Momento di estrema delicatezza per l’Inter, sia per il presente ma soprattutto per il futuro. Il club nerazzurro è alla ricerca di una nuova proprietà, con Suning che sta affrontando mille difficoltà tra restrizioni dal governo cinese e la crisi dovuta al Covid-19.
Vi abbiamo raccontato dell’offerta finale di BC Partners, da 750 milioni di euro complessivi (contando ovvero anche il debito di 400 milioni). Ma secondo il ‘Financial Times’, l’offerta sarebbe stata rifiutata da Suning, che la ritiene troppo bassa.
Il club tuttavia continua a parlare ancora con BC Partners (nella speranza di un rilancio) e con altri potenziali investitori, compresi fondi come Ares Management e Fortress Investment Group di proprietà di SoftBank. Altri che hanno monitorato la situazione sono il gruppo svedese di private equity EQT e Arctos con sede negli Stati Uniti.
Ma la cosa più urgente che al momento deve affrontare l’Inter è la necessità di un aumento di capitale di 200 milioni di euro per far fronte alle varie esigenze economiche impellenti, ovvero gli stipendi non pagati, gli interessi sulle obbligazioni e alcune rate dei giocatori acquistati (come ad esempio quella di Hakimi al Real Madrid che ha creato recentemente un polverone).
Suning continua ad ascoltare potenziali acquirenti, anche se per il momento l’unica proprietà ad avanzare la due diligence è stata quella di BC Partners. Gli Zhang sono aperti sia ad un ingresso di minoranza sia ad uno di maggioranza, purché a condizioni vantaggiose.
In tutto questo, l’Inter non ha potuto fare calciomercato a gennaio e adesso si ritrova a lottare in campionato ed in Coppa Italia, con una rosa un po’ corta e con la necessità ottenere risultati sportivi che possano anche portare soldi freschi nelle casse nerazzurre.