che ci hanno permesso di vincere anche l’anno scorso. Sono super orgoglioso dei ragazzi e dello staff, in un anno e mezzo abbiamo fatto grandi cose e continueremo a farlo. Siamo venuti per vincere trofei e intendiamo continuare a farlo”.
Poi una frecciata ai critici e un aggiornamento sulle condizioni di Lukaku: “Fortunatamente l’età e la mia educazione mi permettono di andare oltre certe cose che sento e di continuare a lavorare. Romelu ha un’autonomia limitata, stasera sarebbe stata un’opzione in caso estremo. Vediamo se potrà essere in campo contro l’Empoli”.
La rivincita di Bastoni e Calhanoglu: “Aspettavamo questo momento”
Vincere un derby, si sa, è sempre speciale. Ancora di più in una finale e a maggior ragione dopo che la scorsa stagione era stata segnata da un testa a testa cittadino per lo scudetto finito con il sorpasso in extremis del Milan dopo il suicidio dell’Inter a Bologna, con tanto di festeggiamenti al veleno, con striscioni e insulti assortiti da parte di tifosi e pure qualche giocatore ai cugini.
Una beffa che gli interisti non hanno dimenticato, come dichiarato a Sport Mediaset dal grande ex Hakan Calhanoglu, tra i più bersagliati dai milanisti lo scorso maggio, ma anche da Alessandro Bastoni: “Preferisco stare zitto, l’anno scorso ho visto cose che non mi aspettavo – il duro affondo del turco – Il karma torna, oggi avevamo fame. 3-0 e a casa. Velocemente. Ci siamo mangiati il Milan”.
“Avevamo il dente avvelenato dai festeggiamenti loro dell’anno scorso, ce li siamo segnati tutti e oggi abbiamo vinto” è stata invece l’ammissione del difensore della nazionale.
Così se per Inzaghi si è trattato del terzo titolo sulla panchina dell’Inter, il contatore di Steven Zhang è già a quota quattro, considerando lo scudetto 2021 con Antonio Conte in panchina. Non male per una gestione che da ormai due anni convive con forti limitazioni a livello di investimento ed anche qualche contestazione isolata.
Intervistato al termine del match, tuttavia, il presidente dell’Inter ha smentito ancora una volta le voci sulla possibile cessione del club: “Sei anni fa abbiamo iniziato il nostro progetto e questo è il quarto titolo – l’emozionato commento del numero uno nerazzurro – È molto gratificante per tutti noi, ringrazio tutti quelli che hanno camminato con me e che continueranno a farlo: manager, dirigenti, allenatori. Guardando al passato posso dire che abbiamo fatto sempre le cose giuste. Finché sarò presidente, il nostro progetto sarà focalizzato sul vincere come squadra e come società. In campionato e in Champions è ancora tutto aperto, puntiamo al massimo”.