Il giorno della gloria è arrivato. Forse. Domani l’Inter può chiudere i giochi di un campionato dominato, meritato, stracciato. E farlo sotto gli occhi dei cugini milanisti nel derby di San Siro sarebbe la miglior maniera per lucidare la seconda stella. Simone Inzaghi sente la tensione della vigilia, avverte l’elettricità del popolo nerazzurro (la Curva Nord si è data appuntamento alla Pinetina per far sentire il suo calore alla squadra) e punta dritto al sesto derby di fila da vincere per entrare nella leggenda.
- Inter, per Inzaghi lo scudetto domani non è un'ossessione
- Per Inzaghi gli ultimi 5 derby vinti non contano più
- Inzaghi risponde a Zhang
Inter, per Inzaghi lo scudetto domani non è un’ossessione
“Domani potrebbe essere una giornata speciale per tutta la famiglia Inter”. Inzaghi parte da qui e dalla consapevolezza di quello che potrebbe essere storico soprattutto per lui, che da allenatore non ha mai vinto lo scudetto: “Abbiamo fatto un percorso magnifico quest’anno, ne abbiamo parlato con i ragazzi ma non la stiamo vivendo come un’ossessione, quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto dal 13 luglio. Ora la salita sta per finire e vogliamo vedere il panorama, speriamo di farlo già domani”.
Per Inzaghi gli ultimi 5 derby vinti non contano più
Vincere lo scudetto nel derby sarebbe però un’altra cosa: “Gli ultimi 5 derby li abbiamo vinti e ci hanno dato grande gioia ma non contano nulla, affronteremo una squadra che farà di tutto per metterci in difficoltà”. Calhanoglu ha detto che anche Inzaghi è migliorato: “Io devo solo ringraziare chi sta con me, in primis i giocatori, poi il mio staff che mi ha aiutato tanto. Alle spalle c’è una società forte, con tutte persone che amano l’Inter, pronte ad aiutare per superare qualsiasi problematica. Io non dimentico nulla di questo percorso, penso alla finale di Istanbul che è stato un momento bello ma anche triste e ricordo di come a San Siro con la Samp i tifosi ci abbiano asciugato le lacrime. Andremo a salutarli dopo aver raggiunto il traguardo, se lo meritano. Tutte le componenti hanno contribuito. Per vincere domani stiamo lavorando tanto, bene e forte come sempre abbiamo fatto in questi tre anni. Se viene domani tanto meglio ma, ripeto, non è un’ossessione. La gara decisiva? Sono tante ma sicuramente lo scontro diretto con la Juve è stato molto importante”.
Il tecnico nerazzurro rivela: “Sono contento di quello che siamo riusciti a creare come sinergie, dopo 22 anni di Roma sono venuto a Milano e dopo soli tre mesi la gente per strada mi faceva i complimenti per come giocavamo. Sono stati tre anni intensi, si è vinto tanto, si è perso qualche volta ma abbiamo sempre lavorato duro”. Da giocatore ha vinto meno, lo scudetto, come ha detto il fratello Pippo, sarebbe una maniera per ripagarlo: “Ho sentito le sue parole e mi hanno fatto piacere. Il voto alla stagione lo darò alla fine, è un ottimo voto finora, tra un mese saremo più lucidi per dare i giudizi più giusti”
Inzaghi risponde a Zhang
Dalla Cina il presidente Zhang ha avuto nei suoi confronti parole al miele, confermandolo anche per il futuro: “Ho sentito le sue parole, mi hanno fatto piacere ma non sono una sorpresa. Posso solo ringraziarlo, si è sempre comportato nel migliore dei modi e non solo ora che si sta vincendo. Sono contento che possa diventare uno dei presidenti più vincenti della storia dell’Inter. Sul mio futuro ci sarà tempo per parlarne ma qui sto bene”. Zhang ha detto anche che avere Inzaghi come allenatore è un dono: “Anche per me stare all’Inter è un dono, siamo andati tutti in un’unica direzione”. Domani può arrivare il sesto trofeo, il ciclo può continuare? “Deve proseguire, sì, sarebbe il sesto trofeo in tre anni, abbiamo una dirigenza alle spalle che si sta muovendo perché si possa continuare”.
Dall’altra parte di Milano non se la passa bene Pioli, che un anno fa sembrava messo meglio: “Per me è un grande allenatore e un’ottima persona, ho avuto a che fare con lui quando ero alla Primavera della Lazio. Gli auguro il meglio da martedì in poi ma sul suo futuro non posso essere io a parlare”. Lautaro non segna da un po’, dal 28 febbraio per l’esattezza: “Sta bene, l’attaccante si sa vive per il gol ma l’ho visto motivato”.