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Como, i dieci motivi del no di Cesc Fabregas all'Inter: il retroscena

Il no ai nerazzurri non solo per fedeltà ai lariani, ma anche per motivi personali, tattici e progettuali. La ricostruzione della Provincia di Como

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sulle interviste ai grandi protagonisti

Il rifiuto di Cesc Fabregas all’Inter ha sorpreso molti. Non è comune che un allenatore emergente rifiuti un top club italiano, ma dietro questa scelta ci sono diverse motivazioni profonde. Il Como ha fatto la sua parte, ma anche il tecnico spagnolo ha deciso consapevolmente di restare con un calciomercato stellare alle porte che potrebbe lanciare ora i lariani ben oltre le aspettative. Ecco, punto per punto, le dieci ragioni che spiegano perché Fabregas abbia preferito continuare la sua avventura in riva al lago anziché tingersi di nerazzurro come rivelato da La Provincia di Como.

Il muro del Como per Fabregas

La dirigenza lariana si è opposta fermamente al trasferimento. Se il club avesse dato il via libera, è molto probabile che Fabregas avrebbe accettato la corte dell’Inter. Ma il rifiuto non è stato solo formale: è stato un atto di fiducia e riconoscenza. Il Como ha voluto ribadire quanto lo consideri centrale nel proprio progetto di crescita e ha messo a disposizione del tecnico circa 150 milioni di euro da spendere sul mercato.

Nessuna forzatura da parte dell’allenatore

Fabregas non ha mai cercato di spingere per l’addio. In questi casi, quando un tecnico desidera cambiare, solitamente si arriva a un accordo. Ma l’ex campione del mondo spagnolo ha scelto la via della coerenza, evitando qualsiasi rottura o forzatura con il club che gli ha dato fiducia, nonostante il forte interesse dell’Inter che aveva dato l’addio ad Inzaghi.

Un legame che va oltre il contratto

Il rapporto tra Fabregas e il presidente Dennis Wise Suwarso è speciale. Un’intesa rara nel calcio di oggi. Il presidente ha creduto in lui quando ancora non era nessuno come tecnico, e Cesc gli è profondamente riconoscente. A sua volta, Suwarso sa che l’ex centrocampista ha accelerato l’ascesa del Como ben oltre le aspettative iniziali concludendo la stagione con un buon piazzamento in classifica.

Il “no” lo dice la società

Come già avvenuto in passato, Fabregas ha preferito mantenere un profilo neutro nei colloqui, lasciando che fosse il club a prendere posizione. Non ama chiudere porte, soprattutto per rispetto verso società importanti. Ma stavolta il “no” deciso è arrivato direttamente dal Como, con il consenso tacito del tecnico.

Una sfida troppo complicata

L’Inter, al di là del fascino del nome, avrebbe richiesto una vera rivoluzione tecnica. La rosa non dispone dei profili offensivi adatti al calcio di Fabregas e, con un Mondiale per Club alle porte, il rischio di bruciare le tappe era troppo alto. Un’avventura potenzialmente rischiosa in un momento poco adatto.

Il progetto Como è ancora vivo

Fabregas percepisce che la sua missione a Como non è finita. Il club è in pieno sviluppo e le ultime due stagioni lasciano presagire un ulteriore salto di qualità. Il tecnico spagnolo vuole capire fino a dove potrà spingersi con questo gruppo e un mercato stellare alle porte.

Una palestra completa per il futuro

Al Como, Fabregas ha un ruolo totalizzante: non solo allena, ma contribuisce alla costruzione della rosa, si confronta con i giocatori, partecipa alla progettazione del centro sportivo. È una formazione completa per una carriera che, lui stesso, vede in continua evoluzione.

Un nodo societario non trascurabile

Cesc detiene una quota del club lombardo. Lasciare Como non sarebbe stato solo un cambiamento professionale, ma anche un’operazione complessa sul piano societario. In tempi così ristretti, una cessione delle sue quote sarebbe stata tutt’altro che semplice.

L’affetto per l’ambiente

Con il tempo, Fabregas si è affezionato alla realtà comasca. Alla squadra, ai tifosi, all’ambiente che lo ha accolto e che ha creduto in lui fin dal primo giorno. Un legame che è cresciuto giorno dopo giorno.

Il cuore del progetto

Dalla partecipazione al Trofeo Gamper, al ritiro di Marbella, fino alla presenza di numerosi giocatori spagnoli attratti proprio da lui, Fabregas resta il fulcro del progetto Como. È al centro di tutto, non solo in campo, ma anche nella percezione dell’intero club.

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