505 stadi visitati in 30 paesi d’Europa e più di un migliaio di partite viste, delle quali 400 sono quelle in casa e in trasferta della squadra del cuore. Sono questi i record di Federico Roccio, 28enne cuoco brianzolo di Limbiate, conosciuto dai tifosi di tutto il mondo come “Il cacciatore di stadi”. Di fede rossonera, appena diciottenne ha iniziato a seguire il Milan in giro per l’Italia e nelle competizioni europee, poi ha iniziato la sua avventura alla scoperta di stadi, squadre e tifoserie.
Da questo lungo viaggio quest’estate pubblicherà un libro per raccontare le sue avventure e la sua passione per il calcio. Ma intanto prepara il matrimonio con Eleonora. Proprio allo stadio in occasione dell’ultima partita di campionato durante la quale il Milan si è imposto con un roboante 5-1 sulla Fiorentina, lui ha fatto la proposta davanti a quasi 57mila spettatori. Ci siamo fatti raccontare la sua avventura come cacciatore di stadi.
Iniziamo dall’episodio più recente, la proposta di matrimonio a San Siro durante l’ultima di campionato, Milan – Fiorentina. Ce ne vuoi parlare?
La mia idea nasce circa due anni e mezzo fa, poi per una serie di eventi particolari ho posticipato questa cosa. Sinceramente io vivo il calcio 7 giorni su 7, 24 ore su 24 e quindi non mi ci vedevo proprio a fare la classica proposta di matrimonio in un ristorante in riva al mare. Per me tutto ruota intorno al calcio e anche la mia ragazza se ne è appassionata, quindi siccome San Siro è la mia casa volevo che la proposta di matrimonio fosse così. Ho iniziato avere contatti con la dirigente del Milan a gennaio di quest’anno in modo tale da organizzare il tutto con il maxischermo e lo speaker. A loro l’idea è piaciuta e quindi mi hanno aiutato a organizzare tutto. Poi chiaramente ho dato io le dritte ai miei amici, ho fatto lo striscione, li ho posizionati, gli ho dato i coriandoli. È venuta veramente bene, lei non se l’aspettava proprio.
Proprio a partita della proposta per te è stata la numero 400 con il Milan. Qual è la partita dei rossoneri che ti ha colpito di più?
Milan – Manchester 3-0, semifinale del 2007 prima della finale di Atene. Mi ricordo che avevamo perso a Manchester 3-2, non arrivavamo con favore il pronostico perché comunque dovevamo per forza vincere. Pioveva tantissimo e stavo andando in macchina con mio papà, eravamo solo noi due quella sera. Mi ricordo che alla radio sentii l’intervista di Galliani che diceva “campo bagnato, campo fortunato”. Quando sono entrato dentro San Siro era una bolgia: i tifosi inglesi erano tantissimi ma erano ammutoliti dal frastuono che facevano i tifosi di casa.
La partita è stata a senso unico: il Milan ha vinto 3-0, ha stradominato e ha conquistato la finale di Atene. Quella sera ha portato al mio cambiamento: mio padre non mi ha fatto andare a vedere la finale di Atene perché mi aveva detto che fino a quando non avrei compiuti 18 anni avrei dovuto fare quello che diceva lui. Io avevo 17 anni e 11 mesi, quindi poi da quando ho fatto 18 anni ho iniziato a viaggiare un po’ come volevo io.
Qual è stato il campione rossonero che ti rimasto più nel cuore?
Shevchenko per la finale del 2003 e Kakà per la quella del 2007. Quando avevano la palla tra i piedi la buttavano dentro, cosa che gli attaccanti del Milan negli ultimi anni non hanno fatto o hanno fatto poco. Quando avevano la palla ti aspettavi sempre una magia e loro puntualmente la facevano.
Parliamo ora della tua avventura, il viaggio in 505 stadi di tutto il mondo. Come è iniziato tutto?
L’anno dopo questa partita, una delle prime trasferte era Lecce. Ho preso il treno da solo e sono andato giù a vedere un Lecce Milan 1-1. Ho fatto 14 ore all’andata e 14 al ritorno. Il passo successivo è stato poi nel 2009 quando ho conosciuto altri ragazzi a San Siro. Loro avevano 4 o 5 anni più di me e nella mia prima trasferta in aereo a Catania nel 2009 mi prendevano in giro dicendo che non avevo quello stadio. Così in quella stagione 2009-2010 ho fatto tutte le partite in casa in trasferta del Milan, poi negli anni successivi il Milan e un po’ sparito dal palcoscenico europeo.
Ormai la passione era entrata e ho iniziato a girare prima della Svizzera, Francia, Germania e nei paesi più vicini fino ad andare a Cipro, in Grecia, in Turchia e in 30 paesi d’Europa.
Qual è lo stadio più bello che hai visto?
Per atmosfera il Celtic Park di Glasgow. Lì ho visto due derby Celtic – Rangers. Poi ho visto Scozia – Inghilterra all’Hampden Park. Come struttura l’Upton Park, il vecchio stadio del West Ham. Avevo visto West Ham – Liverpool con Eleonora ed è stata veramente un partita da mozzafiato: sparavano queste bolle da bordo campo mentre suonava l’inno ed era una cosa veramente da pelle d’oca.
Quali sono stati gli episodi più strani in questa avventura?
Mi ricordo di una volta quando state guardando una partita di quarta serie turca avevano messo questi cartelli fuori allo stadio con simboli di divieto di televisioni alcolici e Facebook.
Con quali tifoserie hai stretto forti rapporti di amicizia?
La scorsa estate quando siamo andati a vedere il classico Borussia – Bayern ho conosciuto questi ragazzi di Dortmund per puro caso fuori mentre stava piovendo e hanno iniziato subito a offrirci da bere. L’estate scorsa mi hanno chiesto più volte di tornare su da loro e, avendo questa grande amicizia con i ragazzi Glasgow, ci siamo rincontrati questo inverno a vedere Hertha Berlino – Borussia Dortmund e mi hanno regalato una maglietta del Celtic Glasgow gialla e nera (la terza maglia) come i colori del Borussia Dortmund.
Poi un’altra amicizia che reputo veramente una cosa bellissima è quella con i ragazzi dell’Ofi Creta, l’ex squadra allenata da Gattuso. Sono più o meno 7 anni che io ed Eleonora andiamo sempre vacanza da loro. Paghiamo il volo e là non spendiamo un euro perché ci trattano veramente come se fossimo loro fratelli.
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