Quella dell’Inter di ieri sera ad Anfield contro il Liverpool per 1-0, con un gol fantastico di Lautaro Martinez, che poco prima se ne era divorato un altro ben più facile, sa tanto di vittoria di Pirro, perché non è bastata a ribaltare il risultato dell’andata, lo 0-2 di San Siro, e a qualificarsi per i quarti di finale di Champions League.
Inter: i rimpianti maggiori sono per la partita di andata
Una doppia sfida, quella contro i Reds, con molti rimpianti, che però paradossalmente vengono quasi tutti dalla partita di andata, quando i nerazzurri di Simone Inzaghi hanno tenuto testa alla squadra di Jurgen Klopp per 70 minuti prima del crollo nel finale.
Ieri sera, piaccia o non piaccia, è stato il Liverpool ad avere quasi sempre in mano la situazione, e i tre legni colpiti lo testimoniano: la traversa centrata da Matip nel primo tempo e i pali, prima il sinistro e poi il destro, della porta di Handanovic da Salah nella ripresa, il secondo dei quali davvero clamoroso.
Inter: manca ancora il cinismo necessario per vincere in Europa
Eppure l’Inter, fino all’espulsione di Sanchez, è rimasta pienamente in corsa quantomeno per arrivare ai supplementari, e questo soprattutto grazie al destro capolavoro di Lautaro dopo un quarto d’ora del secondo tempo.
Ma due minuti dopo la cacciata, peraltro sacrosanta, del Nino Maravilla per somma di ammonizioni, la prima delle quali quantomeno da “cartellino arancione” per il bruttissimo fallo su Thiago Alcantara, ha spento ogni residua speranza di ribaltamento del risultato dell’andata, senza contare che Inzaghi ha dovuto fare a meno già dopo l’intervallo di De Vrij ma, soprattutto, verso la fine della partita, di Brozovic, colui che considera il cuore pulsante del gioco interista.
Venendo alle conclusioni, si può sicuramente dire che l’Inter ha fatto dei decisi passi avanti rispetto alla scorsa edizione della Champions League, quando non riuscì nemmeno a passare la fase a gironi, e che le big d’Europa sono un po’ più vicine, tuttavia non lo sono abbastanza per puntare davvero alla coppa dalle grandi orecchie.
Cosa manca? Forse un po’ più di cattiveria e di concretezza, oltre alla calma olimpica che il Liverpool ha mostrato di possedere in entrambe le sfide. Un altro fattore che è indubbiamente mancato è Barella, assente in tutte e due le partite per squalifica: avrebbe potuto essere lui a dare quella marcia in più necessaria per arrivare quantomeno tra le prime otto d’Europa.